Nina dalla guardiola salutò il commissario con uno striminzito "Buongiorno, commissario" e niente altro. Pannogallo ricambiò frettolosamente il saluto e tirò dritto consapevole però che sarebbe arrivata, come una pugnalata alle spalle, la voce potente della donna con qualche richiesta delle sue. Ma non accadde nulla.
Il discorso del giorno precedente di sicuro l'aveva spiazzata ed ora doveva riordinare le idee e decidere una nuova linea di comportamento nei confronti del suo superiore che nel frattempo poteva assaporare una tregua purtroppo, ne era certo, molto breve. Il commissario entrò nel suo ufficio e con una certa soddisfazione mise subito in funzione il condizionatore. Non appena la stanza si fu rinfrescata recuperò quattro sedie e ne dispose due davanti alla sua scrivania lasciando le altre due vicino a un'altra scrivania vuota lì accanto. In fine chiamò al telefono Macis e Motta perché lo raggiungessero. Arrivarono insieme: uno elegante con un nuovo completo azzurro tenue, ben pettinato e ordinato e l'altro con gli stessi vestiti del giorno prima e i capelli arruffati. Dopo essersi salutati presero posto sulle due sedie centrali di fronte a Pannogallo. C'erano novità: Miserere aveva chiamato, ragion per cui Macis, al momento l'unico suo interlocutore, prese per primo la parola.
<< Miserere mi ha da poco chiamato per dirmi che riconferma tutto quello che già ieri ci aveva anticipato. L'ora della morte è tra mezzanotte e mezzanotte e mezzo. C'è però una cosa nuova. Ricordate che aveva accennato a una vecchia cicatrice sul petto di Dylan Maggioni? Ebbene era l'esito di un intervento effettuato molti anni fa per tentare di correggere i danni di una malattia al cuore che sicuramente aveva già da bambino. Miserere ha parlato di "degenerazione della valvola mitrale". Purtroppo, l'operazione non gli aveva risolto il problema, l'aveva soltanto rimandato. A suo parere ormai gli restava, come ultima chance, solo il trapianto. La causa della morte è stata un attacco cardiaco. È sicuro che le coltellate e l'evirazione siano state peri e post mortem, mentre stava morendo e dopo morto, in pratica. Si spiegherebbe perché sul cadavere non ci siano ferite da difesa: il poveretto se ne stava andando per cause, per così dire naturali. Ed è improbabile che abbia urlato per le ferite infertegli dall'assassino. Miserere aveva visto giusto da subito. >> Motta esternò quello che tutti e tre stavano pensando
<< Ma che senso ha uccidere un uomo a cui restava poco da vivere? >>
Il commissario rimase pensieroso un istante prima di parlare.
<< Evidentemente chi l'ha ucciso non lo sapeva. La cosa strana è che non si è nemmeno reso conto che il Maggioni stava morendo sotto i suoi occhi e l'ha accoltellato più e più volte ed evirato. In questo omicidio c'è tanta rabbia e un odio profondo e "disperato". >>
<< Disperato!? >> Macis e Motta avevano pronunciato insieme quella parola.
<< Secondo voi, chi colpirebbe un uomo morente in un modo così barbaro se non qualcuno che avesse voluto farlo con tutto se stesso, qualcuno a cui forse non sarebbe nemmeno importato di essere scoperto, qualcuno che aveva in mente di ucciderlo da tanto tempo? Solo una persona che odiava disperatamente Dylan Maggioni. Non conosciamo il motivo, non ancora. >>
Il commissario a questo punto chiese ai suoi due collaboratori cosa ne pensassero. Motta si limitò a un cenno di assenso con il capo mentre Macis prese la parola.
<< Sì, direi cha hai ragione. Nessuno ha sentito né visto niente, ma a ben pensarci, è un puro caso. Per caso l'intera famiglia Bonfanti era fuori a cena e gli altri o dormivano già da ore o non erano in casa. Credo anch'io che, se anche fossero stati tutti presenti e svegli, l'assassino avrebbe agito comunque. È qualcosa di personale che l'ha spinto. >>
A questo punto intervenne Motta.
<< Ma le impronte cancellate? Non ne ha lasciata una! E poi ha usato due tipi di armi da taglio per uccidere: un coltello da cucina e una roncola. Perchè? Per confondere le acque? L'assassino a mio parere ha agito sicuramente per odio, ma con lucidità. In quel momento suonò il telefono sulla scrivania di Pannogallo.
Era la Scientifica.
Nella camera occupata da Dylan Maggioni all'Hotel della Posta era stata trovata nella tasca interna di un abito appeso nell'armadio una tessera per i portatori di valvole cardiache indispensabile per poter viaggiare in aereo. Inoltre, in un cassetto era stata rinvenuta una vecchia foto che ritraeva una scolaresca in posa con gli insegnanti. Sul retro della foto c'era una scritta: 3^A-luglio 1992. C'erano anche notizie del telefono di Dylan Maggioni. Da quando era arrivato in Italia aveva fatto parecchie chiamate, ma un numero ricorreva spesso, quello di Marco Colombo. Finalmente qualcosa di concreto su cui lavorare. Di lì a poco sarebbero arrivati i convocati motivo per cui Macis e Motta si andarono a sedere all'altra scrivania, poco distante da quella di Pannogallo.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta talmente forte che i tre sobbalzarono spaventati. Il commissario in persona si alzò per andare ad aprire e poco mancò che Nina gli cadesse tra le braccia. << Nina, con questo vigore la porta non reggerà a lungo! >>
<< Commissario, lei mi dice sempre che non busso mai prima di entrare e quindi ho deciso che d'ora in poi busserò in modo che mi debba sentire. >>
Dalla soglia, Nina non poteva vedere chi ci fosse all'interno, ragione per cui continuò a parlare abbassando solo un po' la voce e assumendo un tono da cospirazione.
<< Eh, però, commissario le devo dire che ieri mi ha dato proprio un bel dispiacere. Lo so che non sono affari miei, ma non avrei mai sospettato che lei e il dottor Macis, beh insomma mi ha capito. Perché, sa, ci ho pensato e mi sono ricordata che la camicia che aveva ieri l'avevo già vista indossata proprio da lui. Se poi ci metti la storia del motel... Due più due...Ma proprio perché le voglio bene come a un figlio, sarò muta come una tomba e non dirò una parola a nessuno. Me ne farò una ragione. Ormai il mondo va così... >>
Pannogallo dovette trattenersi dal mettere le mani addosso a Nina. Si limitò a chiuderle letteralmente la porta in faccia infischiandosene altamente di chiederle il motivo per cui era venuta a bussare. Una volta ritornato alla sua scrivania si sentì quattro occhi interrogativi puntati addosso. Macis aprì la bocca per dire qualcosa, ma il commissario lo precedette
<< Ugo, per favore, non dire niente...>>
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L'ultima rosa dell'estate
Misterio / SuspensoFine Luglio 2019 . A Cascina Scotti , frazione di Sogara , piccola città della campagna Lombarda , viene rinvenuto il cadavere dell'avvocato Dylan Maggioni di Los Angeles , barbaramente ucciso . Cosa lega il ricco ed elegante legale americano all'...