XXIII

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Dovette aspettare un paio d'ore prima di vederla entrare dai cancelli della Scuola.
Xavier era appostato all'ingresso, senza la minima intenzione di schiodarsi dal posto. Quando la vide le andò subito incontro.

《Mimi! Cos'è successo? Stai bene?》chiese osservandola dalla testa ai piedi per verificare che fosse illesa, sembrava di sì.

《Ciao? Si, perché?》rispose lei perplessa.

《Mi sono preoccupato! Sei sparita》fece per avvicinarsi a lei e stringerla tra le braccia, ma Mimi indietreggiò di qualche passo.

《Che fai??》gli disse guardandolo male.

C'era qualcosa che non andava.

《So a malapena come ti chiami》aggiunse a mò di spiegazione.

Gli occhi di Xavier si sgranarono.

No, non di nuovo.
Non potevano essere tornati al punto di partenza.
Non poteva fargli questo.

《Cosa stai dicendo?? Noi siamo...》

《...compagni di classe se non sbaglio, e a proposito, devo tornare a lezione》lo interruppe, dileguandosi sotto al suo sguardo spaesato.

Impiegò qualche secondo a metabolizzare:
Mimi non si ricordava di lui.
Questa volta non sembrava stesse fingendo, non lo avrebbe mai fatto.
Si erano promessi che sarebbero stati insieme a qualsiasi costo.

Tutto il suo corpo fu pervaso di colpo da una rabbia che mai aveva provato in vita sua.

La ragazza era sparita casualmente dopo che suo padre lo aveva minacciato obbligandolo a starle lontano e ora sembrava ricordarsi di tutto tranne che di lui e di quello che era successo.
Suo padre aveva stranamente ottenuto quello che voleva.
Era arrivata l'ora di fargli una visita.

Vincent Thorpe era il capo di una grande azienda farmaceutica e i suoi uffici si trovavano all'ultimo piano di uno stabile poco fuori città.
Lo raggiunse in quella stanza senza nemmeno annunciarsi, spalancando la porta bruscamente e fronteggiandolo immediatamente.

《Xavier! Che ci fai qui?》si finse perfettamente sorpreso.

《Che cosa le hai fatto》chiese serio Xavier, stringendo le mani in due pugni lungo i fianchi.

《Non so di cosa tu stia parlando, sono piuttosto occupato in questo momento》tentò di scaricarlo, come faceva da tutta la vita.

《VOGLIO SAPERE COSA CAZZO LE HAI FATTO!》urlò allora lui.

Suo padre gli rise in faccia, senza prenderlo sul serio.
Sentì le mani prudergli dal nervoso.

《Xavier, non ti conviene comportarti in questo modo con me》disse tornando serio.

Un'altra minaccia. Ne aveva abbastanza.

Lo aggredì afferrandolo dalla giacca costosa che indossava per poi sbatterlo contro alla parete del suo ufficio.

《Le hai fatto dimenticare ogni cosa! COME HAI OSATO TOCCARLA... LEI È MIA!!》ringhiò a pochi centrimetri dal viso del padre.

Quest'ultimo sembrò finalmente rendersi conto di quanto il ragazzo fosse fuori di sé in quel momento, sgranando gli occhi alle sue parole.

《L'ho fatto per il tuo bene... per il nostro bene... quella famiglia non ci rovinerà ancora》

Le mani di Xavier si mossero in automatico attorno al suo collo, stringendolo sempre di più.
Non era lucido abbastanza da contenersi e quelle parole non stavano facendo che peggiorare la situazione.

《Lei è l'UNICA cosa che mi abbia mai fatto felice! Non ti permetterò di portarmela via! Voglio che torni com'era, SUBITO》

Vide lo sguardo del padre vagare agitato alle sue spalle per poi tornare terrorizzato su di lui.

Xavier stava involontariamente animando ogni singolo quadro presente in quella stanza, facendo avanzare ognuno dei diversi soggetti di quelle tele minaccioso verso di loro.
Non gli era mai capitato di riuscire a controllare dipinti che non fossero i suoi, ma a tutto c'era una prima volta, soprattutto con i giusti stimoli.

Forse fu quello a far cedere Vincent quando gli disse, respirando a fatica:

《È u-un farmaco mirato per alcune aree della memoria ed è... sperimentale... non abbiamo modo di annullare il processo... è irreversibile》

Non c'era modo di farle tornare la memoria.
Ironico come alla fine fosse stato proprio suo padre a rovinarlo.

Preso dalla frustrazione tirò un pugno dritto sulla faccia dell'uomo di fronte a lui, facendolo scivolare per terra.

《Non considerarmi più tuo figlio. Per me non esisti più, sei una persona orribile》gli disse poco prima di gettare un'occhiata alle creature dei dipinti che aspettavano solo un suo ordine per attaccare.

Fece appena un cenno con la mano e uscì dalla stanza, sentendo le urla disperate della persona che una volta reputava suo padre.

Xavier nei giorni successivi spiegò alla madre di Mimi cosa fosse capitato alla figlia e insieme decisero di collaborare con la Polizia per incastrare Vincent Thorpe per utilizzo di farmaci sperimentali non autorizzati.
Sarebbe stato difficile: la sua Azienda era inattaccabile sotto molti punti di vista.

Ma ben più complicata fu la situazione con Mimi.
Xavier notò come la ragazza durante il giorno sembrasse assolutamente normale, una studentessa modello senza alcun problema al mondo.
Ovviamente continuava a non ricordarsi di tutto quello che avevano passato insieme: per lei Xavier era solamente un suo compagno e, detto sinceramente, non sembrava stargli nemmeno troppo simpatico.
I primi giorni tentò invano di farle ricordare qualcosa, sembrando ai suoi occhi solo un pazzo che utilizzava dei tentativi di rimorchio da quattro soldi per impressionarla e farsi notare.

Se di giorno era uno strazio passare inosservato o venire rifiutato dalla persona che amava, la notte forse era ancora peggio: il farmaco le aveva strappato i ricordi di Xavier ma il suo subconscio si ribellava alla cosa, causandole continue crisi.

La prima notte fu svegliato di soprassalto da Enid che lo pregava di intervenire poiché, avendo lei la camera proprio vicino a quella della ragazza, l'aveva sentita urlare il suo nome.

Ogni notte Mimi alternava brevi momenti in cui sembrava riconoscerlo ad altri in cui non era in sé, tentava di aggredirlo o di scappare.

Quando tutto diventava troppo da gestire il suo corpo le provocava forti convulsioni, e quelle erano la parte peggiore: vederla in quello stato e non poter fare praticamente niente per aiutarla lo faceva impazzire.

Dovette affrontare uno dei periodi più duri della sua vita.
Non aveva però intenzione di mollare: le aveva promesso che le sarebbe stato accanto sempre e così avrebbe fatto, a costo di rimetterci sé stesso.

Xavier aveva infatti incubi talmente intensi da animare e perdere il controllo di ogni singolo dipinto o disegno nella sua stanza.
Divenne talmente pericoloso che smise di dormirci, trascorrendo alla fine ogni notte nella camera di Mimi.

Non che lì fosse più semplice, ma almeno erano insieme.

Passava ore e ore sveglio con la ragazza e quando finalmente lei si addormentava, ne passava altrettante a pregare che tornasse a ricordare, che smettesse di stare così male, che al mattino lo riconoscesse.

Era costretto a lasciare la stanza prima del suo risveglio per non essere cacciato via a calci, tornando ad essere per lei praticamente uno sconosciuto.

Ogni mattina all'alba le lasciava un bacio sulla fronte e le prometteva che sarebbe tornato la notte successiva.

Tornò ogni volta

e alle fine la costanza sembrò ripagarlo.

Eyes - Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora