capitolo 28

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Piccola mia,
Non sei un mostro. Sei la streghetta migliore di tutto il mondo magico, nemmeno i maghi più potenti sanno gestire la magia senza una bacchetta, sei la prima nella storia.
Non demoralizzarti, tutti facciamo dei casini con la magia prima o poi l'importante è che stiate tutti bene.
Noi stiamo bene e credo che Tyaler abbia perso le sue doti se tu sai che Draco è stato male, ma so anche che sei tremenda.
Mi raccomando non fare arrabbiare Grace e Tyaler e ricordati di studiare!
A presto piccola mia,
Cissy

I loro trascorsi però li avevano portati alla conclusione che nulla di buono stava accadendo.
"Ok lui è tornato. Qualcuno lo sta aiutando senza ombra di dubbio."
"E secondo la tua teoria, insopportabile amante delle cospirazioni, vuole la pietra."
"Disse l'uomo che ha interrogato in maniera molto persuasiva un suo collega!"
"Spesso le persone meno sospette sono quelle che fanno le peggiori cose."
"Se fosse vero non temi che lui lo riferirà?"
"Potrebbe, ma attualmente credo che tema più me!"
Un ghigno soddisfatto aveva fatto capolinea sul suo viso.
"Penseremo a Raptor dopo. Quindi sappiamo che è tornato e il probabile motivo ma perché non manifestarsi almeno ai suoi seguaci?"
"Potter ha incontrato un essere che si nutriva di un unicorno qualche tempo fa nella Foresta. Possiamo supporre che non sia in forza per poter riprendere il comando."
"Potter ha cosa? Ma come è possibile che quel ragazzo sia una calamita per i guai?"
"Non lo so, tu come fai?"
"Io mi tiro fuori dai casini da sola comunque!"
"Vedo!"
Ed ecco il caratteraccio venire fuori. Offesa per l'insinuazione posta dal professore si era alzata di scatto per andarsene.
Ma i riflessi da mangiamorte erano scattati senza comandi e l'uomo aveva afferrato il suo polso in maniera delicata ma decisa e l'aveva attirata a se.
Non aspettando quella reazione, la ragazza aveva perso l'equilibrio ed era atterrata sul corpo del professore.
Lui la stava guardando fisso con aria divetita. Lei aveva un finto broncio, quella situazione era già accaduta nel suo primo sogno.
"Permalosa come pochi!"
"Sono unica nel mio genere, dovresti saperlo ormai!"
Linevitabile stava per accadere. I due non cessavano il contatto visivo.
La giovane iniziava a sentire il suo respriro farsi più frequente e pesante. Lui, per quanto più maturo, sentiva di star per perdere il controllo del suo corpo.
"Chinque controlli la mia mente conosce entrambi e sa di questo!"
"Questo cosa?"
Aveva risposto l'uomo con tono suadente.
"Smettila, sai perfettamente di cosa sto parlando!"
"No di grazia, illumuminami!"
"O sto di nuovo delirando o una situazione simile è già accaduta in un sogno!"
Lui aveva cambiato espressione, come se un fulmine li avesse attraversato.
"Stai scherzando?"
"No!"
Aveva risposto velocemente per poi abbassare lo sgaurdo per evitare l'imbarazzo. Stava ammettendo fin troppe cose per una sola sera.
"Noi siamo andati oltre?"
"Più o meno."
"I dettagli Jhonson!"
"Senti come so che è reale e non un altro sogno?"
Lui eliminò le distanze. Le loro labbra erano unite. Si bramavano a vicenda e sembrava che non fossero sazie. Lei si era girata per poterlo assaporare a pieno. Lui aveva spostato le sue mani rispettivamente dietro la sua nuca per poter controllare i suoi movimenti e l'altra sulla schiena cercava di tirarla verso di lui per poter avere ancora più contatto. Le loro lingue si continuavano a cercare ed assaporare. Lentamente ma possessivamente, come per assaporare il momento sperando che non finisse mai.
Si volevano e lo sapevano. Volevano quello da tempo.
Ma alla fine fu lui a prendere le distanze.
"Secondo te?"
"Sei impazzito? Come ti è venuto in mente..."
"Non sembrava ti dispiacesse!"
Non era quello il punto. Doveva tornare lucida. Era stato come le altre volte? No! Si era sentita viva, aveva sentito lui non solo percependolo ma anche vivendolo. Le sue mani, le volte passate, la toccavano ma in maniera diversa come se fosse solo teoria.
"Non eri tu, o meglio eri tu come fisionomia ma non mi hai toccata cosi. Ora lo so! Era come se tu facessi quello che in teoria si deve fare. Sentivo il tuo respiro ma non era cosi vicino, il tuo profumo entrava nelle mie narici ma non cosi forte, perché non eravamo mai stati cosi vicini."
"Nel tuo sogno noi cosa facevamo nello specifico?"
"Devo dirtelo sul serio?"
"Avevo immaginato che avessi tralasciato qualche dettaglio e dopo le tue parole dovevo fare qualcosa per farti capire la differenza se no temo che il non capire cosa fosse reale o meno ti avrebbe condotta sul serio alla pazia!"
"Siamo passati dalla ricerca di un quadro generale ai miei sogni erotici perfetto!"
"Ti voglio star vicino dal primo giorno che ti ho vista all'ingresso. Non so spiegarmi il perché, non avevo mai provato questa sensazione. Io non faccio dormire le studentesse nel mio letto, io non ho mai rimboccato le coperte a nessuna figuriamoci darle il bacio della buona notte sulla fronte. Ti ho baciata e se la situazione fosse diversa lo rifarei e probabilmente vorrei fare anche altro. Ho un senso di protezione nei tuoi confronti che non avevo mai provato."
Serverus Piton che fa una pseudo dichiarazione d'amore? Si, il mondo stava per esplodere. E a conferma di questa teoria il silenzio della ragazza che lo guardava senza riuscire a proferire parole.
"Mi fido di te per questo te lo sto dicendo. Niente battute, voglio solo capire."
"Io non posso dirti tutto. Mi fido ti te, anche prima delle tue parole, ma per il bene di entrambi è meglio che tu per ora non abbia tutti i dettagli."
"Cosa puoi dirmi?"
"Siamo stati molto vicini a questo, più volte. Cioè siamo quasi andati oltre. Ti ho detto il mio più grande segreto e poi siamo quasi finiti a ..."
Ok troppo imbarazzante anche dopo i recenti fatti.
"Fare l'amore?"
"Come siamo romantici!"
"Non ti va mai bene niente."
Mise un finto broncio, la ragazza si sentì in colpa. Le sue parole l'avevano colpita e non poco. Gli regalò un dolce sorriso e lui si perse nei suoi occhi. Gli diede un casto bacio sulle labbra.
"Si, stavamo per fare l'amore!"
"Perché non lo abbiamo fatto?"
"Chiedilo al te del sogno, mi hai lasciata a metà e te ne sei andato."
"Che persona ignobile, quasi mi fa sfigurare!"
Voleva baciarlo, fissava le sue labbra come un drogato guarda la sua dose di droga preferita.
"Anche io lo vorrei, ma dobbiamo capire cosa sta succedendo!"
"Vorresti cosa?"
"Chi finge ora?"
"Scusa, speravo non lo avessi notato."
"Difficile non farlo, ma grazie per non aver fatto battute su quello che accade li sotto."
"Si ecco, cercavo di ritrovare la lucidità e non pensarci troppo!"
"Compito arduo per me."
"Fino a prova contraria ci sono seduta sopra io."
"Tu sei dannatamente brava in questo gioco."
"Scusa cosa intendi?"
"Rebekah sei sopra di me, sei tremendamente sexy e hai un abbigliamento che farebbe perdere la testa a chinque e mi fai la parte della verginella che non sa cosa causa in un uomo?"
Aveva abbassato lo sguardo, cosa aveva detto di sbagliato?
"Altre cose che dovrei sapere?"
Meglio cambiare discorso.
"No queste sono le cose importanti."
"Ok ora sai la differenza con me, ripensa ai tuoi sogni, hai notato altre differenze?"
"Si, ora capisco i segnali."
"Credi sia lui a farti vedere determinate cose?"
"Non credo e spero vivamente non sia cosi!"
"È pur sempre un uomo."
"Che schifo ti prego. Non è lui, discorso chiuso."
"Chi altro ti..."
"Vorrebbe scopare? Più o meno tutta la scuola!"
"Io non voglio scoparti, è diverso! Non puoi capirmi!"
"Concentriamoci, i più giovani esclusi. Il professore di incantesimi anche."
La ringraziò silenziosamente per aver cambiato discorso.
"Escludo anche il preside."
"Perché è gay?"
"Rebekah un minimo di rispetto."
"Omosessuale meglio?"
"Perché è il preside? Per la sua integrità morale?"
"Motivazioni diverse ma stesso fine."
"Esclusi tutti gli studenti! Nessuno di quegli esseri sarebbe in grado di fare ciò."
"Gazza direi di no!"
"Sai chi resta se escludiamo le docenti donna."
"Raptor? Ahaha simpatico. Non me lo vedo proprio."
O forse si?
"Tu non vedi come il quadro generale. Non so perché lo fa ma c'è lui dietro tutto."
Che senso aveva tutto quello che stava accadendo? Cosa voleva il professor Raptor da lei? Che legame aveva con suo padre?
Le domande erano maggiori delle risposte, ma analizzando il tutto oggettivamente il direttore di Serpeverde non aveva tutti i torti, eppure, non sembrava essere cosi esperto e potente.
"Supponiamo che tu abbia ragione, perché dovrebbe farmi uscire pazza?"

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