IX

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Aveva abbandonato quel vicolo con la testa dolorante, ma il peso che sentiva nel petto forse lo era di più.

Non capiva perchè ogni cosa che facesse fosse sbagliata.
Come poteva sperare di avvicinarsi a lei se non glielo permetteva?
Non poteva più ignorarla come faceva quando si trattava solo delle sue visioni, ma non riusciva nemmeno a trovare un punto d'incontro. Non gli permettevano di trovarlo, lei e quel suo maledetto muro che si era costruita attorno.

Entrò in camera sua sbattendo la porta quando fuori stava iniziando a fare buio e si diresse direttamente sotto la doccia.

Non aveva intenzione di guardarsi allo specchio perchè, per quanto la ferita al viso stesse bruciando, non avrebbe sopportato la vista del suo stesso sguardo spento.

Finì di lavarsi dopo una decina di minuti, si asciugò in parte il corpo con un asciugamano che legò in vita e uscì dal bagno frizionandosi i capelli lunghi con un secondo asciugamano.

Sentì bussare alla porta.

Con uno sbuffo si diresse ad aprire, certo di trovare Ajax incavolato con lui perchè alla fine non lo aveva raggiunto.

《Amico lo so, scusami per oggi, però ora non è proprio il momento...》iniziò a parlare ancora prima di aprire la porta.

Entrambi i ragazzi rimasero di sasso.

Peccato che dall'altra parte in quel momento non ci fosse Ajax, ma Mimi.

Xavier la vide subito corrucciare lo sguardo perplessa, prima di spostarlo più in basso verso il suo petto ancora umido, i suoi addominali in bella vista e l'asciugamano bagnato legato in vita che lasciava poco all'immaginazione.
Annaspò per qualche secondo sgranando gli occhi e immediatamente li riallacciò ai suoi.

Si schiarì la gola e parlò:

《 Non volevo disturbarti, forse non è un buon momento...》stava già facendo un passo indietro quando Xavier, che tutto si aspettava, tranne di trovarla alla sua porta, la interruppe:《Perchè sei qui?》

《Volevo parlarti》

《Ok, entra allora》le disse spalancando la porta per farla passare.

《Possiamo anche parlare un'altra volta》percepiva imbarazzo nel suo tono di voce, guardava ovunque tranne che nella sua direzione.

《Si? Sicura di non potermi gestire?》la punzecchiò allora lui, facendo riferimento alle parole di lei in quel vicolo.

La sentì sbuffare ed entrare finalmente nella sua stanza, stando ben attenta a non guardarlo nemmeno per sbaglio.

《Mi scuso per la mia reazione di prima》disse lei dopo pochi istanti, muovendosi lentamente all'interno della sua camera.

Aveva sentito bene?

Vederla così, nella sua stanza, in mezzo alle sue cose, tra i suoi dipinti, gliela fece perdonare all'istante.
Però voleva che lei sapesse.

《Volevo solo proteggerti...》le confessò.

《Nessuno mi ha mai protetta, non ci sono abituata, mi dispiace》rispose lei semplicemente.

La vide allungare una mano verso una delle tele che grazie a Dio aveva coperto, una delle molte che raffiguravano lei. Sfiorò con le dita il tessuto posizionato sopra al cavalletto e Xavier, temendo che potesse rimuoverlo, si avvicinò di scatto appoggiando delicatamente una mano sulla sua.

《Non è finito...》le disse sottovoce.

Si rese conto di esserle vicino, più vicino di quanto lo era stato da settimane. Non si ricordava nemmeno più come respirare.

Gli occhi di Mimi vagarono dalla sua mano grande, poggiata appena sulla sua, ai muscoli del suo braccio disteso verso di lei, alla sua spalla e al pomo d'Adamo del suo collo.
I suoi occhi si tuffarono infine in quelli di Xavier: ci fu un movimento impercettibile in quelle iridi incorniciate da smeraldi.

Voleva baciarla.

Si abbassò di poco verso di lei.

《Posso aiutarti a medicare la ferita...》sussurrò Mimi.
《Non preoccuparti...》ma qualcosa nel suo tono di voce o forse nelle sue parole fece destare la ragazza che sbattè le palpebre e ritirò di scatto la mano verso di sé, allontanandosi.

《No, davvero, fatti aiutare》insistette, ora più lucidamente.

Anche Xavier a quel punto fu obbligato a ricomporsi. Aveva bisogno di mettersi qualcosa addosso.
《Ok... grazie. Mi vesto e prendo il disinfettante》.

Quando tornò nella sua stanza le porse tutto l'occorrente per disinfettare la ferita e si sedette ai piedi del letto.

Lei gli fece alzare il viso e iniziò a tamponare delicatamente con il cotone il taglio sul suo zigomo.

《Non dovevi prenderti un pugno a causa mia》disse ad un certo punto.

Xavier aveva divaricato un po' le gambe per farle spazio e lei si trovava proprio nel mezzo. Gli sembrava una situazione così intima.

《Non ti avrei mai lasciato lì da sola》le rispose chiudendo gli occhi《So già cosa stai per dire, te la saresti cavata benissimo anche senza di me, ho capito. Ma sinceramente non mi interessa... vederti con quel tipo mi ha fatto così arrabbiare...》borbottò perso tra i pensieri.

《Ah sì?》lo interruppe lei.

Si rese conto di aver parlato forse troppo, riaprì gli occhi e si schiarì la gola.

《Beh, comunque... vorrei proprio vedere se sei così invincibile come dici di essere》 cambiò rapidamente argomento mentre la ragazza gettava il cotone nel cestino.

《Cosa intendi?》aveva suscitato la sua curiosità.

《Vieni in palestra domani, il Club di Autodifesa sarà felice di testare le tue capacità》

Sembrò davvero valutare la sua proposta 《Certo che alla Nevermore avete un Club per qualsiasi cosa...》Xavier scoppiò a ridere 《Sì, diciamo di sì, questo in particolare insegna a molti studenti a proteggersi anche in assenza dei propri poteri》le spiegò.

《E tu perchè ci vai?》

《Non lo so, suppongo per essere preparato》e dopo averci pensato un momento aggiunse con un sorrisino 《Mi piace vincere》

Mimi lo guardò con un sopracciglio alzato prima di incamminarsi verso la porta《Ci penserò》

《Grazie per l'aiuto》disse Xavier

《Grazie per l'aiuto》Mimi le rispose allo stesso modo uscendo dalla sua stanza.

Una volta rimasto solo tornò verso il dipinto sul cavalletto e lo scoprì.

Fissò intensamente il disegno sulla tela finchè non si animò: era una Ragazza dai capelli scuri che camminava di notte in equilibrio lungo un cornicione.

Sospirò.

Era sempre più fottuto.

Eyes - Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora