Ormai mancavano all'appello solo Marco Colombo e la moglie Dana. Macis aveva appena finito di spruzzare uno spray deodorante con il consenso straordinario di Pannogallo che detestava i profumi in genere e gli spray in particolare, quando fu annunciato l'arrivo della coppia. Nina quel giorno si era calata nella parte dell'usciere meglio del solito ed era impeccabile nei modi. Accompagnò i Colombo fino alla porta dell'ufficio del commissario e dopo aver bussato quasi con grazia, aspettò perfino uno o due secondi prima di spalancare la porta. Macis avrebbe voluto attendere ancora prima di farli entrare per far sì che l'aria tornasse del tutto respirabile, ma ormai i due erano entrati. Marco e Dana Colombo sembravano più giovani della loro età. Entrambi longilinei e sportivi indossavano una semplice T-shirt e dei pantaloncini corti. Pannogallo fece loro cenno di accomodarsi.

 << Buongiorno a tutti e due. Mi dispiace veramente molto di aver interrotto le vostre vacanze, ma non ho avuto scelta. Spero siate riusciti a riposare prima di venire qui. >> 

Dana non disse niente e lasciò rispondere il marito. 

<< Non si preoccupi, commissario. In realtà non avevamo fatto molta strada quando mia madre ci ha avvisati di quanto era successo. Eravamo partiti da Cascina Scotti con l'intenzione di guidare tutta la notte, ma i bambini non ne volevano sapere di dormire ed erano eccitatissimi per il loro primo viaggio in camper. Si figuri che alle due di notte erano ancora svegli e carichi come non mai. Alla fine, abbiamo deciso di fermarci in un'area di servizio e di dormire anche noi. Alle nove abbiamo avuto la terribile notizia. Non sapevamo cosa fare e abbiamo preferito non proseguire e attendere gli sviluppi. >> Il commissario si rivolse a Dana

 << So che stavate andando in Romania dai suoi genitori, signora. Dove esattamente? >> 

La signora che a differenza del marito non nascondeva il fastidio di trovarsi lì in commissariato, sfoderò un sorriso di circostanza. 

<< Stavamo andando a Costanza, sul Mar Nero, dove vive mia madre. Mio padre purtroppo è morto tre mesi fa. >>

Volevamo stare un po' da lei con i bambini per farle compagnia, ma è andato tutto a monte. >> Il commissario non diede peso al tono polemico della signora.

 << Il suo cognome è Ionescu, rumeno. Noto che parla molto bene l'italiano. Da quanti anni si trova in Italia? >> Dana fece una smorfia.

 << Sono nata in Italia. I miei genitori sono fuggiti dalla Romania quando c'era la dittatura e sono venuti qui a Sogara. Si sono sposati e poi sono arrivata io. Quando sono andati in pensione hanno deciso di tornare nella loro terra. Io avevo la mia vita qui e lavoravo già insieme a Marco nello studio di geometra. Perciò non ho voluto seguirli. >> 

Pannogallo cambiò argomento. 

<< Passiamo a parlare dell'omicidio a Cascina Scotti. Ci avete detto che all'ora in cui Dylan Maggioni è stato ucciso eravate in viaggio. Sappiamo che nell'ultima settimana l'ha chiamata, signor Colombo. Come mai? Vorrei che me ne parlasse >>

 << Commissario, Dylan non lo sentivo da trent'anni e all'improvviso ricevo una sua chiamata dall'America. Prima che se ne andasse ci eravamo scambiati i numeri di telefono di casa- negli anni Novanta i telefonini non circolavano ancora in Italia- ma non mi rispondeva mai e così ho smesso di chiamarlo. Sono passati gli anni e mi sono dimenticato di lui. Poi a Cascina Scotti sono stati cambiati i vecchi numeri e anche i miei genitori alla fine si sono convertiti al cellulare. Per rintracciarmi deve essersi dato un bel po' da fare. >>

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