La mattina dopo si svegliò presto.
Aveva dormito poco e male.
Gli occhi grigi che l'avevano perseguitata la volta precedente erano tornati a osservarla nel cuore della notte, stavolta però era stato persino peggio dato che quelli turchesi di Paul si erano infilati di prepotenza nel medesimo sogno.
Si alzò più stanca di quando era andata a dormire, mancavano poche ore alla mostra e la consapevolezza di dover incontrare di nuovo Vasilij la metteva in agitazione.
Fece una doccia bollente cercando di rilassare i muscoli, poi si vestì e scese a fare colazione sperando di non incontrare Paul.
Raggiunse Kate e Don al tavolo e lasciò la borsa per andare a prendere della frutta e una tazza di thè.
"Allora che aria tira stamattina?"
Chiese una volta seduta al tavolo.
Kate si guardò intorno.
"Per adesso non si è visto. Non so neanche se soggiorna qui. Non l'ho visto nel corridoio ne ieri sera ne stamani."
Vivianne le rivolse uno sguardo annoiato.
"Kate non era per Paul la mia domanda. Meno lo vedo quell'individuo meglio mi sento. Volevo sapere se voi due avete chiarito un po' la situazione."
Don si alzò e uscì fuori.
Kate distolse lo sguardo.
Vivianne alzò gli occhi al cielo.
"Ho cercato di parlargli va bene? Ma è come se io fossi fiamma incandescente e stessi cercando di instaurare un alleanza con un iceberg! È ancora arrabbiato con me, dice che se non era per te io non gli avrei mai detto del bambino. Ma questo non è vero, solo che la sua testardaggine gli impedisce di registrare quello che io dico."
Vivianne sospirò.
"Magari ha bisogno di tempo. Tu sei sicura che stai cercando di andare d'accordo con lui, che non lo stai esasperando e che fai tutto quello che ti dice?"
Kate la guardò indignata.
"Ma per chi mi hai preso? Certo che no! Mi sembra quasi di essere un sorvegliato speciale, ieri sera è venuto a controllare nei cassetti che non ci fosse nulla."
Alzò le mani in aria.
"Cosa poteva esserci? Solo noi tre e i miei sanno dove siamo santo cielo, ti dico io qual è il problema in realtà. Si è arrabbiato soprattutto perché io volevo sostituirlo, ha messo su un macello. Ha accettato il fatto che sono incinta, ma non che io glielo abbia nascosto. Non lo sopporto, però mi piace lo stesso, dannati ormoni!"
Vivianne sorrise.
"Ti va di andare a fare un giro nei dintorni? Ho bisogno di svagare un po' la mente e soprattutto di stare lontana dalla possibilità che Paul mi si avvicini di nuovo."
Si alzarono per raggiungere Don fuori ma Madeline le disse che c'era un messaggio per lei.
Le diede un biglietto che aprì quasi con timore, credendo fosse di Paul.
' Mi rende lieto la notizia della tua presenza. Ti aspetto stasera al castello. V.'
"Bhe? Di chi è? Che dice? "
Vivianne le rivolse uno sguardo quasi disperato.
"È di Vasilij. Dice che mi aspetta stasera."
Kate ammiccò.
"Vivì abbia fiducia in me, quell'uomo è pazzo di te."
Vivianne scosse la testa.
"Vasilij Petrov odia i curiosi, non so realmente cosa aspettarmi stasera. Ha ribadito più volte che non avrebbe mai esposto, questo suo repentino cambiamento mi stupisce e mi innervosisce. "
Kate fece spallucce.
"Io credo che se per farti tornare è stato disposto a organizzare questa mostra, a riempirsi il castello di curiosi, ha fatto tutto per te Vivì. Trovami un altro che lo avrebbe fatto."
Vivianne sospirò stanca.
Quanto avrebbe voluto che fossero già le diciotto ed essere ad un passo da lui per sentire cosa aveva da dirle.
Andarono a fare un giro per i piccoli negozietti che c'erano e Kate si innamorò di alcuni giochini per bambini realizzati interamente a mano in legno colorato.
Ma prima che potesse fare la mossa di prendere in portafogli Don aveva già pagato tutto e fatto mandare in hotel.
Kate lo guardò stupita.
"Non era necessario."
"Si che lo è, è mio figlio."
Vivianne guardò entrambi aspettando che Kate facesse una sfuriata delle sue, invece andò incontro a Don e gli posò un bacio sulla guancia.
Don le passò un braccio dietro la schiena e la strinse leggermente.
Entrambi erano arrossiti.
Erano molto più uniti di quanto entrambi non volessero fare credere.
Dopo un pranzo leggero tornarono a passeggiare sulla riva del lago prima di rientrare in hotel per prepararsi.Vivianne indossò un abito da cocktail che si era portata appositamente dietro, dato che era l'ospite d'onore doveva vestirsi in modo adeguato
Era di un tenue grigio perla con le maniche velate di pizzo fino al gomito.
Si guardò allo specchio cercando di decidere se i capelli doveva tenerli su o lasciarli sciolti.
Alla fine li legò in uno chignon spettinato lasciando qualche ciocca fuori.
Indossò l'unico monile che portava sempre con sé e presa la borsetta uscì dalla camera per raggiungere Kate e Don.
"Vivì sei bellissima, ma questo vestito non è quello dell'inaugurazione del locale del nostro vecchio compagno di corso? Se me lo avessi detto saremmo andate a fare shopping!"
"Kate vado bene così, ho un nodo in gola che mi sta soffocando, potessi tornerei indietro e mi infilerei sotto le lenzuola. Ma voglio delle risposte. Perciò questo vestito o un altro non avrebbe fatto differenza. Don?"
Kate la rimproverò con lo sguardo.
"Don ci aspetta fuori e lo shopping era per me non per te, sembro una stracciona!"
Vivianne sorrise, Kate aveva sempre il potere di smorzare i suoi stati d'animo.
"Stai benissimo per un cumulo di pietre, rocce e polvere. Andiamo?"
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Nel riflesso del vampiro
VampireVivianne Sherman è un critico d'arte molto conosciuto e apprezzato per la peculiare attenzione verso le opere d'arte antiche. Il direttore di una importante galleria di Londra la contatta perché vuole esporre le opere del grande Vasilij Petrov nella...