Capitolo 31

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"È in un momento
di indecisione
che i tuoi sogni
vengono distrutti"
MARC DASSAULT

«Io, bhe ecco...io sto aspettando un amico» balbetta Miriam, mentre una scintilla di delusione attraversa le sue iridi verde smeraldo.
«Bene» sussurro, cercando di nascondere l'evidente imbarazzo che brucia come acido sulle mie guance.

«Voi due...» tossisce, alternando lo sguardo tra me e Jennifer.
«Voi due state insieme ora?»
Mi prendo qualche istante per formulare la giusta risposta, io e Jen non stiamo insieme ma voglio che Miriam pensi il contrario.
Voglio che soffra come ho sofferto io, voglio che si renda conto che mi ha lasciato andare, che mi ha abbandonato e che una ragazza più coraggiosa di lei si è presa cura di me.

Voglio che sappia che mentre lei fuggiva come una codarda, Jen ha deciso di ardere nelle fiamme dell'inferno insieme a me.
«Sì, stiamo insieme» mento, sotto lo sguardo attonito di entrambe.
«Ma, Axel...» interviene Jen, avvicinandosi di qualche metro.
«Niente ma, Jennifer.
Io sto con lei ora, Miriam»

Ingoio il groppo che mi serra la gola mentre cerco disperatamente di fare a pezzi l'amore che provo per lei.
Questa volta ho bisogno che vinca la rabbia; ho tremendamente bisogno di odiarla.

«Wow!
Vedo che non ci hai messo molto tempo a dimenticarmi» afferma, mentre una smorfia di disgusto prende forma sul suo viso dai lineamenti perfetti.
Una risata isterica fuoriesce dalle mie labbra mentre ascolto attentamente le sue stupide ed inutili parole.

«Cosa ti aspettavi, Miriam?
Che avrei passato le giornate a piangere e maledire me stesso per averti perso?
L'ho già fatto troppe volte» rido, a pochi centimetri dal suo volto, come un fottuto psicopatico.
«Sei stata tu ad andartene.
Tu hai deciso di scappare come una fottuta ragazzina!
Ora ti da fastidio se scopo con un'altra?
Se dormo con lei?
Fattene una ragione, bambina del cazzo.
Nella mia vita non c'è più posto per te» urlo, poggiando la mia fronte sulla sua.

Il suo profumo si schianta prepotente nelle mie narici facendomi pericolosamente girare la testa.
«Sei uno stronzo, Axel» biascica, trattenendo a stento le lacrime.
Non so dire chi dei due stia soffrendo di più in questo momento.
Sono così arrabbiato che vorrei vedere il suo cuore frantumarsi in mille pezzi in questo preciso istante.
Allo stesso tempo, però, vorrei abbracciarla e dirle che in realtà io non l'ho dimenticata affatto.

Non posso più permetterle di uccidermi ogni volta che decide di fuggire da me.
Io non posso stare accanto a lei.
«Io sono uno stronzo, Miriam?
Qui l'unica stronza sei tu» grido ancora, posando per qualche secondo lo sguardo sulle sue labbra carnose.

«Miriam, è tutto ok?» urla una voce alle nostre spalle.
Ruoto lentamente la testa in direzione di quel fastidioso grido, ritrovandomi faccia a faccia con uno sconosciuto.
«Sì, Antony.
È tutto ok, non preoccuparti» mente, allontanandosi rapidamente da me.
«Sei sicura?
Chi è questo qui?» domanda, puntandomi il dito contro.

Jen si avvicina velocemente a me per poi afferrarmi per un braccio e tenere ben salda la presa.
«Chi sono io?
La domanda è chi cazzo sei tu» rido, serrando i denti dalla rabbia.
«Sono un suo amico» afferma, posando un braccio sulle sue spalle.
«Vedo che neanche tu ci hai messo molto tempo a dimenticarmi» biascico, spostando lo sguardo su Miriam.

«Lui è soltanto un amico.
Al contrario di quella stronza accanto a te»
«Ma come ti permetti?
Sei stata tu ad andartene, tesoro» risponde Jen, fulminando Miriam con lo sguardo.
«Un amico, è?
Un amico come lo era mio fratello?» biascico con la voce intrisa di cattiveria, con il solo obiettivo di farle male.
Non parla più.

L'inferno in noi 2 {CAOS}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora