Capitolo 7

288 42 41
                                    

"Gli incontri
più importanti
sono già
combinati
dalle anime
prima ancora
che i corpi
si vedano"
PAULO COELHO

«Credevo che saresti stato dei nostri questi weekend» Edoardo mi guarda con aria confusa, non gli ho detto nulla del ritorno di Miriam nè che andrò a Milano per incontrarla.
Le ultime tre settimane sono passate in maniera lenta, era come se le lancette dell'orologio si muovessero a rallentatore.
L'ansia ha consumato fino all'ultimo briciolo di lucidità, esattamente come farebbe un avvoltoio con la sua carogna.

«Ho da fare» infilo un chewing gum in bocca e inizio a masticare nervosamente.
Saluto mio fratello con un cenno della mano, salgo in auto e avvio il motore sotto il suo sguardo incuriosito.

Il tragitto si rivela alquanto agitato, come immaginavo.
Tra qualche ora finalmente rivedrò la ragazza di cui sono innamorato e nella mia testa ho già preparato il discorso, ogni singola parola che ho sognato di dirle per mesi.

Busso rumorosamente alla porta, mi trovo davanti ad una piccola casa dalla facciata interamente verniciata di bianco.
Torturo le dita tra loro con un angoscia crescente nel petto quando, ad un certo punto, una bellissima ragazza apre la porta; osservandomi da capo a piedi.
La osservo anche io pensando che, in fondo, quello stronzo di Gianluigi ha davvero buon gusto!

I lunghi capelli biondi sono legati in una crocchia ben tirata, i suoi occhi chiari e penetranti la rendono un bel bocconcino per la maggior parte dei ragazzi; sfoggia un pancione a dir poco enorme tenendolo ben saldo tra le sue piccole mani smaltate.

«Bene, sei qui» Gianluigi si avvicina a lente falcate in direzione della donna, cingendola in vita.
«Sofia, lui è Axel. Axel, lei è Sofia» alterna lo sguardo tra me e la sua ragazza con un'espressione quasi indecifrabile sul viso.
«Si, lo avevo intuito» passo una mano tra i capelli con fare nervoso.

«Tra circa mezz'ora Miriam sarà qui» annuncia, facendomi strada verso il piccolo salotto.
Mi guardo intorno incuriosito dalla personalità di quella minuscola stanza.
Le pareti sono tappezzate di foto che ritraggono i due piccioncini, un piccolo divano in pelle si erge al centro della sala.
Il mio sguardo cade su un vecchio televisore poggiato su un grosso mobile di legno che sembra essere uscito direttamente dal Medioevo.
Eppure questa casa profuma d'amore, nonostante non sia la più bella che abbia mai visto nè la più lussuosa.
Sembra un piccolo rifugio colmo di felicità.

«Non è il massimo, ma ci rende felici» Sofia sembra avermi appena letto nel pensiero, pronuncia quelle parole con un particolare luccichio negli occhi che mi fa subito intendere quanto sia sincera.
«Prego, accomodati. Gradisci qualcosa da bere?» un lieve sorriso esce spontaneo dalle mie labbra mentre la osservo fare vari tentativi per smorzare quell'imbarazzo tagliente creatosi tra me e il suo compagno.

I minuti passano inesorabilmente lenti, sospiro sommessamente buttando giù di tanto in tanto una sorsata di Scotch affogato nel ghiaccio.

Quattro colpi alla porta.
Quattro. Fottuti. Colpi. Alla. Porta.
«Resta qui e non fiatare. Ho bisogno di salutarla come si deve prima di farla incazzare» sussurra Gianluigi avvicinandosi al mio orecchio.
Lo osservo dirigersi alla porta mentre cerco di placare il mio battito cardiaco ormai impazzito.

«Gigii» la sua voce, quel timbro vocale riconducibile ad un angelo risuona come la più dolce delle melodie nelle mie orecchie.
Lotto contro l'istinto di correre da lei e baciarla così intensamente da smettere di respirare.
«Tu devi essere Sofia! Sei più bella di quanto immaginassi»

Dio, vorrei andare lì e urlarle in faccia che è lei la più bella sulla faccia della terra.
«Sei bellissima Emme» sento gridare Gianluigi.
Dovrò picchiarlo se fa un altro complimento alla mia Miriam.

L'inferno in noi 2 {CAOS}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora