!La seguente one shot contiene argomenti che potrebbero avere un effetto triggerante sui lettori.!
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C'era una volta un ragazzo.
Un ragazzo molto bello e molto affascinante, che aveva avuto tutto ciò che di materiale si può desiderare nella vita.
Sua madre non gli aveva fatto mai mancare niente.
Suo padre... beh, suo padre non era esattamente un padre modello.
Il ragazzo non avrebbe neanche saputo descrivere cosa fosse o come dovrebbe essere un padre, visto che il suo lo aveva rifiutato fin dalla nascita.
Ma tutto sommato per molti anni era andato tutto bene.
Il ragazzo era felice, cresceva bene, con degli amici e divertendosi, aveva voti alti a scuola e amava sua madre.
Poi era successo qualcosa, in terza media, che aveva fatto crollare quella che forse era solo un'immagine della vita perfetta che aveva.
Per qualche ragione, e lui pensava fosse a causa di suo padre, era finito intrappolato in una relazione tossica che, finendo, aveva fatto riemergere tutti i traumi e i dolori che in quegli anni, consapevolmente o meno, il ragazzo aveva soppresso.
Ed era iniziato un Inferno nascosto agli occhi di tutti, perché lui continuava a sorridere e uscire e avere buoni voti.
Ma a casa lui e sua madre litigavano tantissimo e lui aveva iniziato ad avere sempre relazioni che lo facevano solo soffrire, ma di cui non riusciva a fare a meno.
E con il tempo si era abituato al dolore, tanto che, non lo avrebbe mai ammesso, gli piaceva.
E gli piaceva come a un bambino potrebbe piacere giocare con le macchinine.
E si era convinto che nessuno lo avrebbe davvero amato, perché dall'amore aveva ricevuto solo sofferenza.
E continuava a soffrire.
E poi era arrivato il disturbo di personalità, tra capo e collo, neanche stesse andando già tutto uno schifo.
Borderline.
Che era inquietantemente azzeccato, a rivedere il praticamente niente che si ricordava della sua infanzia e gli ultimi anni.
E poi il ragazzo aveva conosciuto una persona.
Una ragazza - ma lui sapeva già prima di lei che non era proprio una ragazza.
E se n'era innamorato follemente.
E lei lo aveva ricambiato.
E lui era sicuro di aver trovato il vero amore, perché lei aveva iniziato a insegnarli cosa significasse essere amati oltre il materiale e in generale.
Ma poi se n'era andata.
E il ragazzo aveva visto il proprio mondo crollare nuovamente.
Non strettamente perché lei se n'era andata, quello lo aveva previsto perché se ne andavano sempre tutti.
Ma perché ci aveva creduto davvero.
L'estate dopo la rottura con lei la ricordava come la peggiore di tutte.
Era stato tanto male da aver smesso di vivere.
L'unica cosa che sentiva era dolore e dolore e ancora dolore.
Tanto che ormai era diventato una casa.
Un luogo sicuro.
C'era una volta un ragazzo.
Un ragazzo molto bello e molto affascinante, che aveva avuto tutto ciò che di materiale si può desiderare nella vita.
Ma quel ragazzo stava cadendo in pezzi e così i suoi voti e i rapporti con le persone.
C'era una volta un ragazzo.
Un ragazzo molto bello e molto affascinante, che aveva avuto tutto ciò che di materiale si può desiderare nella vita.
Un ragazzo che si sarebbe suicidato, se lei non lo avesse chiamato.
Dopo mesi e mesi.
E lui, a parte il panico, non aveva esitato neanche per un istante a rispondere.
E aveva pianto tantissimo, sentendola.
E poi le cose avevano iniziato ad andate meglio: erano tornati insieme e alla fine del primo quadrimestre del suo terzo anno di liceo la scuola stava lentamente prendendo una direzione verso l'alto, così come il rapporto con i suoi genitori.
Solo che forse stava mentendo di nuovo.
C'era una volta un ragazzo.
Un ragazzo molto bello e molto affascinante, che aveva avuto tutto ciò che di materiale si può desiderare nella vita.
Un ragazzo che però mentiva.
Ai suoi genitori, alla sua psicologa, a sé stesso, dicendo che era innamorato di lei ma sapeva che esistevano altre persone e cose.
Perché anche se lo sapeva non gli importava.
C'era una volta un ragazzo.
Un ragazzo borderline.
Innamorato di una ragazza che avrebbe voluto avere una vita normale, una relazione normale, con una persona normale.
C'era una volta un ragazzo borderline, innamorato di una ragazza che era diventata la sua persona preferita in pochissimo tempo.
E aveva imparato a nasconderli, quei sentimenti, e renderli contenuti a lei.
C'era una volta un ragazzo borderline, che veniva consumato dal suo stesso amore, dalla sua stessa gelosia, perché avrebbe voluto solo per sé la propria ragazza, ma al tempo stesso voleva che si circondasse di persone che la meritassero.
C'era una volta un ragazzo borderline, che era tanto innamorato e tanto ossessionato della propria ragazza che avrebbe ucciso per lei e sarebbe morto per lei.
C'era una volta un ragazzo borderline, che nei suoi sogni a occhi aperti costanti a livello patologico vedeva lei e desiderava averla solo per sé.
C'era una volta un ragazzo borderline, che mentiva a sé stesso e alla sua ragazza sulla profondità dei suoi sentimenti, perché forse lei lo avrebbe abbandonato nel lungo termine, stanca e spaventata, se avesse visto e sentito quanto lui era innamorato di lei.
C'era una volta un ragazzo borderline che ogni tanto pensava di lasciarla, quella ragazza, pur sapendo che li avrebbe uccisi entrambi, perché era terrorizzato dalla possibilità che lei lo vedesse per come era realmente e se ne andasse.
Non l'avrebbe biasimata.
C'era una volta un ragazzo.
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RandomO cose a caso, su cose a caso che mi vengono in mente durante il giorno. O, ancora, la mia scusa per poter scrivere quello che non riesco a produrre in one shot.