Capitolo 25

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All you need is love

All you need is love

All you need is love, love

Love is all you need

All you need is love, The Beatles

Mi svegliai nella stanza di Zef, ancora rannicchiata sulla poltrona che affiancava il letto.

Lo guardai dormire serenamente, la febbre ormai un lontano ricordo.

Il pediatra dell'ospedale, il dottor Gianni Peletti, aveva individuato la causa della febbre in un'otite e aveva detto che qualche volta capitava che la temperatura corporea si alzasse fino ai 40 gradi. Gli aveva dato degli antibiotici e la febbre presto era passata.

Era ritornato a casa la mattina dopo e le sue condizioni miglioravano di giorno in giorno. La sera prima, la febbre era sparita del tutto e Zef aveva insistito che andassi al bar ad aiutare i nonni. Avevo ceduto alle sue suppliche solo quando lui aveva acconsentito a passare la serata in compagnia di Luca, mio collega al negozio di dischi e carissimo amico.

Non fate quella faccia. Eravamo amici, solo quello.

Okay, forse qualche volta avevamo fatto di più di quello che si dovrebbe fare tra amici. Ma solo due volte... O forse di più.

Comunque sia, non eravamo mai diventati una coppia.

Nonostante sapessi che Luca lo avrebbe voluto.

Una sera di due anni fa, persino, era stato sul punto di chiedermelo.

Eravamo distesi sul divano a fissare la città fuori dalla finestra del mio appartamento e lui si era schiarito la gola e aveva detto: «Miki...»

Dal suo tono di voce avevo subito capito che quello di cui voleva parlarmi era una cosa seria.

«Voglio chiederti una cosa...», mormorò.

A quel punto, ero andata nel panico più totale.

Per fortuna, il mio piccolo salvatore era arrivato in mio soccorso.

Zef si era svegliato perché aveva mal di pancia ed era corso da me perché gli dessi quella che io chiamo la sciarpa magica, che - se stretta attorno all'addome - ha il magico potere di guarire da ogni tipo di mal di pancia.

Il discorso venne quindi interrotto e, sebbene Luca avesse tentato più volte di ritornare sull'argomento, non l'avevo mai più permesso.

Non volevo rovinare quello che avevamo per darci un'etichetta che mi sarebbe stata stretta. Non ne avevo proprio l'intenzione.

Guardai Zef dormire beatamente e mi mancò essere una bambina, che correva tra le braccia del papà appena qualcosa di brutto accadeva.

Zef non aveva avuto un padre da cui andare quando stava male... aveva solo me.

Eppure, mi era sembrato sempre contento del nostro piccolo duo.

Ma se non fosse stato così?

Se avesse avuto davvero bisogno di una figura maschile su cui fare affidamento?

Sapevo che Teseo aveva sofferto molto per la mancanza di un padre nella sua vita, ma non potevo fare a meno di pensare che se avessi accettato di farli incontrare tutto sarebbe andato a rotoli.

Le palpebre di Zef si sollevarono e le sue iridi verdi incontrarono il mio viso.

«Mamma? Devo andare a scuola oggi?», chiese assonnato.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora