𝟙𝟜 𝔻𝕚𝕔𝕖𝕞𝕓𝕣𝕖

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Un'altra domenica... Ma per Katsuki non fu affatto piacevole. Tralasciando che si era svegliato alle 6 del mattino per cucinare biscotti, sembrava una macchina sforna dolci da quanto andava veloce!
Ma non fu piacevole proprio perché, dal primo attimo in cui aveva aperto gli occhi, l'immagine del verdino era stampata di fronte alla sua faccia.

Aveva passato tutta la mattinata a tentare di staccare il cervello, ma ogni cosa che faceva andava a ricollegarsi a quel dannato verdino.
Cucinava i biscotti? Secondo voi, per chi erano?
Suonava la batteria? Casualmente iniziava a seguire il ritmo del suo cuore, quando pensava ad Izuku.
Studiava? Si immaginava di studiare insieme a lui!

Tutto, ogni cosa arrivava a farlo pensare a quanto gli sarebbe piaciuto passare più tempo con lui, ed arrivò perfino a pensare a quanto gli piacerebbe provare a baciarlo...
Toccarlo...
Sentirlo seriamente.

Aveva pensato molto a ciò che era successo il giorno precedente, dal fatto che era andato al negozio perché... Beh... Lo sapete anche voi!
Arrivando anche a credere che un filo invisibile li teneva collegati, perché era impossibile che a distanza di qualche anno, il ragazzo che aveva salvato da una possibile morte era proprio quello che gli faceva battere il cuore in quel modo così fuori controllo.

"Katsuki, che diavolo è successo qui?!". Sua madre entrò in cucina sbraitando, portandosi le mani tra i capelli nel vedere quella quantità industriale di vassoi con biscotti di ogni tipo sopra.

"Zitta vecchia! Sto pensando...". Il biondo era appoggiato al bancone della cucina, con il volto tra le mani e la schiena ricurva.

"E quando pensi cucini milioni di biscotti?! - Sua madre ne prese uno, girandolo tra le dita, per poi assaggiarlo - Non puoi pensare e basta senza finire tutta la farina che ho in casa? Avanti, screanzato, che cosa sta succedendo?".

I rubini di Katsuki si sollevarono, incontrando quelli così simili ai suoi della madre. Si guardarono per quella che a lui parse un'infinità, e, il linguaggio segreto di un figlio una madre lo capisce sempre.

Sfiorò delicatamente una guancia del suo bambino, per lei lo sarebbe rimasto per tutta la vita, nonostante il modo meraviglioso con cui era cresciuto.

"Si tratta del figlio di Inko, non è vero...?".

"I-Io... Non lo so... Sono... Ah! Lascia stare". Sbottò, passandosi furiosamente le mani tra i capelli e tirandosi qualche ciocca.

"Lo sai che non ti giudicherei mai, vero? Qualsiasi siano le tue scelte... Posso criticarle, ovvio, sono pur sempre tua madre. Ma ci sono cose che devi poter tirare fuori... Ti conosco bene, figlio idiota".

"Io non lo so che cosa mi gira per la testa, okay?! - Strinse i pugni con forza, facendo qualche passo avanti ed indietro di fronte a sua madre - So solo che... Fa male. Qui". Si portò una mano al petto, stringendo il tessuto della sua felpa con forza, quasi a volerla strappare via.

"Ti... Fa stare bene quel ragazzino, non è vero?".

"Tu... tu non immagini quanto... - Si riprese il volto tra le mani, stropicciandosi gli occhi con fare quasi rabbioso - E... e non voglio stare male... non voglio che lui stia male... T-tu sai come sono io, non sono la persona giusta per qualcuno di così... di così...".

"Innocente? Puro?".

"Già! Lui è una persona eccezionale, buona...".

"Katsuki, tesoro... - Poggiò con delicatezza le mani sulle spalle del figlio, accarezzandole dolcemente con i pollici - Tu non puoi decidere se sei o meno la persona giusta per qualcuno. Puoi riuscire a capire se una persona non è giusta per te, perché lo sai... ma non puoi saperlo per qualcun altro. Diresti mai che io e tuo padre siamo giusti insieme?".

Love for ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora