Carlos
"Buongiorno, ragazzi" biascico tra uno sbadiglio e l'altro, entrando in officina.
"Ciao, cabrón" esordisce Juan, sfottendomi e guadagnandosi uno sguardo truce.
"Ciao, Carlos" mi saluta Felipe, sorridendomi. "Cercavo proprio te" mi fa sapere, venendomi incontro.
"E perché?" gli chiedo aggrottando le sopracciglia e togliendomi la giacca.
"Volevo chiederti..." inizia, abbassando lo sguardo. "Estrella ti ha per caso detto qualcosa su di me?"
Appena pronuncia il suo nome, mi irrigidisco ed è come se mi svegliassi da una specie di trance. Nella mia mente si susseguono le scene della nostra notte insieme, e le guance mi vanno a fuoco.
"Su di te? No. Perché avrebbe dovuto?" chiedo tutto d'un fiato, scrollando le spalle e camminando verso una cassetta degli attrezzi.
Lui aggrotta le sopracciglia e mi segue. "Non lo so, io... Voi siete molto amici, pensavo che aveste parlato della nostra uscita" ammette, mormorando l'ultima parte.
Sbatto le palpebre e mi giro a guardarlo, bloccandomi per un paio di secondi. "Sì" dico, grattandomi la nuca. "Voglio dire, certo che ne abbiamo parlato"
Il suo sguardo si illumina e sul suo viso appare un enorme sorriso. "Sì?"
Annuisco convinto. "Certo"
"So che sembro una ragazzina alla prima cotta, ma muoio dalla voglia di sapere cosa ti ha raccontato" confessa.
Io alzo gli occhi al cielo e faccio una smorfia. "Ha detto che è stata bene con te" dico soltanto.
"Lo sapevo! Sì!" esulta stringendo il pugno. "Te l'avevo detto, Juanito!"
Lui lo guarda e ride, scuotendo la testa divertito dal suo comportamento.
"Pensi che debba chiederle di uscire di nuovo?" mi chiede ancora, quasi avvinghiandosi al mio braccio.
Poso lo sguardo sulla sua mano, che si è posata sul mio avambraccio, e subito dopo lo guardo negli occhi alzando un sopracciglio. Lui la toglie subito e poi mi guarda con ansia, aspettando una mia risposta.
"Perché lo chiedi a me?" sbotto, sbuffando e incrociando le braccia al petto.
"Tu sei il suo migliore amico. La conosci meglio di chiunque altro, a chi potrei chiedere se non a te?" spiega.
Lo fisso per qualche secondo e annuisco piano. "È vero" affermo. "Sì, chiedile di uscire" dico poi, stringendo le labbra.
Lui sorride ed esulta di nuovo, stavolta contenendosi leggermente di più. "Grazie, Carlos. E stai tranquillo, ok? Lei mi piace davvero" cerca di rassicurarmi.
Io mi limito a fargli un cenno e a sorridere forzatamente.
"Ok, sputa il rospo. Che hai?" mi chiede Juan, avvicinandosi non appena Felipe esce dalla stanza.
Aggrotto le sopracciglia e scuoto la testa, girandomi a guardarlo confuso. "Ma di che parli? Sei matto?" chiedo stranito.
Lui incrocia le braccia al petto e sposta tutto il suo peso su un lato, guardandomi alzando un sopracciglio. "Carlos..." mi ammonisce.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro, passandomi una mano sul viso. "Ti odio" sussurro, stropicciandomi un occhio.
"Dai, spara" mi incita, appoggiandosi con la spalla al muro.
"Ho fatto una cazzata" esordisco.
"Ok. Potresti essere leggermente più specifico?" chiede schernendomi.
Sbuffo e mi giro completamente verso di lui. "Io ora lo dico, ma tu non giudicarmi, ok?"
Annuisce e si porta una mano sul cuore, come per giurare.
"Sono andato a letto con lei" mormoro, mangiandomi le parole e impedendo a Juan di capire.
"Con? Non ho capito Carlos, parla e basta!" esclama, aprendo le braccia.
"Sono andato a letto con Estrella!" alzo la voce, sbottando.
Lui non dice nulla, ma spalanca la bocca e mi fissa con gli occhi fuori dalle orbite.
"Avevi giurato che non mi avresti giudicato!" mi lamento, puntandogli un dito contro.
"Non ho detto nulla!" si difende, alzando le mani.
Afferro la cassetta degli attrezzi e inizio a sistemare un motore su cui sto lavorando da giorni senza riuscire a capire cos'abbia.
"Beh? Non mi dici niente?" mi chiede lui, venendomi dietro e cominciando ad aiutarmi.
"Ti ho già detto tutto" mormoro con lo sguardo fisso sulla macchina.
"Non mi hai detto nulla, invece!" esclama. "Com'è successo?"
"Eravamo ubriachi" dico soltanto. "Beh, lei era ubriaca. Io un po' meno" ammetto dopo qualche secondo.
Lui annuisce. "Ho capito... E ora?"
"Ora nulla" rispondo prontamente. "Tutto come prima, come se non sia successo niente"
Lui stringe le labbra per trattenere una risatina, sperando che non lo veda. Ovviamente fallisce, infatti mi giro e lo fulmino con lo sguardo. "Che c'è da ridere?"
Lui torna subito serio e scuote la testa. "Scusa se te lo dico, Carlitos, ma tu non ci riesci affatto a fare finta di niente" ammette.
Gli rivolgo uno sguardo confuso e lui torna subito a parlarmi. "L'ho visto come parlavi con Felipe, prima. Ti dava palesemente fastidio ogni parola che diceva su di lei" mi fa notare.
"Si vede così tanto?" dico improvvisamente, lamentandomi e smettendola di recitare la parte del menefreghista che, quando si parla di Estrella, non mi appartiene affatto.
Lui mi guarda dispiaciuto e annuisce. "Io te l'ho sempre detto, lo sai" mi dice, alzando le spalle.
"Ma io non provo niente per lei, Juanito" dico, posando gli attrezzi e passandomi una mano sul viso.
"Se lo dici tu..." sussurra. "Una cosa è certa: non ti è indifferente e non è mai stata una semplice amica per te"
Mi siedo su uno degli sgabelli dell'officina e mi porto le mani alla testa, massaggiandomi le tempie. "Che coglione che sono..." sussurro. "Lei era l'unica con cui non dovevo scopare, joder!" esclamo, battendo un pugno sul tavolo. "Ho rovinato tutto" sentenzio infine, scuotendo la testa.
"Carlos, non è vero..." mi consola lui, dandomi una pacca sulla spalla. "Il vostro è sempre stato un rapporto bellissimo, non c'è niente che possa rovinarlo, se voi non lo volete"
Annuisco piano e gli sorrido debolmente. "Grazie, Juanito" mormoro.
Lui alza le spalle. "Ogni tanto fa bene sfogarsi"
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Il filo rosso del destino - Carlos Sainz
FanfictionEstrella e Carlos sono migliori amici fin dai tempi dell'asilo. Si adorano e sono, da sempre, come fratello e sorella. Caratterialmente sono l'uno l'opposto dell'altra: lei dolce, sensibile e semplice; lui arrogante, strafottente e sfacciato. Cosa...