Capitolo 25

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Quando aveva letto le parole di sua zia ci era rimasta male, per quanto non lo desse a vedere era pur sempre una bambina. Era giunto il giorno del suo compleanno e quel pomeriggio i suoi amichetti sarebbero andati a casa sua per la festa. Giochi e musica avevano intrattenuto tutto il pomeriggio i bambini e i genitori presenti, da li a poco sarebbe arrivata la torta.
"E la tua mamma  e il tuo papà dove sono?"
Le stava chiedendo una bambina dai lunghi capelli neri.
"Sono via per lavoro."
" Anche il mio papà viaggia molto per lavoro ma torna sempre per il mio compleanno!"
Aveva risposto un altro.
" Loro sono molto lontano purtroppo!"
"Non li ho mai visti a scuola, verranno alla recita?"
"Non credo!"
"Ma esitono? Non ci sono nemmeno loro foto in giro!"
E li accadde il caos.

La ragazza aveva ragione, il marchio era vivo fino a poco prima.
"Ora tu ti siedi di fianco a me fino alla fine delle lezioni. Che lezione stavi facendo?"
"Difesa e dopo Erbologia."
La cerva prese forma, stava andando ad avvisare i due docenti che la Serpeverde aveva terminato le lezioni per oggi.
Era entrata con lui in rigoroso silenzio nell'aula e si era seduta dietro la cattedra al posto del professore.
Se lui sembrava indifferente a quel gesto gli studenti trattennero il fiato quando la videro sedersi li.
Corvonero e Grifondoro dell'ultimo anno erano seduti davanti a lei. Ora capiva perché non gli sfuggiva niente, aveva un ottima visuale. Il professore aveva ricominciato a spiegare, lezione teorica ciò che più annoiava la giovane.
"Chi sa dirmi a cosa serve la pozione Comparaunica?"
Una Corvonero con aria da eccessiva secchiona aveva alzato la mano.
"Si?"
"Per aumentare la propria aurea e mantenere il controllo senza bacchetta!"
Soliti secchioni fu il pensiero della ragazza.
"E sa anche dirmi gli ingredienti?"
"Si, certo!"
"Strano."
Il commento era scappato dalla bocca della ragazza senza che lei volesse. Aveva un senso di disgusto verso i Corvonero innata. Piton gli aveva lanciato un occhiataccia mentre la giovane Corva sembrava non essersi nemmeno resa conto della battuta.
"... E un pungiglione di Billywing!"
Era risaputo che il professor Piton amasse togliere punti ma anche darne se la persona era realmente preparata. Ma non voleva essere cosi poco esigente.
"Durata della preparazione?"
"43 giorni signore."
"Poche ore"
"Più precisamente?"
"Non saprei signore."
Aveva abbassato lo sguardo, non era cosi preparata, sapeva di aver fallito.
"15 ml per ora"
Non era riuscita nuovamente a tenere la bocca chiusa.
"Jhonson, da quando è diventata la nuova professoressa di pozioni? Solo perché le ho concesso di sedersi sulla mia sedia non significa che sia autorizzata a parlare a suo piacimento."
"Stavo solo rispondendo alla sua domanda, essendo di schiena non avrebbe visto la mia mano alzarsi. 5 punti a Serpeverde?"
"Punizione alle 21."
"Ne è valsa la pena."
Gli studenti erano scioccati. Quando videro Piton avvicinarsi alla cattedra minacciosamente credettero che l'avrebbe schiantata.
"Smettila."
Gli aveva detto deciso ma con tono quasi impercettibile. Nessuno aveva capito cosa gli avesse detto.
"Preparate la pozione."
Si era seduto vicino alla giovane mentre intorno a loro tutti erano nel caos per cercare di svolgere al meglio il compito assegnato.
"Posso farla anche io? 3 ore sono lunghe senza far niente."
"Una studentessa al secondo anno che fa una pozione del settimo. Vuoi un terzo grado da Silente?"
"Sono stata a Salem al campo estivo."
"Ti fa ancora male?"
"No."
"È successo qualcosa che dovrei sapere?"
La giovane abbassò lo sguardo. Aveva fatto centro.
"Corregga questi mentre io controllo che queste teste di legno non ci facciano saltare in aria."
Aveva cambiato registro perché aveva alzato la voce. Le tre ore passarono velocemente essendo occupata. Aveva corretto i compiti di tutta la settimana di tutte le case. Piton stesso era stupito, sapeva che il lavoro era impeccabile ma non poteva dare alla ragazza questa soddisfazione.
Finita l'ora ci fu il classico fuggi fuggi generale come in tutte le lezioni di Piton, tranne che per una studentessa Grifonforo.
Si stava attardando a ritirare le sue cose come se volesse restare sola nella stanza.
"Nelle prossime 4 ore non voglio senite un solo gemito uscire dalla sua bocca sono stato chiaro?"
"Sta scherzando spero, sono le 12 e tra 4 ore saranno le 16.15, quando mangio?"
"Cosa ho appena detto?"
"Ma io ho fame."
"Candy!"
"Candy è qui per servire."
"Porta qualcosa da mangiare alla signorina di rapido, tra 10 minuti non deve esserci traccia di cibo nella mia aula."
La giovane Grifonforo rimase delusa nel sentire che non sarebbero stati soli.
"Professore posso parlarle un secondo?"
"Rapidamente Claire ho da fare."
L'aveva chiamata per nome? Una Grifondoro? Rebekah era perplessa e un moto di gelosia era nato in lei.
"Non so se si ricorda, ma vorrei fare domanda per potermi specializzare a Salem dopo il diploma."
"Certo ricordo ne avevamo parlato una sera qualche mese fa."
Sera? Parlato? No, non poteva essere vero.
"Ecco vede, ho fatto domanda e ho tutti u requisiti per poterci entrare."
"Magnifico."
No era un sogno, uno di quelli realistici che faceva ultimamente, lui non poteva avere un rapporto civile con una Grifondoro. Grifondoro carina doveva ammettere.
Candy era tornata con un panino, ma improvvisamente non aveva più fame.
"Ecco, so che è molto impegnato ma volevo chiederle se potesse aiutarmi."
"Alle 9 nel mio ufficio."
"Quindi la mia punizione è annullata?"
"Per 3 minuti mi ero dimenticato di lei Jhonson, quasi speravo che fosse sparita dalla terra. E comunque no alle 9 sconterà la sua punizione. E non alzi gli occhi al cielo."
Era di spalle ma sapeva che lo avrebbe fatto.
"7 ore di lezione con lei non le sembrano già una punizione sufficiente?"
"Claire se non c'è altro puoi andare."
"Grazie, grazie infinite."
Le era stato servito su un piatto d'argento lo spunto per poterlo punzecchiare.
"Niente solitaria direi."
"Smettila."
"Di fare?"
"La gelosa."
"Io gelosa? Di quella poi!"
"Narcissa sarebbe delusa da questa tua caduta di stile."
"Narcissa mi direbbe di perseguitare quella ragazza."
"E perché."
Questa era la caduta di stile.
"Aaah, vado a fumare!"
"Rebekah non so se hai capito la gravità di quello che è successo qualche ora fa."
"Altrimenti non sarei qui."
"Tu non starai da sola finché non capiremo cosa è successo."
"Scherza vero?"
"No!"
"Era meglio soffrire in silenzio."
"Concordo."

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