Il vicecommissario e l'ispettore ripresero le loro postazioni alla scrivania accanto a quella di Pannogallo. Il professore entrò nell'ufficio accompagnato da Nina. Se non fosse stato per la nota che il commissario aveva sotto gli occhi in cui era riportata la sua età, quarantun anni, avrebbe sicuramente creduto di aver di fronte un sessantenne. Alto di statura e decisamente in sovrappeso, Rocco Veraldi, era enorme. I capelli corvini gli arrivavano alle spalle ed erano appiccicati alla fronte imperlata di sudore. Portava degli occhiali con una montatura stile Ray- Ban anni '70. Nonostante il caldo indossava una giacca di velluto completamente abbottonata da cui spuntava il colletto di una camicia fuori moda anch'esso rigorosamente chiuso. Un paio di jeans un po' logori e un borsello a tracolla completavano il suo abbigliamento. Salutò i presenti come se fosse entrato in aula a scuola pronto per fare lezione e prese posto su una delle due sedie davanti alla scrivania del commissario.
<< Buongiorno, professore. Si metta comodo. La vedo accaldato... se preferisce togliersi la giacca, non faccia complimenti. >>
Il professore guardò Pannogallo con aria interrogativa
<< La ringrazio, commissario, ma preferisco non prendermi un malanno. Fuori fa caldo, ma qui dentro c'è l'aria condizionata ed è un attimo raffreddarsi. >>
Una significativa occhiata d'intesa passò da Macis a Motta. Il commissario fece finta di niente e cominciò con le domande.
<< Professor Veraldi, lei insegna italiano alle scuole Medie qui a Sogara. Non capita spesso di tornare come insegnante nella scuola frequentata da alunno>>
<< A essere sincero ci tenevo a tornare all'istituto Ada Negri. Tre anni fa mi è stata proposta una supplenza che poi, per una serie di circostanze, si è prolungata ed ora sono di ruolo. >>
<< Sono contento per lei, professore. Ma torniamo al motivo per cui l'ho fatta venire qui. Mi è stato riferito che lei, domenica non era casa e che è tornato soltanto molto tardi. >>
<< Sì, è vero. Ho una casa in montagna e in questa stagione ci vado spesso. Mi piace molto fare passeggiate neioschi. Ho aspettato a rientrare per non trovare traffico e sono arrivato a Cascina Scotti verso l'una. >>
<< Non ha sentito nessuna voce, grido o lamento provenire dal locale degli attrezzi? >>
<< No, come ho detto sono arrivato molto tardi, contemporaneamente a Martino e Ambrogio Bonfanti che tornavano dalla festa. Abbiamo parcheggiato insieme le auto. Per loro è comodo perché i box sono proprio di fronte alle porte posteriori dei loro appartamenti. Io invece per raggiungere l'ingresso sul retro di casa mia mi son dovuto fare una bella passeggiata al buio. Per fortuna domenica notte la luna era piena e mi ha rischiarato il percorso. È da tanto che si sta parlando di fare un impianto di illuminazione notturna adeguato, ma non tutti sono d'accordo e si va avanti con l'unico lampione vicino alla fontana che non serve a nessuno. Suppongo che tutti stessero dormendo a quell'ora. Non ho visto luci accese. >>
<< Professore, cosa mi sa dire della vittima, Dylan Maggioni? >>
Rocco Veraldi inarcò le sopracciglia prima di rispondere << Posso dire pochissimo. Ha frequentato le scuole medie negli stessi anni in cui le ho frequentate io. Si può dire che fosse la "star" della scuola per via di suo padre e dei suoi soldi. Ci si salutava a mala pena. Ricordo che prendeva lezioni di violino dalla signora Redaelli e che si vedeva con Marco Colombo qualche volta. Tutto qua. >>
<< Non ha idea del perché sia tornato da queste parti dopo tanto tempo e perché sia stato ucciso?>>
<< Se n'è andato via con la famiglia appena terminato l'esame di terza media. Posso pensare che fosse tornato per rivedere i luoghi della sua adolescenza. Perché sia stato ucciso, non me lo so spiegare. >>
Il commissario si alzò dalla sedia e chiese ai presenti di attenderlo per un attimo. Uscì dall'ufficio e dopo alcuni minuti fu di ritorno tenendo in mano una busta. Si sedette di nuovo ed estrasse dalla busta una foto.
<< Professore, potrebbe gentilmente guardare questa fotografia e dirmi se si riconosce in uno dei ragazzi ritratti? >>
Rocco Veraldi si sentì a disagio. Prese fra le mani la foto e abbassando gli occhiali sulla punta del naso, cominciò a studiarla con attenzione guardando al di sopra delle lenti.
<< Eccomi qua. Sono il primo a sinistra della terza fila. È passato così tanto tempo che avevo dimenticato l'esistenza di questa foto >>
Il commissario,una volta che il professore ebbe tolto il suo grosso dito, vide l'immagine diun ragazzino molto grasso con degli occhiali dalle lenti spesse, visibilmentedistaccato dal compagno vicino che evidentemente non apprezzava la suavicinanza.
<< Le chiedo ancora una cosa: potrebbe indicarmi Dylan Maggioni inquesta foto? Perché non è vero che lo conosceva solo di vista, ma eravatecompagni di classe, dico bene? >>
Rocco Veraldi al culmine dell'imbarazzo lo indicò. In realtà non ce n'era bisogno. Chiunque avrebbe riconosciuto il belragazzo biondo altissimo ed elegante che svettava, sempre in terza fila, madalla parte opposta a quella di Veraldi. Quando il professore se ne fu andato, I tre uomini senza dirsi nulla sialzarono insieme e andarono ad aprire ciascuno una finestra dell'ufficio. Lascia acre di sudore lasciata da Rocco Veraldi aveva reso l'aria irrespirabile.
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L'ultima rosa dell'estate
Misterio / SuspensoFine Luglio 2019 . A Cascina Scotti , frazione di Sogara , piccola città della campagna Lombarda , viene rinvenuto il cadavere dell'avvocato Dylan Maggioni di Los Angeles , barbaramente ucciso . Cosa lega il ricco ed elegante legale americano all'...