Capitolo 41

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Oh baby I ain't got much

Resistance to your touch

Take off your high heels and let down your hair

Paradise ain't far from there

Wall All Over You, AC/DC

Mi svegliai tra le braccia di Teseo, incastrata nella sua dolce stretta. Tenevo la testa sul suo petto e le gambe avvinghiate alle sue.

Entrambi eravamo coperti dalle lenzuola solo dalla vita in giù, ma non faceva freddo. Bastava il calore del corpo dell'altro a scaldarci.

Sollevai di poco lo sguardo, con l'intento di scoprire se Teseo fosse già sveglio.

Fortunatamente, non lo era; riuscì così ad osservarlo da sotto le ciglia: i capelli arruffati, il sottile strato di barba, le labbra arricciate in un sorriso felice.

Allungai una mano e sfiorai delicatamente la sua bocca con le dita, tracciandone lentamente il contorno definito.

Quella bocca...

Senza che lo volessi, un sorriso si distese sul mio viso.

Non mi sentivo così bene da una vita.

«Cos'hai da sorridere?»

Teseo si era svegliato e aveva notato la mia espressione sognante.

Mi coprii il volto con la mano e borbottai contro il palmo: «Stanotte...»

«É stato magnifico?», chiese, alzando un sopracciglio, con aria provocatoria.

«Adesso, non esagerare, Montecchi», lo rimproverai scherzosamente.

«Che bugiarda che sei, mia dolce Miki», disse Teseo, sfiorandogli i capelli con le dita.

«Non sono affatto una bugiarda, Montecchi», ribattei. «Dico solo che non hai dato il massimo delle tue capacità stanotte...»

Non era per niente vero.

Quella notte, Teseo era stato fantastico. Non avevo mai provato sensazioni del genere con Luca. Mai, in tutti gli anni che eravamo stati insieme.

«Continuo a sentire solo bugie provenire dalla tua bocca», mi toccò il labbro inferiore con il pollice. «Forse hai bisogno che ti ricordi cosa ti ho fatto stanotte».

Si chinò a baciarla con passione, stringendole la base della nuca per guidare il bacio.

Mi mancò il respiro, ma l'unica cosa che potevo fare era tentare di restare al passo. Mi schiacciò sul materasso, premendo il mio corpo fragile contro il suo, statuario. Staccò le labbra dalle mie per scendere a baciarmi dietro l'orecchio e poi sulla clavicola.

Se avevo imparato una cosa quella notte, era che il punto debole di Teseo erano le clavicole. Gli piaceva lasciare segni di morsi e succhiotti lì.

«Mamma! Sono a casa!»

La voce di nostro figlio fu come una doccia gelata sulla nostra pelle bollente.

I nostri movimenti si arrestarono ed entrambi alzammo lo sguardo sulla porta della camera, per fortuna chiusa.

«Ma non dovevi andarlo a prendere te, stamattina?», sussurrò Teseo.

«Forse zia Cecil voleva aiutarmi e lo ha portato a casa lei», spiegai.

«Mamma!», chiamò di nuovo Zef.

Con un sospiro, ci sollevammo dal letto e andammo a recuperare i vestiti caduti a terra. Ce li infilammo addosso velocemente e poi uscimmo dalla stanza, sebbene non potessimo dire di essere presentabili.

How to charm Micol Esposito [Trilogia How To #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora