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"Henry! Henry! Henry, è qui!"
Era rientrato al castello e stava chiamando il suo amico per raccontargli tutto.
"Chi sarebbe qui?"
Henry nel corso degli anni che erano passati non aveva perso per niente la sua flemma.
Era sempre pacato, un po' rigido e steccato.
"Vivianne Sherman. È qui!"
Henry raggiunse la finestra e spostò la pesante tenda di broccato per guardare fuori.
"Io non vedo nessuno."
Vasilij alzò gli occhi al cielo.
"È qui in Scozia. Per questo non rispondeva al telefono, perché è qui. L'ho incontrata poco fa nei pressi del Loch Lomond. "
Henry prese posto su una poltrona, accavallò le gambe e lo guardò mentre incrociava le mani.
"E quindi? Non mi sembra che possa trovarti così su due piedi senza alcuna informazione."
Vasilij faceva su e giù davanti alla finestra.
"Vasilij consumare il pavimento non ti porterà a una soluzione."
"Potrei averle detto che qui nella Contea di Argyll magari poteva avere più fortuna."
Henry abbozzò un sorriso appena accennato.
"Questo ci riporta alla mia domanda iniziale, quindi?"
"Henry certe volte sei davvero stressante. Di sicuro chiederà in giro, non più tardi di domani credo ce la ritroveremo dietro la porta."
Henry poggiò i gomiti sui braccioli della poltrona e mise le mani intrecciate in grembo.
"A costo di farti perdere la pazienza, che sembra tu abbia lasciato in gran parte a Lock Lomond, mi chiedo, se non volevi che ti trovasse perché farla arrivare ad Argyll. Poi, cosa è successo in queste ultime ore? Non eri dell'idea che volevi incontrarla? Hai cambiato nuovamente idea?"
Vasilij ricominciò a fare su e giù.
"È che c'è qualcosa in lei, nella sua voce, nel suo sangue, che mi attira. Non so spiegarti Henry. Quando l'ho intravista tra il fitto degli alberi mi sono precipitato da lei. È come quella volta, il suo sangue canta e i miei sensi ballano. Tutto questo mi sconcerta, era da tanto, molto tempo che questo non succedeva."

Henry rimase in religioso silenzio.
Non era lui l'esperto.
Lavorava per Vasilij ormai da qualche anno come factotum quando un dottore gli disse che aveva preso la poliomielite.
Non si scopri mai da chi l'avesse contratta, l'unica cosa che confessò a Vasilij era che gli piacevano le belle donne e che forse qualcuna di loro aveva potuto infettarlo.
In un primo momento Vasilij, nonostante la fiducia che in egli riponeva, aveva pensato di andare via e lasciarlo ad Halmstad.
Poi però aveva pensato che fino a quel momento si era rivelato essere un amico su cui fare affidamento, parlava poco, era schivo e poco incline all'espansione. Il suo unico difetto erano le donne.
Per quel motivo non si era mai sposato.
Partirono alla volta di Viborg in Danimarca e durante il viaggio Vasilij confessò a Henry cosa in realtà lui era e il modo in cui poteva aiutarlo.
Henry fu molto restio ad accettare la soluzione, insomma sarebbe diventato un succhiasangue, non che come idea gli
piacesse tanto.
L'unica cosa che lo convinse fu che poteva continuare ad andare con tutte le donne che voleva senza problemi di alcun tipo.
Così accettò di diventare come Vasilij, sfuggire a morte certa da poliomielite ma diventare comunque un morto tra i vivi.
Ne accettò tutte le conseguenze, dalla gola che raschiava in cerca di sangue umano, alla vita costretta alla sola notte e ai giorni bui di pioggia.
Dallo smettere i panni di agricoltore che era stato in Svezia al diventare un tipico lord scozzese che amava il the e i biscotti e molto altro ancora come la lettura e gli scacchi.
Di notte lui e Vasilij uscivano nel fitto dei boschi in cerca di lepri e cinghiali con cui soddisfare la propria sete.
Perché su un punto Vasilij era stato irremovibile, niente gole e sangue umano!
Accettò anche tutta la triste vita di Vasilij e tutte le sue sfaccettature che negli anni aveva collezionato.
Vasilij era una strana creatura, un ragazzo che per anni aveva cercato vendetta ma che quando l'aveva avuta a un palmo dal naso non se l'era sentita di diventare un assassino.
Un ragazzo che aveva vagato nell'oscurità da solo per decenni, che aveva solo voglia di guardare il sole ancora una volta.
Un ragazzo che nonostante ne avesse passate e vissute tante si portava dietro solo l'unica maledizione che aveva attecchito.
Non era mai riuscito a trovare una donna con cui passare almeno un paio di settimane prima che lei si accorgesse di tante cose.
Portava sempre quegli stupidi occhiali dalle lenti blù nonostante non ne avesse alcun bisogno.
Ora vederlo così in ansia per questa ragazza faceva porre a Henry tante domande.
Cosa ci vedeva in lei?
Perché si ostinava un momento prima a volerla incontrare e il momento dopo ad aver paura di cosa potesse accadere se l'avesse fin troppo vicina.
Come poteva aiutarlo?
Aveva vissuto più anni terreni di Vasilij, ma la maggior parte da ottuso agricoltore, fin quando la sua fattoria era andata in fiamme e Vasilij gli aveva offerto lavoro in casa sua.
Vasilij invece aveva molti più anni sulle spalle, molti viaggi, molte contrattazioni e molta più attenzione agli atteggiamenti della gente.
"Prova a incontrarla sul serio Vasilij, senti cosa ha da dire, passa del tempo con lei. Tu sei il padrone delle tue opere ma soprattutto di te stesso, non sarà una stupida maledizione a condizionare il resto della tua vita."
Vasilij rimuginò su quanto Henry gli aveva suggerito, davanti alla finestra e al buio che ormai incombeva sulle campagne di Inveraray, mentre le onde si infrangevano sulla scogliera alle spalle del castello.

Nel riflesso del vampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora