𝟙𝟟 𝔻𝕚𝕔𝕖𝕞𝕓𝕣𝕖

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Izuku si accorse dell'arrivo del biondo quando dei bambini passarono a corsa di fronte a lui, totalmente in lacrime.
Non si stupì molto a quelle reazioni spropositate, ma il cuore ebbe il solito effetto... Lo vide arrivare come un uragano, e quell'organo così indipendente si fermò per attimi infiniti.

Gli occhi di fuoco sprizzavano rabbia come fuochi d'artificio, poteva quasi vedere le scintille che uscivano dalle sue pupille.
Lo seguì con lo sguardo, mentre l'altro non lo guardò minimamente, puntò direttamente gli spogliatoi evitando qualsiasi contatto con chiunque.

Non voleva guardarlo, non voleva incrociare quegli smeraldi così unici. Come poteva?
Si era comportato male, chiudendosi in sé stesso... E voleva allontanarlo. Non era giusto per lui, non lo era.

Iniziò a spogliarsi, stando attento a tutte le nocche sbucciate e doloranti, visti i moti di rabbia del giorno precedente... Non era molto funzionale prendere a pugni la parete della propria camera...

"Fanculo...". Imprecò, lanciando brutalmente la propria felpa e maglia dentro l'armadietto, stringendo con forza i pugni, preso da moti di rabbia.

Da una parte non voleva fargli male... Dall'altra... Voleva averlo lì, nudo, e voleva toccarlo, sentire il suo odore e il suo calore... Voleva parlare con lui.

"Ciao".

Sobbalzò nel sentire il sussurro del verdino dietro di sé, ma non si mosse, paralizzato e spaventato da ciò che sarebbe potuto succedere...

"Oi Deku".

"Stai meglio?". Izuku si appoggiò alla porta dello spogliatoio con la spalla, incrociando le braccia al petto, cercando di sembrare sereno... Ma non riusciva, quel sorriso sul volto era estremamente tirato da sembrare una smorfia...

Aveva solamente la schiena dell'altro da poter guardare, stava immobile di spalle con il capo chino. Perché?

"Sei mia madre, per caso?". Strinse le palpebre, cercando di non fare caso a quel macigno nel petto. Era uno stronzo... Una persona senza palle...
Lo sapeva, ma il terrore di rendersi conto della realtà era più forte di ogni cosa...

"No, certo - Izuku si dondolò sulle gambe, rimanendo però lì - Ho il tuo 17 Dicembre".

"Ah, sì. Ieri non ti ho dato il mio". Katsuki si infilò la camicia, sempre di spalle e respirò profondamente.

"Non mi importa... - Mormorò il verdino, strofinandosi le mani sulle braccia a disagio - V-vorrei parlare...".

"Non c'è niente di cui parlare...".

"Invece sì. Di quello che è successo lunedì, vorrei solo capire". Izuku fece qualche passo in avanti, osservando come le spalle di Katsuki rimanevano rigide e tirare come corde di violino.

"Non è successo assolutamente niente, un fottuto... Errore". Sibilò il biondo, pugnalandosi da solo al cuore nel pronunciare quelle parole...
Non era stato errore, affatto. Sentirlo godere per merito suo, tra le sue braccia... Lo avrebbe fatto altre mille volte solamente per godersi di quei suoni e quelle immagini.

Ma Izuku era troppo buono, era davvero... Troppo. E lui, Katsuki, secondo i suoi pensieri era troppo poco...

"U-un errore... Eh? - Il verdino si sentì inumidire gli occhi, mentre iniziò a stringersi su sé stesso, tremando - Quale... Parte è stata un... Errore... Eh, Katsuki?".

Il biondo chiuse gli occhi nel sentirsi nominare così. La voce dolce e morbida di Izuku era stata sostituita da una tagliente e velenosa.
La rabbia iniziò a crescere dentro di lui, mista alla delusione... Mentre Katsuki ancora gli dava le spalle.

"Tutto...".

"Ah, tutto... - Sussurrò, abbassando lo sguardo e sorridendo - Eppure il tuo corpo mi ha fatto capire il contrario. Che c'è, Katsuki... Non vuoi essere un frocio?".

Gli mancò il respiro nel sentire quelle parole, finendo di vestirsi con la divisa: "Io non sono gay...".

"GUARDAMI IN FACCIA QUANDO MI DICI QUESTE CAZZATE!". La voce alta di Izuku rimbombò tra quelle pareti e quegli armadietti, creando un gelo palpabile tra loro due. Il verdino stava stringendo in un pugno la camicia, proprio all'altezza del petto, mentre delle lacrime iniziarono a scendere lungo il suo volto.
Non voleva credergli... Non dopo tutto ciò che era successo, e dopo che il biondo era cambiato così tanto.

Gli occhi rossi di Katsuki incontrarono finalmente gli smeraldi, ed entrambi rimasero a guardarsi per attimi infiniti.
Il biondo si sentì divorare dentro nel vedere tutto quel dolore, mentre Izuku...

"Avanti, Katsuki... - Ringhiò quasi Izuku, asciugandosi di fretta le lacrime, avvicinandosi - Dimmelo. Non sei un fottuto frocio? Non lo vuoi prendere nel culo, eh? Oppure non lo vuoi mettere... Dipende dal punto di vista. Sei... Sei tu che hai fatto il primo passo. SEI STATO TU!".

Lo sguardo di Katsuki vacillò, cercando di mantenersi il più composto possibile, ma quando lo avrebbe voluto stringere...
Quel verdino gli aveva stravolto la vita in due settimane. In due settimane aveva capito delle cose, ma che si rifiutava di accettare...

"Ed è stato un cazzo di errore". Strinse i denti, distogliendo lo sguardo.

"Un cazzo di errore... - Izuku rise, arrivando ad una vicinanza minima da lui, mentre i suoi occhi erano iniettati di rabbia - Fanculo Katsuki, fanculo cazzo! Tu... Tu mi hai illuso, sul serio! A scuola ti vengo dietro da ormai più di un anno, ed ora, dopo avermi masticato, mi sputi a terra calpestandomi".

Gli occhi rossi si spalancarono a sentire quelle parole, mentre lo stomaco iniziò a contorcersi dal dolore, creandogli un senso di nausea.

Stava seriamente spezzando un ragazzo, solamente per paura...?

"T-tu...".

"IO? Ora la colpa ricade su di me?! - Gli colpì il petto con un pugno, sentendo le lacrime di nuovo pungere i suoi occhi - Sei un bastardo! La prossima volta che prendi il cazzo di qualcuno in mano, vedi di essere sicuro!". Fece qualche passo indietro, scuotendo la testa deluso da lui, e da sé stesso. Si era lasciato abbindolare da una persona del genere...

Si infilò una mano nella tasca della giacca, tirando fuori una busta da lettere, dove aveva messo un biglietto del cinema per poter andare a vedere la ripubblicazione del Grinch, per poter ridere su vedendo l'interpretazione dello spirito natalizio di Katsuki sul grande schermo: "N-Ne avevo p-presi due... Così... Così saremmo andati insieme...". Si asciugò un'altra lacrima, lanciandogli con rabbia la busta riprendendo a camminare verso l'uscita dello spogliatoio.

Non vedendo come la mano di Katsuki si era allungata nella sua direzione, e delle lente e calde lacrime iniziavano a scendere sulle sue guance...

Non voleva che se ne andasse... Perché gli aveva aggiustato il cuore... Anche senza saperlo.

 Anche senza saperlo

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