I Can Do It With A Broken Heart

9 1 0
                                    

E la verità è che questi otto mesi sono solo un cumulo di bugie, una dopo l'altra, raccontate perché non posso crollare.

"Sto meglio", "sto bene", "va meglio", "l'ho superata", "ce la posso fare", "non mi lamento", "tutto bene", "è solo un momento, ma sto bene".

"Non ti preoccupare".

La verità è che voglio morire.

Respirare fa male,
ridere fa male,
parlare fa male,
relazionarmi fa male,
sforzarmi di fare terapia fa male.

Ho passato sette mesi senza qualcuno a cui donare me stessa,
ma io sono nato per questo.

Per donare agli altri
l'amore che non ho ricevuto.

Ma è troppo.

Sono stanco di provare,
di sentire,
di esistere.

Mi manchi come l'aria,
mi manca avere un motivo per soffrire tanto,
mi manca la sensazione della pelle che si apre
e il sangue che sboccia come un fiore in primavera.

Mi manca sentire qualcosa che non sia il niente,
la tristezza
e la rabbia.

Mi manchi.

Mi aggrappo all'illusione che la terapia stia servendo,
che prima o poi questo Inferno finirà,
che tutto questo dolore abbia un senso.

Ma è, appunto, un'illusione.

C'è qualcosa di irrimediabilmente rotto,
sbagliato,
marcio.

Qualcosa che nessuna terapia,
nessun farmaco,
nemmeno io posso sistemare.

Forse è che non ho avuto un padre.

Forse è che mia madre voleva crescere un soldato,
ma si è ritrovata con una principessa bambola.

Forse è,
semplicemente,
che nella produzione
un pezzo è stato messo male.

Sono otto mesi che mento.

A te, ai miei amici, alla mia famiglia, ai miei insegnanti, alla mia psicologa.

A me stessa.

Otto mesi di bugie per creare una parvenza di stabilità.

Otto mesi di bugie per convincermi che non ha fatto così male.

Ironicamente non ha fatto così male.

Non ha fatto male.

Mi ha distrutta, cancellato, profanata, annientato, demolita, frantumato e demoralizzata.

E io sono stanca.

Stanca di me,
stanca di lottare,
stanca di essere sola,
stanca dei miei sentimenti,
stanca di essere una stupida bisognosa di amore al punto da accettare una relazione superficiale e senza impegno pur di avere una briciola di affetto.

Ma non si crolla. Non più.

Mamma non lo sopporterebbe,
e io morirei.

Quindi ecco altre ventiquattro ore di bugie perfettamente recitate come la verità,
perché

dopotutto

sto bene.

Back to 5.05Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora