Capitolo 8. Sfogarsi

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Christian

Suono il campanello dell'appartamento di Eléonore e la porta mi si apre davanti dopo qualche secondo. Sussulto quando vedo il suo viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi e gonfi come non mai.

"Ehi, ma che sta succedendo?" davanti alla mia domanda i suoi singhiozzi diventano più forti. Il suo corpo viene smosso fortemente dal pianto, cosa che mi fa stringere il cuore e preoccupare allo stesso tempo. Quasi le gambe le cedono ed è per questo che scatto in avanti e la afferro al volo, prima che le sue ginocchia tocchino terra. "Ele, ascolta la mia voce. Va tutto bene, fai dei respiri profondi. Respira con me."

Faccio dei respiri lunghi e profondi, facendo in modo che lei mi imiti, e poco dopo inizia a calmarsi. A poco a poco il suo corpo smette di tremare e il suo respiro si fa un po' più regolare. Le accarezzo i capelli e la stringo a me, mentre alcune lacrime bagnano la mia maglietta, ma non mi importa. Voglio solo si calmi e mi dica cosa sta succedendo per essere ridotta così.

"Scusami, Chris..." me lo dice con vero pentimento, come se odiasse il fatto di essere crollata in questo modo davanti a qualcuno, come se non volesse mostrare come davvero sta. Il fatto, però, è che è impossibile non capirlo, anche quando non piange si notano i suoi occhi spenti.

"Non devi scusarti, possiamo entrare in casa tua?" sciolgo l'abbraccio mentre le porgo questa domanda e lei annuisce, spostandosi dalla soglia dell'ingresso e facendomi passare. Subito dopo mi segue, chiudendosi la porta alle spalle, e poi si mette davanti a me.

Per qualche secondo restiamo così, in silenzio, a guardarci soltanto, poi mi sorride appena e indica un punto a caso della sua cucina. "Ti posso offrire qualcosa, Puli?"

"No, grazie... vorrei solo parlare con te. È arrivato il momento che tu mi dica tutto."

Lei scuote la testa e poi sospira, così io mi avvicino a lei e, posandole una mano sul viso, aggancio i suoi occhi castani. Ora sta cercando di trattenere le lacrime e ammetto che mi dispiaccia finga che va tutto bene pur di non dare spiegazioni e dire come veramente stia. "Senti... non so se sia bene dirtelo o no, ma forse ti serve per farti capire che devi parlarmi di cosa diavolo sta succedendo. Kepa mi ha detto che siete stati insieme, quindi non so perché, non come sia accaduto dato che vi siete lasciati da un po', non so nulla... ma ho bisogno che tu me ne parli, voglio aiutarti, Ele."

Lei trasalisce davanti alle mie parole e i suoi occhioni si sgranano ancora di più, come scioccata da ciò che gli ho appena rivelato. "Te l'ha detto? Perché avrebbe dovuto?"

"Non so perché l'ha fatto, ma questo ora non è importante, l'unica cosa che devi fare è dirmi tutto."

Le lacrime riniziano a scendere copiose sul suo viso, mentre si mordicchia il labbro inferiore in un gesto di stizza. Vedo il vuoto dentro i suoi occhi, il dolore più puro uscirne fuori, e mi chiedo come Kepa abbia potuto ridurla così. Erano una bella coppia, molti invidiavano il loro rapporto, il loro comportarsi, sembravano così in sintonia, ma forse è proprio vero che l'apparenza inganna.

"Mi ha lasciata lui." lo sputa fuori come se non ne potesse più di tenerselo dentro "Mesi fa mi ha detto che non provava più niente per me, dopo aver fatto sesso con me. Mi ha mollata mentre ero nuda accanto a lui e mi sono sentita così umiliata e ingenua... non mi ero mai sentita così. Ho provato a levarmelo dalla testa, ma ogni volta lo vedo con altre, durante le feste, e ricado nel vortice dei pensieri. Continuo a rivivere quel maledetto momento in cui mi ha piantata e a rivivere i momenti in cui eravamo felici. Non so come abbia fatto, ma fino a quando mi ha lasciata, non avevo mai pensato che potesse essere finita tra noi, non ha mai fatto trapelare nulla che facesse capire che non andasse più bene la nostra relazione. È stata una doccia gelata, per questo per me è stato un colpo."

Fa spallucce come a minimizzare il tutto, ma le sue lacrime che scendono veloci sul suo viso fanno capire che le faccia più male di ciò che dice e ammette.

"Mi dispiace, Ele. Io non so cosa cazzo gli passi per la testa, ma una persona non merita questa slealtà, soprattutto non una come te. So quanto amavi Kepa e so quanto hai fatto per iniziare la relazione con lui, quando pur di proteggere tutti l'hai tenuto nascosto a Mason e vi vedevate in segreto." accarezzo ancora il suo viso, sfiorando appena la sua pelle con i polpastrelli. "Ma hai fatto bene a parlarmene, avevi bisogno di sfogarti."

Mi guarda quasi con aria persa e io resisto alla tentazione di stringerla forte a me. Vorrei essere in grado di toglierle di dosso almeno un minimo del dolore che prova, ma purtroppo non è così semplice e lo so bene.

"Abbiamo fatto sesso a casa sua ieri, ma lui mi ha solo usata. Quando abbiamo finito mi ha quasi cacciata, dicendo che aveva da fare. Ha usato a favore suo il fatto che io gli abbia detto di amarlo, non si è fregato minimamente del mio dolore... è stato senza freni, senza empatia, e mi ha fatto ancora più male. Mi sento morire, sento un vuoto dentro il petto, e la colpa è solo mia." Sussulto sentendo le sue parole e scuoto la testa immediatamente, scioccato dal fatto che si colpevolizzi.

Che colpe può avere? Quello di essere innamorata di qualcuno di sbagliato? Non è colpa sua, ma di Kepa, ma che diavolo gli salta in mente? Quale persona normale farebbe così? Questo comportamento è tossico ed è sbagliato.

"Ehi, no Ele. Non hai colpe di nulla, è lui che ha fatto lo stronzo." le afferro il viso con le mani e le stampo un dolce e delicato bacio sulla fronte "Va tutto bene, non è mai sbagliato dare amore, ma è sbagliato chi lo riceve e ci sputa sopra, chi non sa apprezzarlo. Credimi che là fuori c'è qualcuno che morirebbe per te, devi solo trovare la persona giusta."

Muove il capo velocemente, volendo quasi allontanare le mie parole, e vedo il terrore colorarle lo sguardo. "No, non voglio amare mai più, non so nemmeno se ne sarò in grado. Kepa mi ha fatto a pezzi e non gliene è fregato nulla, come posso volermi affidare ancora a qualcuno? Non voglio, Chris... non voglio farlo mai più."

Sussulto immediatamente sentendo quanta paura e quanto dolore c'è nelle sue parole, perciò non dico nulla che possa farla agitare di più e andarle contro. Non voglio che pensi questo, che si precluda la possibilità di amare ancora, ma so che sarà inevitabile che le succeda e so che sarà più bello di come ricordava, perché sarà vero e non macchiato dalle cazzate di qualcuno che sta solo giocando con lei.

"Ehi, ora non pensare a questo, ora ci calmiamo, ordiniamo da mangiare e guardiamo qualcosa insieme su Netflix, ti va?"

"Non ho fame, Chris..." le lancio un'occhiata fulminea e inarco un sopracciglio come a farle capire che non è una risposta contemplata, così lei ride leggermente e poi annuisce sospirando. "E va bene... mangerò qualcosina."

Per un attimo mi incanto a sentire il suono leggero della sua risata, poi sospiro appena e, ancora una volta, la attiro tra le mie braccia e la stringo forte. Mi si smuove qualcosa dentro quando la sento rilassarsi e lasciarsi andare, mi sento bene nel sapere di essere riuscito, anche se solo un minimo, a farla avvicinare a me, a far cadere i suoi muri e a farla sfogare su ciò che la sta attanagliando. Mi fa stare bene riuscire a farla ridere anche leggermente. Ormai sono anni che la conosco e, quando non ride e chiacchiera di ciò che ama, ma si estrania dai discorsi e si mette da parte, qualcosa non va... e a me non va giù che succeda questo, mi impegnerò affinché lei torni a sorridere come al suo solito.

"E ora, chiamerò la pizzeria italiana più buona che conosco, ossia la tua preferita, e ordineremo da là." le accarezzo i capelli, spostandole un ciuffo ribelle dietro l'orecchio. "Stasera sono proibiti i pianti per colpa degli altri. Christian Mate Pulisic è qui al tuo servizio per farti distrarre."

Ancora una volta ride leggermente e poi annuisce, facendo brillare i suoi occhi, cosa che mi fa enormemente piacere. "Grazie, Puli... sei un amico speciale." si alza sulle punte, dopo aver parlato, e posa le sua labbra delicatamente sulla mia guancia, lasciandomi un dolce e innocente bacio.

Sorrido senza riuscire a trattenermi e passo le dita in modo leggero sulla sua gota, felice che mi abbia dato la possibilità di aiutarla.
Una cosa è poco ma è certa: con me è al sicuro, non potrei mai farle male. Inoltre spero di riuscire a farle riprendere il pieno possesso della sua vita, perché la sua priorità dev'essere se stessa, senza permettere a nessuno di interferire o toglierle il sorriso. Deve tornare a brillare.

Better Now||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora