"L'unica cosa
che dobbiamo temere
è la paura stessa"
FRANKLIN D. ROOSEVELT«Axel...» biascica Andreas, accovacciandosi accanto a me in mezzo all'erba alta.
L'odore pungente del fogliame bagnato mi fa storcere il naso.
Giro lentamente la testa verso questo ragazzino impaurito, incastrando per qualche istante le mie iridi azzurre nelle sue.«Hai fatto bene, Axel» continua, ostentando una finta sicurezza.
«Sono nella merda, Andreas.
Siete tutti nella merda e la colpa è solo mia» balbetto, in balìa delle mie emozioni.La paura.
Fino a un anno fa non sapevo neanche cosa fosse.
Ora ho paura.
Paura di perdere la donna che amo, paura di restare intrappolato in questo limbo infernale.
«Andiamocene» sussurro, cercando di trovare il giusto equilibrio per alzarmi da terra.Guido silenziosamente mentre il mio cuore viene preso a pugni dalla coscienza.
Cosa devo fare ora?
Devo portare Miriam lontano da qui?
Devo fuggire?«Cosa cazzo dovrei fare ora?» domando, dando voce ai miei pensieri.
«Non lo so, Axel.
Forse dovremmo andarcene» biascica, sbottonando la giacca elegante alla disperata ricerca di aria.«Solo che...io non posso farlo» continua, posando lo sguardo su di me.
«Cosa significa che non puoi farlo?»
«Non posso andarmene e lasciare mio padre qui.
La mia famiglia non deve pagare per le mie colpe» afferma, sicuro più che mai delle sue parole.
«Devi andartene, Andreas.
Devi andare via da qui e portare la tua famiglia con te.
Tu non c'entri nulla con questa storia.
È una faccenda che non ti riguarda.
Questa è la mia famiglia e ciò significa che devo essere io a sistemare le cose» rispondo, prendendo consapevolezza delle mie responsabilità.«Io non ti lascio solo, Axel»
«Invece lo farai.
Se sei un vero amico devi lasciarmi solo e pensare a ciò che hai da perdere» batto nervosamente le dita sul volante senza guardare Andreas negli occhi.
Ho paura ma questo non deve saperlo.
Deve andarsene convinto del fatto che metterò a posto le cose.
Devo salvarlo come lui ha salvato me.«Promettimi che starai attento» poggia entrambi i gomiti sulla superficie gelida del finestrino, osservandomi attraverso il vetro oscurato.
«Te lo prometto.
Ora vai»
«Ci rivediamo presto amico» batte due colpi sulla carrozzeria dell'auto per poi salire sulla sua vecchia Panda e andarsene.Entro rapidamente in casa, richiudendo con un tonfo la porta alle mie spalle.
Avvio la chiamata e, nonostante sia notte fonda, Gianluigi risponde al secondo squillo.
«Axel, che succede?» biascica, con la voce ancora impastata dal sonno.
«Tieni d'occhio Miriam.
Non aprire a nessuno, forse gli scagnozzi di Edoardo stanno venendo a Milano.
Svegliala e dille che tra qualche ora sarò lì e partiremo insieme.
Anzi non svegliarla, le spiegherò tutto a voce.
Mi raccoman...» grido, camminando avanti e indietro per il salotto.«Axel, calmati cazzo.
Vuoi dirmi cosa è successo?»
«Non ho tempo.
Stai con Miriam fino al mio arrivo e non fare domande, porca puttana» sbraito, portando una Philip Morris alle labbra.
Clicco velocemente il tasto rosso sul display, chiudendo la telefonata.Afferro un borsone nero infilandoci qualche felpa e due paia di pantaloni per poi richiuderlo e poggiarlo sul divano.
Da uno dei tanti scomparti della cucina estraggo una bottiglia di Whisky e, portandola alla bocca, ingoio due lunghe sorsate di quell'infiammabile liquido ambrato.«Vaffanculo» grido, lanciando la bottiglia contro il muro.
La osservo frantumarsi in mille piccoli pezzi.
Inspiro ed espiro alla ricerca del mio autocontrollo che, ormai, è andato a farsi fottere.
Afferro le chiavi dell'auto e il borsone per poi precipitarmi in strada, pronto a raggiungere la mia donna e portarla lontano da qui.
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L'inferno in noi 2 {CAOS}
Romance"Senza te è il caos. E ora dimmi, credi si possa sopravvivere nella confusione della propria mente?" Axel riuscirà a vivere senza la sua Miriam? Cambierà per lei? Miriam invece, troverà un modo per riscattarsi? Che ne sarà di loro due? E del loro a...