"Possiamo ricominciare da capo? Irina ti ha detto che la maledizione sarebbe durata per generazioni, ma quante? Tu ti sei messo in cerca del figlio di questa Elizaveta giusto? Ma non lo hai mai trovato?"
Vasilij annuì.
"Quando nacque il bambino sapendo che lei ormai era al sicuro dal marito io me ne andai. Iniziai a girare un po' ovunque, scoprii la scultura e iniziai ad appassionarmi. Verso la fine del milleottocento sessanta più o meno mi trovavo ad Halmstad e incontrai Henry. Di seguito alla sua transizione ci spostammo sovente per non destare sospetti. Nei miei lunghi viaggi mi informavo sui giacimenti di marmo, e altri materiali e scoprii che in Austria c'era un giacimento di cristallo. Fu lì che incontrai di nuovo Elisaveta. Era il milleottocento settantasei. Era diventata una bella donna, si era sposata di nuovo e aveva un figlio. Il marito era il proprietario del terreno dove si trovava il giacimento, così lei mi aiutò ad ottenere l'esclusiva sul giacimento e io non avrei rivelato al marito che lei aveva avuto un altro figlio. Anche se non lo avrei mai fatto, non erano fatti miei. Mi disse che quel figlio non lo aveva mai voluto e quindi lo aveva dato in adozione. Non conosceva la famiglia, sapeva solo che erano di Francoforte e che erano a Mosca per una vacanza."
Vivianne fissò lo sguardo sulla grande pergamena che rappresentava tutta la vita di Vasilij.
"Sei andato a Francoforte a cercarlo?"
"Si, mi sono informato su quante famiglie potevano avere un figlio sui diciotto, venti anni erano molte. Ma la stragrande maggioranza non si era mai spostata da Francoforte, molti altri avevano figlie femmine e di questo bambino nessuna notizia."
"È a lei che regalasti questo ciondolo?"
Vasilij annuì.
"Era solo una pietra trovata per caso, per me non aveva alcun valore. Gliela diedi solo per ringraziarla."
"Quindi il figlio di Elisaveta non si è mai trovato. "
"Già e con lui la sua discendenza."
Vasilij era avvilito andò alla corda per tirare di nuovo su quello che era il mistero insoluto della sua vita.
"Ma nel quaderno di quella donna non c'è scritto nulla che possa aiutarti? Lo hai decifrato tutto? "
"Si, l'ho fatto leggere anche a Henry nel caso a me fosse sfuggito qualcosa ma...."
Vivianne tornò a fissare quella specie di albero genealogico che Vasilij aveva creato.
"Aspetta, la discendenza della vecchia è Elisaveta, dopo di lei i suoi figli. Hai detto che ha avuto un altro figlio."
Vasilij scosse la testa.
"Altri quattro per l'esattezza, ma due sono nati morti, una è morta a sei anni. È rimasto solo il primogenito, Edmund Wagner."
"E questo Edmund dov'è?"
Vasilij sorrise.
"Bhe a quest'ora sarà morto."
Vivianne storse gli occhi.
"Ovviamente, quello che volevo dire è se hai esteso le ricerche anche dopo di lui. Sui suoi figli, si sarà pure sposato. O no?"
Vasilij si avvicinò a lei e guardò sulla grande pergamena.
"Edmund Wagner ebbe tre figli ma ho trovato notizie solo di due di loro, il più giovane Frederick Wagner migrò in america, non so se ha mai avuto figli, l'altra era la femmina di un parto gemellare. Si chiamava Maria Wagner, voleva farsi suora ma poi ha sposato un certo Arthur Spencer, del gemello nessuna notizia, neanche il nome."
"Perché non sono annotati?"
Lui si strinse nelle spalle.
"Tutti quei nomi sono impressi nella mia mente, non ho mai guardato alla discendenza di Elisaveta in modo profondo e accurato come stai facendo tu. Ho cercato solo quel bambino all'infinito forse perché era il primo, su tutti gli altri mi sono informato ma senza mai dare la giusta importanza. Tanto non cambierà nulla."
Fece risalire la pergamena e poi si girò a guardarla.
"È l'alba, Henry sta per tornare dalla sua battuta di caccia. Non hai riposato tutta la notte."
Vivianne lo guardò stupita.
"Come fai a sapere che è l'alba, qui dentro non c'è uno spiraglio di luce."
Vasilij sorrise.
"Il mio udito, da qui posso sentire i primi uccellini cinguettare e persino le rane che si tuffano di nuovo in acqua."
"Sei... incredibile. Quanto ti manca guardare il sole?"
"Prima avrei detto che avrei dato la mia vita pur di potermi scaldare nuovamente con i raggi del sole. Ora non più."
"Perché?"
Vasilij la guardò con adorazione.
"Perché da quando sei entrata in questo castello hai portato la tua luce."
A Vivianne il cuore saltò in gola e una lacrima di felicità scese lungo la sua guancia.
Mosse in modo impercettibile le labbra per metterle alla prova il suo udito.
Gli disse che lo desiderava.
In meno di un secondo si ritrovò plasmata sul corpo di Vasilij che la stringeva.
"Non sai cosa darei per poterlo fare. Sto impazzendo dalla voglia di fare l'amore con te....ma"
Ma la sua protesta si perse nella bocca di Vivianne che lo baciò con passione.
Il bacio presto si trasformò in qualcosa di più, Vivianne gli tolse la camicia accarezzando le spalle forti.
Vasilij dapprima restio per la sua incolumità le tolse la maglia con estrema cura.
Le baciò la clavicola e guardò affascinato il sangue che pulsava nella vena sulla sua gola.
" Sei così bella e delicata. Sei sicura? Posso ancora fermarmi."
Per tutta risposta Vivianne osò come non aveva mai fatto in vita sua.
Ma con Vasilij si sentiva impavida.
Si tolse il reggiseno e si strinse a lui.
"Oh cristo!"
Dopo non ci fu più spazio per le parole ma solo per la passione.
La fece distendere sul lenzuolo che aveva tolto dalla scultura e finì di spogliarla.
Ammirò il suo corpo, il tenue rossore della sua pelle, i seni tondi, le lunghe gambe affusolate e il centro della sua femminilità.
"Sei bellissima."
Terminò di spogliarsi e per la prima volta nei suoi duecento quaranta anni si sentì impacciato.
Vivianne gli porse le mani e lo tirò a se.
"Ti amo Vasilij. "
Le sue parole portarono un po' di calma a Vasilij che riuscì a rilassarsi.
La baciò a lungo restando steso su di lei beandosi di quel corpo caldo e morbido.
Poi incurante delle lamentele di Vivianne prese a baciarle ogni centimetro di pelle soffermandosi nei punti più sensibili.
Ogni volta che aveva fatto sesso non aveva mai badato ai preliminari, aveva solo preso e dato, il tutto in una manciata di minuti.
Con Vivianne era tutto diverso, i suoi sensi sembravano amplificarsi ogni secondo che passava, sentirla gemere e tremare sotto il suo tocco era come affondare i denti nella carne e succhiare sangue caldo.
Il suo odore lo stava portando alla follia, l'odore del suo desiderio era quanto di più erotico avrebbe mai immaginato di provare.
"Oh mio Dio Vasilij....."
Vivianne cercò la sua bocca.
Le passò le dita tra le pieghe calde e bagnate e la sentì stringere le gambe.
Sentire che era così bagnata e pronta per lui non lo fece resistere oltre.
Scivolò lento dentro di lei e si rese conto di quanto si stava trattenendo, fino a quel momento era stato in grado di controllarsi.
Prese a muoversi lentamente, però Vivianne dettò il ritmo e Vasilij dovette assecondarla.
Sentire le sue gambe intorno alla sua vita, le sue unghie graffiargli la schiena gli fece desiderare di poterlo vivere per sempre quel momento.
Raggiunsero l'apice del piacere insieme in un orgasmo potente che lasciò entrambi senza fiato.
Rimasero abbracciati a lungo.
Per Vivianne era tutto così assurdo, aveva appena fatto l'amore con un vampiro ed era stata in assoluto l'esperienza più bella della sua vita.
Vasilij teneva la testa abbandonata sul petto di Vivianne e ascoltava rapito i battiti del suo cuore, sarebbe stato l'uomo più felice al mondo se solo avesse potuto vivere quel momento ogni giorno della sua vita.
Finché Vivianne non sentì qualcosa scivolare lungo la sua clavicola.
"Vasilij?"
"Scusa, ti ho fatto del male?"
Si mise a sedere aiutandola ad alzarsi a sua volta.
"Senti male da qualche parte?"
Vivianne gli rivolse un occhiata strana.
"Vasilij io sto bene, non sento nessun dolore. Sei tu che non stai bene."
Gli passò un dito sotto l'occhio sinistro per asciugare una lacrima.
Vasilij la guardò stupito.
"Stai piangendo. Tu puoi piangere? È normale questo?"
Vasilij scosse la testa stupito e devastato.
"Temo di aver versato le mie ultime lacrime a dodici anni per la morte di mia madre. Non è normale e non ho una spiegazione, da quando sei entrata nella mia vita tutto quello che ti riguarda è diventato il mio unico scopo di vita. E sentire il tuo cuore battere così forte per me mi ha fatto desiderare poter vivere per sempre questo momento. Ma non sarà mai possibile. Sarà meglio rivestirsi, Henry è appena rientrato, non voglio che ci senta."
Vivianne ci rimase un po' male.
Vasilij se ne accorse e dopo aver infilato il pantalone le si avvicinò e le accarezzò il viso.
"Non pensare neanche per un secondo che mi sia pentito di aver fatto l'amore con te. Vorrei che non ci fosse nessuno in questo sterminato castello per poter continuare a farlo. Ma dobbiamo tornare su e..."
Vivianne gli diede ascolto solo all'inizio, poi le balenò un nome nella testa.
"Vasilij hai detto che la figlia di Edmund, Maria, voleva farsi suora e poi invece ha sposato Arthur Spencer?"
Vasilij si infilò la camicia e annuì.
"Si ma non so se ha avuto figli. Avevo ormai perso le speranze e l'interesse, non ho idea per quante generazioni mi perseguiterà la maledizione."
Vivianne si vestì velocemente e recuperò il ciondolo di sua nonna.
"Vasilij ho bisogno di un computer e temo anche di Kate, spero tu abbia qualcosa in dispensa per la colazione perché Kate al mattino è acida e scontrosa. Si calma solo dopo aver fatto colazione."
"Di alla tua cara Vivianne che ho già pensato io alla colazione, ho preso del pane caldo , il burro e della marmellata fatta in casa."
"Sei stato di nuovo dalla moglie del fornaio?"
"Devo pur passare il tempo, da quando c'è Vivianne non giochiamo più a scacchi."
Vasilij sorrise.
"Ci ha pensato Henry alla colazione, vogliamo andare?"
Vivianne annuì, prese il quadernetto e lo strinse tra le mani.
Quando uscirono dalla stanza segreta di Vasilij si guardarono negli occhi.
"Ti amo."
"Anche io ti amo Vasilij e non ho nessuna intenzione di rinunciare a te. "
Vasilij la strinse a sé baciandola con rinnovata passione.
Vasilij sorrise."Don la pianti?"
Don sorrise furbo.
"Signorina temo di doverle ricordare che vengo pagato per la sua incolumità."
Kate alzò gli occhi al cielo, mise un altra dose generosa di burro sul pane e scosse la testa infastidita.
Non lo dava a vedere ma in realtà sentire lo sguardo fisso di Don su di lei le piaceva e anche tanto.
"Cosa temi che la marmellata mi salti addosso o che il pane mi sequestri? Tieni mangia e vedi di stare zitto e di guardare altrove!"
Vasilij e Henry assistevano allibiti alla diatriba che c'era tra i due anche se era notevole il fastidio solo da parte di Kate.
Vivianne prese una tazza di thè e guardò affascinata Vasilij.
'Bhe da quanto vedo non sono solo io ad aver approfittato della morbida arrendevolezza della moglie del fornaio. Vivianne ti sta mangiando con gli occhi.'
Vasilij sorrise e bevve un sorso di thè.
'Le ho detto tutto Henry, mi ama. E io la amo come mai avrei creduto fosse possibile. Vuole trovare una soluzione alla maledizione che mi perseguita ma non credo sarà mai possibile. Non so neanche per quante generazioni durerà.'
'Come non lo sai, per sette. Te l'ho sempre detto. In fondo alle pagine del vecchio cimelio della vecchia è scritto sempre семь поколений , che vuol dire sette generazioni . Ma dove hai la testa?'
Vasilij si voltò a guardarlo sconcertato.
'Oh cazzo!'
'Cosa?'
'Hai la fortuna di poterti specchiare, anche se questa cosa non mi è mai stata chiara, ma lasciamo perdere. Vivianne....no non serve che la guardi. Lei è nei tuoi occhi. Non so come spiegarti. Ma sembra sia impressa nelle tue pupille. È....'
Ma Vasilij non lo stava più ascoltando, raggiunse la sua camera e si guardò allo specchio.
Vivianne era rimasta come intrappolata nelle sue pupille.
Sbatté più volte gli occhi ma rimase lì come impressa a fuoco.
'Henry! C'è altro scritto in quel quaderno che io non ricordo?'
'Sono decenni che non lo leggiamo, non ricordo bene. Lei è ancora lì?'
'Si'
'È strano, molto strano.'
Vasilij ritornò in sala da pranzo con una strana espressione in viso.
Vivianne lo notò subito.
E decise che era ora di tornare a fare ricerca.
"Kate ti ricordi quando hai fatto la ricerca per il tuo albero genealogico? Di che sito ti sei servita? È attendibile?"
Kate le rivolse uno sguardo stranito.
"È stato un secolo fa Vivì, al momento non ricordo."
L'uscita di Kate provocò un colpo di tosse a Henry e Vivianne sorrise.
"Per cosa ti serve?"
Vivianne alzò le spalle.
"Vasilij è convinto che io abbia discendenze scozzesi. Voglio dimostrargli che si sbaglia."
Vasilij la guardò stupito.
Fece spallucce.
Era l'unica scusa che le era passata per la mente in quel momento, non poteva certo raccontare a Kate che erano in compagnia di due vampiri centenari.
"Ok, se riesci a dimostrargli che si sbaglia il caro Vasilij perde un altra notte di silenziosa solitudine nel castello. Vediamo come diavolo si chiamava...."
Iniziò a spulciare su internet intanto che Don le versava altro thè.
Vivianne sorrise a Vasilij.
Voleva trasmettergli un po' di calma ma in quel momento non ne aveva neanche per lei.
Di una cosa era certa.
Non lo avrebbe mai lasciato.
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Nel riflesso del vampiro
VampireVivianne Sherman è un critico d'arte molto conosciuto e apprezzato per la peculiare attenzione verso le opere d'arte antiche. Il direttore di una importante galleria di Londra la contatta perché vuole esporre le opere del grande Vasilij Petrov nella...