VI

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Trascorse una settimana da quella serata: da quel momento le visioni di Xavier si placarono, dandogli un po' di tregua.

Tutto sembrava essere tornato alla normalità.

Non aveva più rivisto di persona la ragazza misteriosa, nemmeno durante alcuni pomeriggi passati per le strade di Jericho dopo le lezioni.

Era arrivata dal nulla e allo stesso modo era scomparsa.

Meglio così, si convinceva Xavier.
Tutta quella vicenda sembrava un ricordo già così lontano, talmente lontano che quasi poteva credere che non fosse mai accaduto.
A volte si domandava se per caso fosse stato tutto frutto della sua testa.
Meglio così, si ripeteva come un mantra.

Quel Venerdì pomeriggio aveva finito da poco le lezioni e si stava dirigendo in camera sua: mentre saliva le scale che portavano ai dormitori vide un lampo bianco e un brivido improvviso fece tendere nell'immediato tutti i muscoli del suo corpo.

Accelerò il passo, sapeva bene cosa stava per succedere.

Arrivò alla porta della sua stanza e l'aprì velocemente, fece appena in tempo ad entrare e chiudersela alle spalle: una visione attraversò la sua mente, come un fulmine a ciel sereno.

I suoi occhi si velarono di bianco, ma in realtà stava osservando molto di più.

Si riprese pochi secondi dopo: nell'immediato attraversò la stanza e afferrò il primo pennello che trovò sulla scrivania, insieme ad una tela nuova.
Con la mascella tesa e la fronte corrucciata iniziò a riportare sulla tela ciò che aveva visto.

Trascorse minuti interi, forse ore, in piedi davanti alla sua opera.

Una volta conclusa si strofinò il viso, fece un passo indietro e la osservò: nuvole nere come la pece, vento, fulmini e pioggia.
Con sguardo cupo ancora rivolto verso il dipinto arretrò fino al bordo del letto e si sedette stanco sul materasso.
Sospirò.

Stava arrivando una Tempesta.

La mattina dopo si svegliò tardi, si sentiva esausto.
Dopo una lunga doccia si decise finalmente a mettere piede fuori dalla sua stanza per raggiungere i suoi amici nei giardini.

Nei corridoi percepiva uno strano fermento, aveva visto un gruppetto di persone dirigersi di corsa nella sua stessa direzione.

Sentì distrattamente il discorso di due ragazze non troppo lontane da lui:

《Chi cambia scuola a metà semestre deve aver proprio avuto problemi, te lo dico io》

《Beh, se è arrivata qui alla Nevermore... il problema dev'essere lei》scoppiarono in una risatina nel momento in cui Xavier le superò.

Arrivato in giardino non badò troppo alla confusione, il cappuccio della sua felpa gli copriva parte del viso e individuò a malapena i suoi amici.

Una volta raggiunti si accorse che Jamie e Oliver discutevano animatamente:

《Non di dire stronzate! Ti dico che è una Sirena!》

《L'ho vista da vicino e non ha nemmeno le scaglie, impossibile!》

《Hai sicuramente visto male! Come al solito, scommettiamo?》

《Ma se mi devi ancora i soldi dell'ultima volta, idiota!》

Mentre ascoltava il battibecco si avvicinò ad Ajax e gli chiese sottovoce che cosa stesse succedendo:

《Nuovo studente》rispose più che sintetico il suo amico《So che Enid le sta facendo fare il giro, vado a dare un'occhiata, vieni?》aggiunse.

Xavier declinò l'invito, era per natura poco socievole, soprattutto con le persone che non conosceva.

I suoi primi mesi alla Nevermore furono solitari, ignorava chiunque tentasse di fare amicizia. Tutti tranne Ajax, lui non accettava mai un rifiuto. Insistette così tanto che alla fine diventarono buoni amici e grazie a lui conobbe anche Jamie e Oliver.

Avvisò gli amici rimasti con lui che avrebbe fatto un salto in mensa a prendere qualcosa da mangiare e che li avrebbe raggiunti a breve.
Ma ovviamente quando varcò di nuovo le porte dei giardini loro non erano più al solito posto.

Con una mela in mano e il cappuccio in testa si guardò attorno: Jamie, Oliver, Ajax e Enid gli davano le spalle non troppo lontano, stavano parlando con qualcuno. Probabilmente il nuovo studente.

Poi si mossero appena e Xavier vide la persona con cui stavano parlando.

Si paralizzò sul posto.

Era Lei.

Non poteva essere vero.

Per un attimo non seppe cosa fare: una parte di lui avrebbe voluto scappare il più lontano possibile, ma l'altra...

Lasciò cadere a terra la mela e si avvicinò a loro.

Quei pochi metri che li separavano diventarono molti di più nella testa di Xavier, che in quel momento lavorava a pieno regime per trovare il modo migliore di inziare una conversazione con la ragazza.
La nuova studentessa della Nevermore.
Era anche lei una Reietta.

Mentre camminava nella sua direzione lei alzò lo sguardo e l'osservò avvicinarsi.
Si fissarono per un istante in silenzio, fino a quando Xavier la salutò con un mezzo sorriso sul volto e gli occhi che esprimevano tutto quello che non poteva dire davanti a tutti.

《Ehi, ciao...》disse tra lo sconcerto generale dei suoi amici, Ajax per primo.

Si ammutolirono tutti in attesa.

Xavier che si presentava in quel modo con un nuovo studente, così di punto in bianco, era una scena surreale.

La ragazza inclinò il capo e con un sorriso di circostanza gli rispose:《Ciao》

Enid si schiarì la voce guardando i due, probabilmente continuando il discorso che Xavier aveva interrotto con il suo arrivo, e lo presentò:

《...e lui è Xavier Thorpe, il nostro artista tormentato. Xavier, lei è Mimi Thompson. È arrivata da poco in città e frequenterà la Nevermore! La sua stanza è proprio accanto alla mia!》concluse battendo le mani emozionata.

Xavier aveva smesso di ascoltarla, finalmente sapeva il suo nome.

《Scusa Mimi, posso parlarti un attimo?》le disse.

Aveva bisogno di rimanere solo con lei. Guardò eloquentemente gli altri e si allontanò di qualche metro con la ragazza.

《Quando ci siamo visti quella sera non pensavo ti avrei più rivista. Non di certo in questa Scuola》le disse una volta rimasto da solo con lei.

Vide la sua espressione mutare in una più confusa.

《Scusa, ci conosciamo?》

Eyes - Xavier ThorpeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora