Capitolo 33.

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Carlos

"Estrella, apri questa cazzo di porta!" dico a denti stretti, battendo sul muro con un pugno.

Mi giro verso una coppia di anziani che sta scendendo le scale dell'edificio proprio in quel momento e cerco di ignorare i loro sguardi di disapprovazione, salutandoli con un sorriso.

"Carlos, vattene. Stai dando spettacolo" risponde lei sbuffando.

"Non me ne vado finché non mi fai entrare. Rimango qui, esattamente su questo scalino. Lo sai che lo faccio, non mi sfidare" dico con tono fermo.

"Smettila di fare il bambino" mi ammonisce.

Rido rumorosamente e senza umorismo e mi passo la lingua sul labbro superiore. "Quindi ora sarei io il bambino? Chi è che non vuole farmi entrare per parlare civilmente?" chiedo infastidito, sedendomi su un gradino delle scale.

Estrella non risponde, lasciando spazio ad un silenzio assordante.

Pochi secondi dopo, però, il rumore della chiave che gira nella serratura e della porta che si apre raggiunge le mie orecchie.

Alzo lo sguardo e la vedo lì, appoggiata allo stipite di legno, che mi guarda con le braccia incrociate al petto. Indossa una tuta beige oversize che usa sempre per stare in casa quando ha freddo ed ha raccolto i capelli in uno chignon disordinato, lasciando fuori due sottili ciocche che le scendono ai lati della fronte.

"Entra" dice soltanto.

Scatto in piedi e la seguo in casa, chiudendomi la porta alle spalle.

Si siede sul divano e abbraccia le sue stesse ginocchia, sulle quali appoggia il mento mentre mi guarda con quegli occhioni brillanti.

"Non dici nulla?" mi chiede.

Mi siedo accanto a lei e poso una mano sulla sua schiena. "Perché hai cambiato idea?"

"Hai detto che stavo facendo la bambina" mi fa notare, scrollando le spalle. "Che devi dirmi, Carlos?" taglia corto poi, tornando a guardarmi.

"Ho pensato tanto in questi due giorni" esordisco.

"Ok... E?" mi incita a continuare, alzando un sopracciglio.

"E ho capito delle cose. Cose che alcune persone continuano a ripetermi da troppo tempo. Ma mi conosci, no? Non ascolto mai nessuno e faccio sempre di testa mia" inizio, gesticolando.

"Ma non mi dire..." commenta lei, ruotando gli occhi.

"Esti..." la richiamo dolcemente, prendendole la mano. "Hai presente tutto il mio astio nei confronti delle relazioni e dei legami?"

"Fin troppo" annuisce.

"Avevi ragione tu. So che ne avevamo già parlato, ma sì, è vero: io odio le relazioni perché ho paura di essere tradito e distrutto di nuovo. Camila mi ha spezzato il cuore proprio nel momento in cui credevo che la nostra relazione fosse perfetta, proprio quando iniziavo a pensare che avremmo passato tutta la vita insieme e..." faccio una pausa, sospirando. "E tutti quelli che avevo sempre considerato i miei punti fissi sono saltati in aria" concludo, con un filo di voce.

"Lo so, Carlos. Io-"

"Tutti tranne uno, Esti" la interrompo guardandola fissa negli occhi. "Tu. Tu sei sempre stata qui per me, vicina. In ogni momento della mia vita, bello o brutto che fosse" dico stringendole la mano. "Non mi hai lasciato neanche un secondo, neanche quando sono diventato insopportabile e paranoico. Neanche quando ho avuto paura, neanche quando ho sofferto"

Annuisce lievemente e abbozza un piccolo sorriso, grattandosi la nuca. "Non capisco dove vuoi arrivare, Carlos..." sussurra.

"Ho sempre avuto timore di ferirti. Di perdere anche te. Ecco perché ho mai voluto ammetterlo nemmeno a me stesso. Non avrei potuto sopportare di rovinare il nostro rapporto" continuo, ignorando le sue parole.

"Ammettere cosa? Non ti seguo, perché avresti dovuto rovinare il nostro legame?" mi chiede piano, aggrottando le sopracciglia.

"Ammettere che ti amo, Esti. Ho cercato di ignorare tutte quelle emozioni che andavano ben oltre una semplice amicizia, ho provato a reprimerle, a far finta che non esistessero... Ma riaffioravano sempre, e quando l'altro giorno mi hai detto di essere innamorata di me sono andato in confusione, perché non credevo che provassi quello che provo io. Pensavo che per te fosse solo sesso. Non sapevo che dirti, non sapevo come comportarmi" dico tutto d'un fiato.

I suoi occhi sono ancora fissi su di me, lucidi e impazienti di far cadere qualche lacrima. Stringe le dita sulle mie e rimane immobile, aspettando che continui a parlarle.

"Oggi non ho paura" dico, avvicinandomi al suo viso e facendo sfiorare i nostri nasi. "Per te vale la pena rischiare, Esti" sussurro, spostando lo sguardo sulle sue labbra.

Per tutta risposta, lei si fionda su di me e mi bacia, come se avesse appena ripreso a respirare dopo una lunga apnea. La stringo forte a me mentre allaccia le braccia dietro al mio collo e inizia a passare le dita fra i miei capelli.

Impaziente, le sfilo la felpa, lasciandola con i seni scoperti. Mi chino su di essi e inizio a baciarli, morderli e leccarli, eccitandomi sempre di più davanti ai gemiti strozzati di Estrella.

Lei intanto porta le sue mani fino all'orlo dei miei jeans e inizia a sbottonarli e abbassarli, quasi con violenza. La aiuto a sfilarli e mi posiziono sopra di lei dopo aver tolto anche i suoi, stando attento a non pesarle.

La bacio ovunque, su qualsiasi porzione di pelle. Inizio dal collo, scendo di nuovo sui seni, sulla pancia e arrivo alla sua intimità, coperta ancora dalle mutandine.

La libero velocemente anche da quell'ultimo indumento, avventandomi sul suo punto più sensibile e iniziando a succhiarlo e leccarlo, facendola contorcere sotto di me.

Estrella pianta le sue dita tra i miei capelli e mi spinge di più verso di lei, come se avesse paura che smetta da un momento all'altro.

Continuo a stimolarla con la lingua, aggiungendo poco dopo anche due dita, che faccio scivolare rapidamente dentro di lei.

Mantengo un ritmo veloce e costante, ma mi fermo prima che possa raggiungere l'orgasmo per ammirarla per qualche secondo. Mi allungo fino al suo orecchio e, dopo averle leccato il lobo, inizio a sussurrarle. "Voglio farti venire nella mia bocca"

Quando sente quelle parole, si morde il labbro e fa fuoriuscire un sospiro disperato, che si trasforma in un urlo di piacere quando ricomincio a muovere la lingua sulla sua intimità, facendola finalmente liberare e rendendola di nuovo mia.

***

Spazio autrice:

Vi dico solo che avrei dovuto studiare e che invece mi sono ritrovata qui a scrivere questo capitolo... Ero super impaziente di pubblicarlo😁

Spero vi piaccia!

Fatemi sapere cosa ne pensate e cosa vorreste che succedesse ora, ci sentiamo presto!💓

Il filo rosso del destino - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora