Capitolo 37. Una lettera come pugnale

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Mi sveglio piano piano, mettendo a fuoco la stanza, ma non riesco a muovermi, sono come immobilizzata. Mi ci vuole qualche secondo per rendermi conto che ieri notte mi sono addormentata con Christian e che lui mi sta tenendo stretta. Ha le braccia strette nella mia vita, il petto appoggiato alla mia schiena, circonda le mie gambe con le sue e ha il mento sopra la mia spalla.

Sorrido senza riuscire a trattenermi, ricordando di come mi sono sentita meglio appena è arrivato, di come è riuscito a calmarmi velocemente. Mi ha tranquillizzata subito, poi mi ha cucinato qualcosa da mangiare e ci siamo guardati un film nel letto, ma a quanto pare siamo crollati senza nemmeno accorgerci.

Accarezzo le sue mani con le mie e cerco di voltarmi piano, per poterlo osservare. È davvero complicato, per quanto stretta mi tiene, ma alla fine riesco.

Ha i capelli completamente spettinati che gli ricadono sulla fronte e le labbra leggermente semichiuse, sembra un angioletto. Non riesco a resistere alla tentazione di accarezzargli i ricci, perciò alzo la mano e la faccio affondare in mezzo ai suoi capelli. Lo faccio con delicatezza. Più e più volte. Ma nonostante il mio tocco sia molto leggero, Chris apre gli occhi. Per qualche secondo mi guarda come se non stesse realizzando che davvero sono davanti a lui, poi allunga la mano e mi accarezza le labbra, regalandomi un casto bacio subito dopo.

"Se dovessi svegliarmi così per sempre, penso che niente e nessuno potrebbe rovinarmi le giornate. Mi sembra di avere già tutto per poter essere felice oggi e ho solo aperto gli occhi." sorrido sentendo queste sue parole e con quanta sincerità le dica... mi chiedo come abbia fatto a non accorgermi di quanto Christian tenesse a me, come ho fatto a non accorgermi che provava qualcosa più dell'amicizia, sono stata davvero cieca.

Ero così presa da Kepa, dal cercare spiegazioni alla questione con lui, a capire dove avessi sbagliato per farlo allontanare e farmi lasciare, e non mi ero resa conto di quando amore sincero, invece, avessi già accanto.

"Grazie Chris..." Gli bacio le labbra più e più volte, delicatamente, attaccandomi più a lui e respirando il suo profumo. "Grazie per stanotte, perché sei riuscito a ristabilire la pace dentro me, grazie per essermi sempre accanto e grazie per la tua dolcezza ogni volta. Mi fai sentire così speciale, davvero."

"Tu sei speciale, non sono io che ti faccio sentire tale." la sua mano si posa sul mio fianco e dolcemente percorre il mio profilo, fino ad arrivare alla spalla, poi torna al fianco, continua così per non so quanto tempo e questo mi rilassa tantissimo. "Tu sei una donna fantastica, e penso che tu abbia pianto già troppo. Non meriti altro male, ti giuro che con me non soffrirai."

Sorride dolcemente e con sincerità e posa nuovamente le sue labbra sulle mie. Mi bacia in modo dolce ma più consapevole e meno ingenuo di prima. Schiudo la bocca e lascio che le nostre lingue si incontrino e si muovano insieme, mentre il battito del mio cuore aumenta a dismisura.

Mi sento leggerà mentre mi bacia, sento il male, che è annidato in me, scivolare via piano, e non posso fare a meno di chiedermi se è questo ciò che si dovrebbe provare con la persona giusta.

*****

Chris

Mi sento così felice, non riesco nemmeno a descrivere il mio stato d'animo attuale perché le parole non gli renderebbero giustizia. So solo che ho un sorriso ebete sulle labbra da quando stamattina mi sono svegliato accanto a lei. Non avrei mai immaginato tutto questo, ma che si stia affidando a me è uno dei sogni più belli di sempre.

"Ecco l'eterno secondo." vengo bloccato dalla voce di Kepa, un attimo prima che salga sulla mia auto. Insomma, la giornata è andata bene, l'allenamento è andato bene, non potevo certamente pretendere che non arrivasse lui a provare a rovinare le cose. Legge dell'equilibrio, se va bene qualcosa, poi deve per forza arrivare qualcos'altro che va male per ristabilire l'equilibrio, o viceversa.

"Non ho tempo da perdere. Ho da fare."

"Puzzavi di lei stamattina. Come sei entrato nello spogliatoio avevi addosso il suo cazzo di profumo." ride come se trovasse questo divertente, ma poi smette di colpo. "Quindi alla fine sei andato ieri notte? Ti stava aspettando quando sono arrivato, ma dopo che ero davanti a lei, tu sei finito nel dimenticatoio. Forse ci sei andato a letto e lei ha accettato e nel frattempo ha pensato a me."

Stringo forte i pugni, cercando di scaricare la rabbia che mi fa provare, ma soprattutto per il modo in cui si atteggia. Ma come fa? Come fa a parlarmi così visto ciò che anche ieri le ha fatto? La fa piangere, le spezza sempre il cuore e poi viene a dire a me tutto ciò. Sono l'eterno secondo? Sono sparito perché è apparso lui? Però sono io quello che Ele ha chiamato, perché sa che sono sincero e che davvero ci tengo a lei... quindi non credo alle parole dello spagnolo, per nulla. Cerca solo di ferirmi, per gelosia, di seminare discordia. È il suo modo di fare, ora l'ho capito.

"Lasciami stare, Arrizabalaga."

"Certo che detto da lei il mio cognome è molto meglio che detto da te. Che c'è? Sei invidioso? Sai benissimo che appena mi farò perdonare, tornerai a essere inesistente."

"Sei un disco rotto, davvero. Sei anche noioso. Non sai fare di meglio che alludere a quando facevi sesso con lei o al fatto che io verrò messo da parte? Dovresti aggiornare il tuo registro, questo non fa più effetto." glielo dico con fare annoiato, scrollando le spalle come se tutto quello che dicesse non avesse peso "Se non hai di meglio da aggiungere, me ne vado."

"Non finisce qua. Ma non devo nemmeno parlare, perché sai già quale sarà l'epilogo di questa storia." mi schiaccia un occhiolino falso, allontanandosi di qualche metro "Ti accorgerai tu stesso che non andrai mai avanti con lei. Prego, ora puoi pure andare."

"Okay... ora che so il tuo prezioso pensiero, me ne vado a casa." sorrido falsamente come lui e poi salgo finalmente in macchina, più che felice di allontanarmi da lui e dalle sue vibes negative.

Non mi importa di cosa pensa, l'unica cosa che per me conta è ciò che sento dentro quanto sto con Ele, il modo in cui lei mi tratta e si affida me. Niente conta più della sua felicità per me, è così da sempre e non cambierà mai.

*****

Eléonore

Appena arrivo nel pianerottolo di casa mia, mi fermo un attimo, stranita, vedendo un bellissimo e gigante mazzo di girasoli davanti al mio appartamento. Sospiro piano, leggermente confusa, e poi mi avvicino. Afferro subito la busta bianca che è incastrata nella carta oro, tiro fuori la lettera e leggo velocemente con gli occhi, riconoscendo subito la scrittura.

"Se penso che i tuoi occhi hanno pianto per me, mi sento morire. Se tu avessi bisogno di un cuore per sopravvivere, ti darei il mio. Ti amo, Ele. Ti amo dalla prima volta che ti ho vista alla festa. Non ho mai scordato nulla di te. Vorrei la possibilità di ricominciare, vorrei la possibilità di cancellare il male che ci siamo fatti. Non ho mai voluto ferirti. Avevo così tanta paura di perderti, quando siamo tornati insieme, che alla fine ti ho perso lo stesso. Sei la donna della mia vita e so che senza te non avrò mai una famiglia, non sarò mai completo. Non mi interessano le altre, non mi interessa accontentarmi. Preferisco stare solo che avere qualcosa con qualcuna che non sei tu. Le altre non hanno lo stesso sapore e io con le altre non sono me stesso, non riesco a lasciarmi andare. Solo tu mi conosci completamente e solo tu mi hai amato davvero. Vorrei chiederti scusa per tutto, vorrei che si potesse usare una gomma per eliminare le brutte cose che si sono posate su di noi, ma non si può. Non si può... e questo mi uccide. Spero sempre che ci possa essere ancora qualcosa tra noi. Magari tra anni, magari... ti aspetterei una vita, Ele. Ti aspetterei per sempre e oltre. Per sempre tuo, anche se ora non pensi sia così, Kepa."

Un singhiozzo mi toglie il fiato quando finisco di leggere, mi toglie il fiato mentre peso tutte le sue parole. Mi fa male leggere tutto ciò e mi sconvolge da morire.
Questo mi fa sentire pure una brutta persona, visto che sto provando a far funzionare le cose con Christian, ma non riesco a restare indifferente a queste parole che mi sembrano come lame che mi colpiscono nel bel mezzo del petto.

Raccolgo i fiori ed entro dentro il mio appartamento, posandoli sul tavolo. Dopodiché mi lascio andare nel divano e rileggo la lettera ancora una volta, lasciando libere le mie lacrime per l'ennesima volta con la testa piena di parole che si accavallano tra loro.

Better Now||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora