" Quanto ci vuole?"
" Monsieur, è debole e non ascolta la medimaga, se non si concentra non so se ne usciranno vivi"
Un lampo illuminó la stanza, la neve candida che scendeva lenta accentuó il bagliore.
"Mio signore!"E la mattina arrivò, la luce entrava dal balcone di fianco al letto. La ragazza dormiva tranquilla, in diagonale nel letto. Poi improvvisamente il suo sonno fu disturbato da un incubo, sempre lo stesso da anni.
Due uomini incappucciati con una strana maschera la portano via da un festa babbana, il suo vestito bianco pieno di sangue, chiede aiuto ma nessuno la considera come se nessuno la sentisse, il buio, un pavimento freddo contro le sue ginocchia, l'aria fredda, una risata inquietante, un cruciatus, decine di corpi senza vita la circondano, il dolore di un nuovo cruciatus, il silenzio, una mano sulla sua bocca.
Si sveglia tutta sudata mente Grace, la governante, cerca di calmarla.
"Signorina, si calmi, è a casa, sono Grace, la prego si svegli!"
La donna, con diverse primavere alle spalle, l'aveva vista crescere. I suoi capelli biondi e quei due occhi enormi azzurri erano stati spesso la prima cosa che vedeva dal risveglio dai suo incubi.
Quella donna era l'unico legame vero che aveva nella sua vita. L'aveva consolata ogni volta che era caduta, era al suo fianco ad ogni vittoria e senza farle domande le stava vicino.
La ringraziava silenziosamente per il rispetto e la discrezione che ogni giorno aveva nei suoi confronti. Era la cosa più simile ad una madre che avesse mai avuto, l'aveva seguita in tutto il mondo, aveva organizzato tutti i suoi spostamenti di abitazione, sistemato il disordine che faceva ogni giorno, si era occupata di non farle mancare nulla anche quel poco di amore che era riuscita a darle. Non era una ragazza facile, non si lasciava amare, si chiudeva in se e piangeva in silenzio sotto la doccia.
"Grace, scusami era solo un incubo, sto bene tranquilla!"
"Non sto tranquilla, sempre più spesso non dorme e quando dorme i suoi sogni sono incubi, è solo una bambina!"
"Quasi maggiorenne e a capo di una multinazionale, forse sono cresciuta Grace non credi?"
"Resterà sempre la bambina che conobbi 15 anni fa orsono, con due occhioni enormi e un sorriso bellissimo, la bambina che passava le ore in biblioteca a guarda i libri e a leggerli appena ha imparato. Rebekah sarà la mia bambina anche quando insegneró ai suoi figli a legarsi le scarpe, si metta l'anima in pace!"
"Proprio per tutti questi motivi, potresti darmi del tu, direi che la fase dipendende/datore di lavoro l'abbiamo superata da anni."
"Cosa vuole per colazione?"
"Appunto!"
Le due donne scoppiarono a ridere, una risata pura e complice come quella di una mamma con la propria figlia.
"Colazione salata e abbondante, sarà una luuuuuunga giornata, purtroppo!"
"Lei si faccia una doccia, io scendo a preparare la colazione."Si fece la doccia, si asciugó velocemente i capelli e si mise la prima cosa che trovò sulla sedia. Uscì dalla stanza e scese le sontuose scale di marmo, svoltò l'angolo e si fermò davanti ad uno specchio.
I lunghi capelli castano scuro ricadevano in morbidi boccoli, gli stessi occhioni verdi di cui parlava Grace poco prima ora non erano più spensierati ma velati e cupi, il corpo magro e tonico segnato da alcune cicatrici le ricordavano ogni giorno quanto fosse facile morire, più si guardava e più vedeva un morto che camminava. Ma non poteva arrendersi, doveva lottare, non era una ragazza qualunque, non le aspettava un destino scontato.
Il profumo che arrivava dalla cucina la mise di buon umore, quale gioia più grande del cibo?
Entrò canticchiando in cucina, per fingere una felicità apparente, per non far sapere al mondo intero che aveva un uragano dentro di lei.
"Sono buonissime queste uova, adoro la tua cucina!"
Mentre metteva in bocca l'ultimo boccone di uova e bacon, un gufo reale nero si fermò sulla ringhiera in pietra del terrazzo che affaccia sul giardino.
"Che meraviglia, mai visto qualcosa del genere!"
Grace era una babbana, molto inteligente, che negli anni aveva smesso di meravigliarsi delle cose strane che accedevano intorno a lei. Si era abituata a vedere gli sbalzi di corrente quando la ragazza era furiosa, aveva imparato a convivere con ampolle strane per casa, non si sarebbe mai spiegata come dopo aver visto la ragazza quasi morta l'anno prima la mattina dopo era in piedi senza troppi segni e pronta per partire, ma, tra tante stranezze viste negli anni, non aveva mai visto un gufo consegnare la posta.
Rebekah riconobbe subito il sigillo sulla lettera e la prese delicatamente dalla zampa del maestoso animale, gli mise una piccola ciotola d'acqua e lasciò alcuni pezzi di pane tostato.
Con la lettera tra le mani si diresse verso la quercia secolare nel giardino e si sedette sulle sua radici." SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe,
Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,
Confed. Internaz. dei Maghi)Gentile signorina Johnson
Siamo lieti di informarla che è stata accetata la sua richiesta pertanto Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti,
Minerva McGranitt
Vicepreside"Seguiva un'altra pagina dove erano elencate tutte le cose da acquistare prima dell'inizio dell'anno scolastico.
La ragazza sapeva che era inutile attendere lo smistamento, sarebbe stata una serpeverde, già lo sapeva.
Sospirò e capì, guardando il cielo, che non aveva scelta, non era stato un brutto sogno ma la triste realtà.
STAI LEGGENDO
Una Riddle di troppo!
Fiksi PenggemarE se la storia non fosse andata così? E se due occhi marroni avessero vegliato sul Golden Trio oltre al professor Piton? E se una bambina fosse cresciuta nell'ombra per poi riportare la luce dopo le tenebre? Non terrò fede alla linea temporale e ai...