Capitolo 3

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Where will I be this time tomorrow

Jump in joy or sinking in sorrow

Anyway I should be doing all right

Doing All Right, Queen

Due giorni dopo, cedetti alla tentazione.

Il bar era quasi del tutto vuoto e Sweet Child O'Mine dei Guns N' Roses risuonava dagli altoparlanti, mentre pulivo il bancone con lo straccio, come mia madre mi aveva chiesto di fare.

Le uniche persone presenti erano due quarantenni barbuti che si stavano rilassando bevendo una birra fresca al tavolo e tre ragazze che sembravano voler far colpo vestendosi come la versione bad girl di Sandy Olsson - giacca di pelle, capelli riccioluti e tutto il resto.

Forse fu la musica, oppure l'atmosfera intima del bar dei miei genitori, con i dischi di rock-band famose attaccati alle pareti e le foto di loro due, giovani e straordinariamente fieri con un microfono in mano, che mi spinse a credere che nessuno avrebbe mai saputo della mia piccola ricerca. Così, appoggiai il panno umido sul bancone e sfilai il cellulare dalla tasca dei jeans.

Andai immediatamente su Instagram e nella barra di ricerca digitai "Teseo Montecchi": mi uscirono dieci account.

I primi tre li bocciai subito quando vidi nella biografia il luogo di residenza - Napoli, Venezia, Bari -, il quarto era un cinquantenne ossessionato dalla tassidermia, il quinto e il sesto avevano il profilo privato. Scartai anche l'ottavo e il decimo: due ragazzi dai capelli scuri.

Mi rimasero solamente il settimo e il nono. Il numero sette aveva l'immagine di un ragazzo dai capelli biondi con un libro in mano, l'altro - invece - non aveva un'immagine profilo, ma le sue foto consistevano in tazze di caffè accompagnate da un libro o in fiori e piante alla luce del sole.

Ero fortemente indecisa: entrambi avrebbero potuto essere il Teseo Montecchi della periferia di Cremona. Il settimo aveva, però, una frase in latino nella biografia - Ipsa sua melior fama.

Uscii dall'app, cliccai sull'immagine di Google e cercai la traduzione della citazione.

Scoprii che era una frase di Publio Ovidio Nasone e significava: Migliore della sua stessa fama.

Ritornai sul profilo del ragazzo e osservai il suo unico post. Era una foto che ritraeva uno specchietto rotondo, come quello che le ragazze utilizzano per farsi le sopracciglia. Il riflesso dello specchio mostrava una mano che stringe un cellulare con la cover blu notte e, nascosto per metà, il viso di un ragazzo con i capelli biondi arruffati e degli occhi verdi... come lo smeraldo.

Oddio, è lui. Potrei scommettere la chitarra elettrica di mio padre che è lui.

Ingrandii l'immagine in modo tale da poter osservare nel dettaglio quell'occhio verde. Non c'erano dubbi. Era proprio lui.

Il mio cuore era diventato un cavallo imbizzarrito che tentava in ogni modo di scavalcare la mia gabbia toracica, le gambe mi tremavano come se lui fosse proprio davanti a me, anziché al di là di uno schermo.

Cosa mi stava succedendo? Da quando la vista di un ragazzo mi faceva andare in iperventilazione?

Ero talmente concentrata sul contare i miei respiri che non mi accorsi di mia madre fino a quando non fu troppo tardi.

Mia mamma - Ronnie, per mio padre e Veronicaaa per i miei nonni - aveva lo strano vizio di calarmi il berretto sugli occhi ogni volta che mi passava a fianco. Lo fece anche quel giorno... purtroppo.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora