Capitolo 20

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"Tayler dobbiamo per forza tornare a casa?"
" Si Reby, devi vedere l'insegnante di pozioni!"
"Perché non mi insegni tu le cose magiche?"
"Perché sono il tuo autista!"
"Si ma sei un mago perché fai queste cose da babbano? Cioé noi siamo speciali, non dovremmo fare cose banali!"
"Quando sarai grande scoprirai che banale può essere bello."

"Pronto a vedere tutte le sue certezze crollare?"
"Sono pronto ad andare all'inferno e camminare al tuo fianco."
"Non qui!"
Lui annuì e le porse il braccio.
Si materializzare nella villa dei Gaunt.
Era diversa da quello che si poteva vedere passando davanti alla recinzione.
Una bellissima villa era circondata da giardini ben curati, era cosi imponente che persino il Malfoy Manor sembrava una piccola casetta di campagna. La ragazza fece segno di seguirla in un tour della tenuta.
"Qui sono cresciuta per i primi sei mesi della mia vita. Appena nata Voldemort mi portò qui in una scatola. Disse a mia madre che ero nato morto, perché tutto sapevano che lei aspettava un maschio.
Ero il regalo di Natale per Narcissa. Gli disse di crescermi nel mondo babbano perché io ero un miracolo e così lei fece. Quando le cose si stavano mettendo male nel mondo magico creò la Gaunt Industries per darmi un futuro. Ho mandato avanti un impero per anni senza saperlo, poi Malfoy mi ha detto che sarei venuta qui proprio quando avrei potuto finalmente farlo. Narcissa mi ha fatto studiare con i migliori maghi del mondo magico, sempre dietro l'ordine di lui. Cambiavo spesso città per motivi di studio ma soprattutto di sicurezza. Sono cresciuta con Grace, una gabbana con il ruolo di governante che mi ha fatto da madre, con il professor Jordan che ha mandato avanti la mia azienda aspettando che io fossi pronta per comandare e Tayler il mio autista, non che guardia del corpo. Ottimo mago che ha trovato la sua strada nelle forze armate babbane finché non ha iniziato a lavorare per me. Tutto questo è l'unica cosa che ho della mia famiglia."
Si fermò per osservare lo sguardo dell'uomo. Quell'ultimo frase aveva inizialmente creato un senso di incredulità ma poi tutto iniziò ad avere senso.
"Mio padre è..."
"Tua madre?"
"Non vuoi sapere chi è mio padre? Mi rovini il racconto, è la prima volta che lo dico ad alta voce, potresti lasciarmi la gioia della narrazione!"
"So chi è ma non capisco come!"
"Ho sempre chiamato zia Cissy in senso di rispetto, poi, circa un anno fa il mio adorato paparino con un insignificante viscido tirapiedi mi hanno fatto visita, scioccata sono corsa sa Cissy per chiederle se fosse tutto vero..."
"Narcissa è..."
"Magari, no a me è toccata quella pazza assetata di sangue!"
"Bella?"
"Già!"
"Ma lei era sposata con Lestrange!"
"Si ma giocava al dottore con mio padre!"
Silenzio.
"Ora sai tutto!"
"Quindi la profezia..."
"Potrebbe essere vera! Sai difficilmente mi scandalizzo!"
"Beh direi, con il dna che ti ritrovi."
La ragazza scoppiò a ridere come non faceva da tempo. Per la prima volta si sentì libera di essere realmente se stessa.
"Com'era mia madre?"
"Tua madre non è morta!"
"Lo so, è ad Azkaban. Ma anche tu non la vedi da anni, ora dicono che sia uscita pazza del tutto!"
"Era ambiziosa, intelligente e abile con bacchetta e coltello."
"Questo lo so, speravo che tu potessi dirmi qualcosa che non fosse di dominio pubblico. La zia non parla mai di lei e Lucius, beh non è fonte attendibile."
"Temi di essere come lei?"
"Tra i due non so da chi sia peggio aver preso!"
"Tu sei tu, loro sono loro. Non siamo i nostri genitori, fidati lo so bene!"
"Mi dispiace per tua madre e di aver derrk quelle cose quel giorno!"
Il suo tono era veramente pentito.
Lui le mise un dito sotto il mento per poterla guardare e le diede un casto bacio sulla fronte.
"Abbiamo una maschera, è il nostro compito. Non scriveranno di noi nei libri di storia ma sappiamo entrambi che la scriveremo."
"Che persona saggia ha detto questa cosa?"
"Direi che ora posso porre le mie domande."
"Non so se posso rispondere ma proviamo!"
"Ehy come non puoi rispondere! Me lo merito, mi fa ancora male tutto!"
"Se no poi finisce l'aura del mistero!"
Gli diede un bacio rubato a bordo delle labra, gli diede un poco delicato tocco con il dito tra le costrole e dopo avergli fatto la linguaccia iniziò a correre come per scappare da lui.
"Non si spara sulla croce rossa non lo sai?"
"Se mi prendi ripospondo ma niente magia!"
Iniziarono a correre nel parco come due ragazzini, finché stanco di rincorrerla fece un ghigno divertito e volo dietro di lei prendendola per i fianchi.
Sorpresa emise un urlo che fece uscire gli elfi domestici ed alcuni maghi da dentro la casa.
"Sto bene tranquilli, continuate come se noi non ci fossimo!"
"Credevo fossimo soli!"
"Sono fedeli a me non a mio padre. E poi ho le mie carte segrete per far si che non mi tradiscono!"
"Ricattarli non è una cosa bella da fare."
"E chi li ricatta, ci sono metodi migliori."
"Tipo?"
"5 domande sceglile bene!"
"Come menti nonostante la pozione?"
"Me lo ha insegnato lui si può dire. Negli anni ne bevevo qualche sorso ogni giorno, dopo un paio di mesi ho inziato ad aumentare la dose e dire mezze bugie. Con il tempo sono diventata immune all'effetto come fece lui molto anni fa. Ne restano 4!"
"Cosa è successo prima nei miei alloggi?"
"Abbiamo discusso!"
"Sai cosa mi riferisco!"
"Ok va bene, ti ho schiantato e poi usato un incantesimo che infligge dolore."
"Ma eri senza bacchetta!?"
"È una domanda?"
"Ti odio!"
"No tu mi adori!"
Ed era vero, prendeva dalle sue labbra. Come fosse sotto l'effetto di una pozione.
"Per una volta niente giochetti!"
"E in cambio cosa ottengo?"
Era il momento del gioco che tanto amavano entrambi.
"Cosa vorresti?"
Quelle parole la colpirono li, nel basso ventre. Cosa diavolo stava succedendo, dove era finito il suo autocontrollo?
"Oh mio caro tu non hai la minima idea di cosa io voglia..."
Addio autocontrollo, addio senso del dovere, addio tutto.
Lui la prese dai fianchi, la strinse a se. L'erezione era molto più evidente dell'ultima volta.
Lei si lascio andare a quel tocco cosi esperto.
Non si erano ancora baciati, erano uno difronte all'altro come ad aspettare che l'altro facesse la prima mossa.
Lui, come la volta precedente, gli prese i capelli e arrivò a pochi centimetri dalla sua faccia. Poi sposto le sue labbra sul collo di lei e iniziò a dargli casti baci creando una linea verso il suo orecchio. A metà percorso gli diede un morso, mentre gli stingeva di più i capelli come per non farla muovere mentre la mano che era sulla schiena della ragazza scendeva verso il suo sedere.
Delicatamente lascio la presa del morso per poi ciucciare delicatamente l'area dove fino a poco prima c'erano i suoi denti.
Dopo qualche secondo, che per la ragazza sembro un eternità riprese a baciarla continuando la sua retta verso l'orecchio.
La ragazza aveva il fiato corto e quando la mano del professore aveva raggiunto il suo sedere aveva emmesso un gemito inconsciamente, come inconsciamente si stava sempre di più spingendo verso di lui con il suo corpo sentendo la sua erezione contro la sua coscia sempre poi marcata.
Quando giunse all'orecchio lui smise di baciarla.
"Cosa vuoi Rebekah Gaunt da me?"

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