Il commissario Pannogallo abitava in una zona di Sogara un po' isolata, in una villetta stile liberty degli anni '30 ereditata dal nonno paterno. Vista da fuori la casa sembrava grande, ma in realtà all'interno non c'erano molti locali perché, secondo i gusti dell'epoca, una buona parte della superficie era occupata da un enorme scalone che conduceva al piano superiore.

Al commissario quella casa non piaceva, ma l'aveva comunque scelta come sua dimora innanzitutto perché era vicina al commissariato e perché aveva un bellissimo giardino che la circondava ricco di alberi secolari e fiori e un ampio pergolato dove nei mesi estivi si poteva sostare al fresco e rilassarsi. I giardinieri gli costavano una fortuna, ma il patrimonio ereditato dai nonni di ambo le parti in quanto unico erede, poteva permettergli di far fronte tranquillamente alle spese. Il vero padrone di casa Pannogallo era indiscutibilmente Armando, un filippino sulla cinquantina che faceva le pulizie, stirava e a volte preparava anche da mangiare al commissario.

A quell'ora però se ne era già andato. Il commissario aprì il cancello con il telecomando ed entrò. Non vedeva l'ora di mettersi in pantaloncini corti e maglietta. Prima però chiamò la sua pizzeria di fiducia e ordinò la solita pizza ai würstel per sé e la solita Mare e Monti per Macis. Armando, come al solito, aveva lasciato la casa pulitissima e profumata. Il fresco dei locali lasciati chiusi per tutto il giorno, era piacevolissimo e il commissario dovette imporsi di non cedere alla tentazione di sedersi sul divano per non addormentarsi come un sasso. Indugiò a lungo sotto lo scroscio freddo della doccia e quando finalmente uscì dal bagno si sentiva un'altra persona. Guardando l'orario si accorse che di lì a poco sarebbe arrivato Macis e la pizza, ragione per cui si vestì in fretta e andò ad apparecchiare fuori sotto il pergolato non prima di aver messo in funzione il nebulizzatore ad acqua antizanzare. Mentre attendeva che arrivasse Macis, fece partire la musica.

Mentre stava cantando con Freddy Mercury un potentissimo "I Want to break free" gli giunse il suono gracchiante del videocitofono: era Macis che per il gran caldo aveva fatto uno strappo alla regola non indossando la giacca che però aveva appoggiato alla spalla. Reggeva con una mano un pacchettino dall'inconfondibile carta verde della Pasticceria Toselli. Pannogallo gli andò incontro e mentre si salutavano arrivò anche il ragazzo che lasciò loro le pizze. Si diressero verso il giardino e il commissario andò a recuperare dal frigorifero le birre. Abbassò il volume della musica per il sollievo di Macis a cui non piaceva quel genere.

<< Accomodati Ugo. Mangiamo, prima che le pizze si raffreddino. >>

 << Sì, sono d'accordo. Ho una fame da lupi: a pranzo mi sono mangiato solo una banana...Non ho la mamma che mi prepara i manicaretti, io...>>

 << Lasciamo stare, per favore... non sai quanto avrei dato per una banana,oggi! >>

Risero entrambi perché era cosa nota a tutti quanto la signora Pannogallo fosse negata in cucina. Mangiarono con avidità la pizza in perfetto silenzio e solo quando l'ebbero terminata fu Macis a parlare.

<< Nico, sono pienamente consapevole che non mi hai fatto venire qui da te solo per mangiare la pizza che, devo dire, era meglio dell'altra volta... Facciamo così: parliamo del caso per massimo mezz'ora, dopo di che si cambia argomento e non ci si torna su almeno fino a domani mattina. Ti va? >>

<< Va bene, va bene. Prima però apriamo il pacchettino verde che hai portato >>

<< Sei come un bambino, Nico. E se non avessi comperato quello che tu credi? >>

 << Impossibile! Lo so quanto mi vuoi bene e che, ovviamente dopo Daniele, ci sono io. >>

Pannogallo prese tra le mani il prezioso involucro e lo aprì. Il suo viso per un momento si illuminò e sembrò perfino meno brutto di quanto in realtà non fosse. I magnifici sette erano lì in tutto il loro splendore: sei enormi meringhe al cioccolato e un cannoncino. Con molta cura estrasse il cannoncino e lo porse a Macis. Appoggiò il vassoio sul piatto vuoto della pizza e afferrò con incommensurabile piacere la prima meringa che sparì in pochi bocconi nella sua bocca

L'ultima rosa dell'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora