XIII

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Vennero svegliati di soprassalto da un tuono: grossi nuvoloni neri avevano coperto il cielo.

Si guardarono per un attimo spaesati e imbarazzati per la posizione in cui si trovavano, per poi ricomporsi e incamminarsi verso la Scuola. Quando la pioggia iniziò a cadere fitta si misero a correre a perdifiato.
Giunti finalmente all'ingresso principale si guardarono, entrambi completamente zuppi, e scoppiarono a ridere.

Bianca aveva assistito a quella scena e riuscì a malapena a contenere la rabbia.

Il giorno successivo Xavier era particolarmente di buon umore. Si stava dirigendo verso il Poligono della Nevermore per trascorrere un po' di tempo a tirare con l'arco: quando era nervoso o in pensiero infatti le possibilità di centrare quei maledetti bersagli per lui diventavano pari a zero.

Trascorse una mezz'ora concentrato ad allenarsi, senza accorgersi della bella Ragazza Sirena che lo scrutava da lontano.

Poi la corda del suo arco decise di ruppersi sul più bello e dovette sedersi per tentare di ripararlo.

Bianca approfittò di quella pausa per avvicinarsi e salutarlo sorridente:

《Ciao Xavier, come stai?》

Lui alzò la testa, era sorpreso di trovarla lì.

《Bianca? Ciao... bene. Che fai da queste parti?》le chiese.

《Passavo di qui... e non ho potuto fare a meno di notare quanto tu sia diventato bravo con questo coso》si avvicinò a lui, prendendo l'arco dalle sue gambe e sostituendolo con sé stessa.

Ma cosa diamine le prendeva?

《Potresti insegnarmi》gli disse civettuola, osservando il suo arco, comodamente seduta su di lui.

《Bianca ma che stai...》gli morirono le parole in gola.

La confusione sul viso di Xavier venne ben presto sostituita dal panico quando vide, poco lontana da loro, Mimi che camminava insieme ad Enid.

La ragazza si fermò bruscamente non appena inquadrò Xavier e Bianca così vicini: sgranò gli occhi e il sorriso sul suo volto scomparve, suscitando la confusione dell'amica che era con lei.

Xavier si alzò in piedi di scatto facendo scivolare per terra Bianca che protestò:

《Ehi! Sei impazzito!》

Ma fu troppo tardi, Mimi si era già voltata e si stava rapidamente allontanando.

Quella stessa notte Xavier non riusciva a dormire. Si sentiva tremendamente in colpa.
Ma per cosa?
Lui non aveva fatto niente intenzionalmente.
Ma Lei questo non lo sapeva.
Forse si stava solo facendo troppi castelli, loro alla fine non erano niente.
Non doveva dimostrarle nulla.
Però avevano fatto dei passi avanti il giorno prima, si era aperta con lui finalmente.
E ora lui aveva rovinato tutto, di nuovo.

Gli sembrava che per ogni passo avanti ne faceva almeno altri dieci indietro.

Continuò a rimuginare in dormiveglia fino a quando gli parve di sentire un tonfo sordo provenire dalla porta.

Probabilmente stava già sognando.

Quando le sue orecchie però udirono delle urla smorzate si rizzò a sedere di scatto e si fiondò a controllare, a quel punto era sicuro di non essersele immaginate.

Aprì la porta e la scena che vide lo fece dubitare di essere sveglio.

Non poteva credere a quello che stavano vedendo i suoi occhi: sul pavimento, a meno di due metri di distanza, si trovavano Bianca e Mimi.

Quest'ultima aveva uno sguardo cattivo in volto e stava stringendo con forza le mani intorno alla gola di Bianca, intrappolata sotto di lei. Aveva un braccio allungato verso la sua porta e tra le lacrime cercava di sfuggirle.

《Lui è MIO!》sentì Mimi sussurrarle quelle parole vicino al viso 《...te l'avevo detto di lasciarmi in pace, che te ne saresti pentita, TI HO PREGATO DI LASCIARMI STARE E NON MI HAI ASCOLTATA!》

Xavier era esterrefatto.

Si sforzò di riprendersi dallo shock e come un'automa si mosse in avanti per intervenire.

Afferrò di peso Mimi e la tenne ferma a fatica con entrambe le braccia, incrociando lo sguardo di Bianca e intimandole di andare via di lì.

Fortunatamente era arrivato in tempo.

Lasciò andare la ragazza una volta entrato in camera sua ed essersi chiuso la porta alle spalle.

《Ma che cazzo stavi facendo, Mimi, porca puttana!!》urlò furibondo.

Non sembrava in sé: indossava ancora la divisa, si era rannicchiata per terra sotto alla sua scrivania e si copriva il volto con le mani.

《Scusami... scusami io non volevo... Bianca mi ha costretto...》mormorò piano

Xavier non capiva cosa le prendeva.

Si avvicinò a lei, abbassandosi al suo livello e le disse, schiarendosi la gola, tentando di parlarle con voce più calma:

《Ehi... tranquilla... si può sapere che ti succede?》

La ragazza tolse incerta le mani dal viso e nella penombra intravide il suo sguardo triste: sembrava quasi una bambina.

《Non essere arrabbiato con me, ti prego Xavier...》gli disse con gli occhi lucidi, le pupille sottili puntate dritte verso di lui.

《Non lo sono... però voglio che tu venga fuori da lì sotto, forza dammi la mano》

Nel momento in cui si rialzò in piedi e afferrò la sua mano percepì come si irrigidì di colpo: la vide serrare gli occhi di scatto e corrucciare lo sguardo.

Quando pochi istanti dopo li riaprì si guardò intorno velocemente, realizzando che Xavier fosse davanti a lui e che si trovasse nella sua stanza.

《Dio mio no...》sentì a mala pena quelle parole uscire dalla sua bocca prima che facesse un passo indietro verso la porta. Ma lui la intercettò, impedendole di uscire.

《Oh no, questa volta non scapperai via. Voglio sapere cosa ti sta succedendo》

Mimi sospirò tristemente:《Puoi dirmi che cosa ho fatto?》

《Stai scherzando spero》sbottò guardandola stupito, e lei perse la pazienza:

《Ti sembra che io voglia scherzare in questo momento Xavier? NON RICORDO CHE COSA HO FATTO, OK??》

Le spiegò brevemente ciò che era successo e la ragazza ascoltò ogni parola senza particolari reazioni, sembrava quasi si aspettasse già tutto.

《Mi dispiace per Bianca... io...》cercò di riordinare le idee, andando a sedersi alla fine del suo letto.

《Questa è un'altra cosa di cui purtroppo non ho il controllo mentre dormo. Vedi io... a volte mi sveglio diversa durante la notte: sono più arrabbiata, più sensibile, più spontanea, più aggressiva, più triste... sento tutto di più. Tutto ciò che trattengo o a cui passo sopra facilmente nella vita di tutti i giorni, durante la notte ha bisogno di sfogarsi. E lo fa nei modi peggiori. È come se fosse un'altra persona, ma in realtà... sono io》 si stava torturando le mani mentre parlava《Bianca mi stuzzicava ultimamente, cercavo di non darle peso ma sapevo che l'Altra avrebbe reagito prima o poi. Non dormivo nemmeno più per cercare evitare quello che è successo. Però poi oggi io vi ho visti e...》si interruppe di colpo.

Xavier era sconvolto.
Un tarlo si insinuò lentamente tra i suoi pensieri.

《Dimmi una cosa...》doveva farle quella domanda, ma temeva la risposta 《...eri in te quella sera al locale quando ci siamo visti per la prima volta?》

Eyes - Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora