Scese dall'auto e aprì la cartina sul cofano.
Da quando era scesa a Edimburgo aveva vagato in lungo e largo tra le vie della città non riuscendo a cavare un ragno dal buco.
Era stanca, infreddolita e affamata ma finché non diventava buio aveva ancora un paio d'ore per andare in giro a chiedere se qualcuno avesse idea di dove si potesse trovare Vasilij Petrov.
Era entrata in vari negozi, una biblioteca, un supermercato e persino in chiesa.
Niente, nessuno a Edimburgo conosceva Vasilij Petrov.
"Come diavolo sia possibile questa storia io non me lo spiego maledizione. Quest'uomo è conosciuto dai migliori critici d'arte, abita qui in qualche angolo della Scozia eppure qui nessuno ha mai sentito parlare di lui!"
Tracciò un cerchio intorno alla zona già perlustrata e fissò contrita la cartina.
In uno scatto d'ira la appallottolò la gettò in macchina e risalì al posto di guida per tornare in albergo.
Passò gran parte della notte cercando notizie fin quando stremata dalla stanchezza si addormentò.
Quando si svegliò erano le dieci passate e si innervosì, aveva perso troppo tempo.
Prese tutte le sue cose, fece il check out alla reception e lasciò l'albergo.
La sera prima aveva tracciato una nuova rotta , la ricerca del castello di Petrov si stava rivelando alquanto ardua ma lei non avrebbe mollato.
Impostò il navigatore e partì alla volta di Stirling, lì c'era un castello, almeno secondo Wikipedia.
Raggiunse la città all'ora di pranzo e si fermò a pranzare presso un piccolo ristorante che sembrava a conduzione familiare.
"Cosa le porto signorina?"
La donna che l'aveva fatta accomodare era simpatica e molto gioviale, e il suo grembiule ricamato la faceva sembrare una massaia di altri tempi.
"Non ho larghe pretese, faccia lei. Mi affido alle sue mani."
"Va bene mia cara, torno tra poco."
Quando tornò poco dopo Vivianne aveva aperto nuovamente la cartina sul tavolo e stava tracciando cerchi in vari posti.
"Eccomi mia cara."
Poggiò sul tavolo un vassoio enorme e iniziò a disporre i piatti davanti a lei.
"Sta cercando qualcosa signorina? Lei è straniera vero? Non l'ho mai vista prima."
Vivianne sorrise.
"Si, signora. Sono una turista in viaggio per lavoro. Sto cercando un castello qui in Scozia ma l'impresa è piuttosto ardua."
La donna gettò un occhiata alla cartina.
"È per questo che sulla cartina cerchia solo castelli?"
Vivianne annuì.
"La tolga ora, quando si mangia ci si deve godere ogni momento altrimenti non si gustano appieno le pietanze. Ecco qui c'è una scodella di cock-a-leekie. È brodo di carne di pollo sfilacciata, con porri e prugne secche . In questo piatto invece deve assaggiare il mince and tatties, succulenta carne trita di manzo stufata con delizioso purè di patate. Dopo le porto il pudding. A dopo mia cara e mi raccomando niente lavoro, si goda il pranzo."
Vivianne guardò i piatti davanti a lei e si riscoprì affamata.
Mangiò con gusto e bevve anche mezzo bicchiere di vino.
Il brodo l'aveva scaldata, stranamente si sentiva più rilassata rispetto a qualche ora prima, colpa anche del vino e dell'atmosfera che si respirava in quel posto.
"Il pranzo era di suo gradimento signorina?"
"Oh sì, era tutto davvero molto buono."
La donna annuì felice e le mise davanti un piatto di fine porcellana decorato con fiorellini blu sul bordo con al centro un pezzo di pudding ancora leggermente fumante.
"È l'ora del dolce. Gradisce una tazza di thè?"
"Oh no la ringrazio sono apposto così. Devo rimettermi in viaggio."
"Va bene mia cara come preferisce."
Quando fu pronta per andare riprese la cartina e raggiunse il banco per pagare il pranzo.
"Il conto per piacere."
La donna che l'aveva servita raggiunse il ragazzo dietro al banco e le sorrise.
"Sono diciotto sterline."
Vivianne ne lasciò venti.
"Tenga pure il resto. Le posso fare una domanda?"
"Certo mia cara dica pure."
Vivianne aprì la cartina sul ripiano davanti a lei e la mostrò alla donna.
"Saprebbe dirmi se oltre questo castello qui a Stirling ve ne sono altri? Che ne so, che magari non compaiono sulla cartina."
La donna prese un paio di occhiali dalla tasca del grembiule e guardò attentamente la cartina.
A lei si unì anche il ragazzo che serviva al bancone.
"Perché cerchia solo castelli?"
Vivianne strinse le spalle.
"Perché ne cerco uno in particolare e non so dove e come trovarlo quindi sto girando tutta la Scozia."
Il ragazzo spalancò gli occhi.
"Ha idea di quanti castelli ci sono in tutta la Scozia?"
Vivianne annuì afflitta.
"Si lo so, ma mi sono informata e so che parecchi sono adibiti a musei. Quello che io cerco è di un privato. Sto cercando Vasilij Petrov, lo conoscete?"
Tanto la donna quanto il ragazzo si guardarono scuotendo la testa.
"Mai sentito. Ma per i castelli privati dovrebbe andare più sulla costa. Li ci sono più castelli, però la maggior parte sono diroccati e in disuso. Potreste provare dalle parti di Inverness o di Argyll, sono zone più costiere e magari potrebbe avere più fortuna."
"Oh grazie."
Lasciò il ristorante un po' sfiduciata.
Trovare Vasilij Petrov stava diventando un miraggio.
Si rimise in viaggio e raggiunse il Lock Lomond National Park.
Interrogò Wikipedia per avere notizie del posto e scoprì che si trattava di oltre trecento cinquanta chilometri di montagne, valli, boschi e laghi e che vi si potevano trovare uccelli, animali e piante in via di estinzione del Regno Unito, compreso lo scoiattolo rosso e l'aquila reale.
Scese dall'auto ancora una volta e aprì la cartina stropicciata sul cofano, la consultò e poi si guardò intorno.
Alberi, fogliame, rami, non si vedeva altro.
Tornò a concentrarsi sulla cartina, forse poteva provare dalle parti di Inverness, magari avrebbe avuto più fortuna.
Erano già passate le tre del pomeriggio e in Scozia soprattutto nei mesi invernali faceva buio presto.
Sul lato della costa poi le giornate erano più uggiose, c'era sempre una nebbia mista a sottile pioggerellina che rendeva il suolo più scivoloso.
"Salve."
Il saluto proveniente dalle sue spalle la fece spaventare.
Si girò a guardare il suo interlocutore e rimase colpita dalla sua bellezza.
"Salve, santo cielo mi ha spaventata."
Vasilij la guardò da dietro le lenti blù e sentì il suo cuore battere in modo veloce.
"Mi scusi non era mia intenzione. Si è persa?"
Indicò la cartina aperta alle sue spalle e Vivianne scosse la testa.
Il movimento seppur leggero sollevò un lieve odore di fiori e fresca rugiada che raggiunse l'olfatto accentuato di Vasilij.
L'aveva riconosciuta appena era scesa dall'auto, i suoi capelli, le sue movenze.
Dal fitto degli alberi l'aveva vista guardarsi intorno, in un primo momento aveva creduto di essersi sbagliato.
Ma ora che aveva sentito la sua voce limpida e melodiosa non aveva avuto più dubbi, Miss Sherman era lì davanti a lui in carne, ossa e sangue pulsante che lo attirava come un magnete.
"No, consultavo la cartina per capire da che parte proseguire. Sto cercando Vasilij Petrov, in tutta onestà non so come trovarlo ma sono disposta a girare tutta la Scozia. Prima o poi lo troverò il suo castello. A tal proposito, non è che per caso lei lo ha mai visto o sentito nominare?"
Vasilij distolse gli occhi da quel viso pulito e guardò tra il fitto fogliame, un cinghiale stava cercando tuberi.
"Forse potrebbe provare nella contea di Argyll. A un paio di chilometri da qui c'è una strada che taglia per il Lock Lomond, da lì è abbastanza facile raggiungere la contea. Mi scuso per averla spaventata."
Vivianne alzò le mani per dire lasci stare.
"Non si preoccupi non è successo nulla, sarebbe ancora così gentile da segnarmi il percorso sulla cartina?"
Si girò per prenderla dal cofano e quando tornò a guardarlo non c'era più.
Vivianne si girò da entrambe le parti ma niente, era come se avesse immaginato tutto.
Non era possibile che fosse sparito così in due o tre secondi.
Si passò una mano sul viso e sospirò, tutta la faccenda iniziava a prendere una piega preoccupante.
Tornò in auto non smettendo di guardarsi intorno, inutile dirlo, quell'incontro reale o immaginario che fosse stato le aveva messo una strana sensazione addosso.
Il cellulare prese a squillare.
"Ehi Kate."
"Mi sembri distrutta tesoro, che succede?"
Vivianne appoggiò la testa al volante e prese un respiro enorme.
"È che questa storia di trovare Petrov a tutti i costi mi sta facendo diventare pazza. Credo di aver appena visto l'uomo più bello della mia vita e temo che sia stato tutto frutto della mia immaginazione."
Una pausa dall'altro capo del telefono le fece capire che Kate stava pensando.
"Ci ho provato tesoro ma non ti seguo. Richard questa pratica va portata al terzo piano! Allora spiegati meglio."
Vivianne aveva messo in moto la macchina e si stava avviando verso la strada che le avevano suggerito, se poi era l'ennesimo buco nell'acqua si sarebbe convinta di aver solo immaginato quell'uomo.
"Mi sono fermata per consultare la cartina e all'improvviso è sbucato questo tipo che era strano, non nel senso cattivo della parola, strano nel senso che non ho la benché minima idea da dove sia sbucato. Mi ha dato informazioni circa la contea di Argyll e ci sto andando."
"Perché lo reputi strano?"
"Perché è sparito nel nulla Kate, così come è apparso."
"E tu ora stai seguendo le indicazioni che ti avrebbe dato questo tizio? Sei impazzita per caso? O hai perso il lume della ragione?"
Vivianne sorrise.
"Kate sta tranquilla non mi succederà nulla, tanto più che il cartello davanti a me dice chiaramente che per la contea di Argyll mancano sessantasette miglia, circa un paio d'ore di strada. Arriverò con il buio ma ....."
"Certo, arriverai con il buio. Se ci arriverai a questa diamine di contea. Ti rendi conto che potrebbe accadere di tutto? E se questo tipo vuole derubarti? E se è un maniaco? La smetti di essere così fiduciosa nel prossimo?"
"Kate ti stai preoccupando inutilmente. Ero sul bordo di una strada quando me lo sono ritrovato davanti. Non c'era anima viva in giro, se avesse voluto farmi del male o derubarmi non c'era nessuno a impedirglielo. Stai calma e fidati, a volte c'è qualcuno di cui puoi fidarti, non devi essere così pessimista."
Immaginò Kate dietro la vetrata del suo ufficio inarcare le sopracciglia.
"Tesoro nei miei trent'anni ho preso tanti di quei pali che mi riesce un pelino difficile fidarmi come dici tu, tra noi due sei sempre stata tu la razionale ma da una settimana a questa parte non ti riconosco più. Vedi di non farmi stare in pensiero che poi mi vengono i capelli bianchi."
Vivianne alzò gli occhi al cielo.
" Rilassati e bevi una tazza di thè Kate, ti chiamo appena arrivo. A dopo."
"Una bottiglia di vino mi ci vuole con te, altro che una tazza di thè. A dopo e sta attenta!"
Vivianne chiuse la chiamata e sorrise.
Fin dalla prima volta che aveva incontrato Kate circa dieci anni prima aveva subito capito che bastava poco a farla infervorare.
La sera del loro disastroso incontro un tipo al bar le aveva versato inavvertitamente un bicchiere di whisky addosso.
Questo aveva innescato in Kate una furia omicida placata solo da Vivianne che l'aveva aiutata a tamponare la camicia e intimato al poveretto di sparire immediatamente.
Le aveva chiesto con sgarbo se avesse la sindrome della crocerossina e Vivianne anziché rispondere alla domanda le aveva chiesto se trattava così tutti quelli che si offrivano di aiutarla.
Al che Kate si era scusata e aveva detto che era tutta colpa di suo padre che le aveva organizzato un appuntamento con un suo cliente, inconsapevole che il tipo volesse solo allungare le mani e recuperare una sveltina.
Da quel momento si erano incontrate spesso in quel bar per raccontarsi le proprie disavventure.
Quando arrivò ad Argyll era quasi buio, quindi consultò Google per trovare un posto dove dormire e magari cenare.
L'indomani avrebbe cercato Vasilij Petrov e ne era più che certa, lo avrebbe trovato, l'istinto glielo diceva.
Ma prima di qualsiasi cosa chiamò Kate per avvisarla che era ancora viva e vegeta e tutta intera.
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Nel riflesso del vampiro
VampireVivianne Sherman è un critico d'arte molto conosciuto e apprezzato per la peculiare attenzione verso le opere d'arte antiche. Il direttore di una importante galleria di Londra la contatta perché vuole esporre le opere del grande Vasilij Petrov nella...