Capitolo 44. Pezzi di ceramica

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Ormai è passato quasi un mese da quando io e Kepa siamo tornati insieme, ed è praticamente un mese anche da quando io e Mason abbiamo smesso di parlare. Non sento quasi nessuno dei miei amici, se non Thiago che si preoccupa sempre di chiamarmi e delle volte mi invita a casa sua per passare delle orette con lui e la sua famiglia. Non sento Benjamin, non sento Maria... e ovviamente non sento Christian.

Mi sento quasi fuori dalla loro vita, come se non ne facessi parte, perciò sto evitando persino di andare allo stadio, anche se questo significa rinunciare a una delle mie passioni più grandi e rinunciare a tifare la squadra che sostengo fin da piccola. Il problema è che la sola idea di incontrarli e vedere i loro atteggiamenti magari diversi nei miei confronti, mi terrorizza.

Kepa ha provato più volte a convincermi ad andare a Stamford Bridge... ma alla fine si è arreso alla mia decisione di non volerci mettere piede.

Tra e me lui, invece, le cose sembra che vadano abbastanza bene. Il nostro rapporto sembra più maturo rispetto a prima, a volte però sembra quasi come se fossimo "abituati" l'uno all'altra, e molte volte penso che la colpa sia mia. Non sono per niente tranquilla e riverso i pensieri sulla nostra relazione, e probabilmente lo tengo un po' a distanza.

Sbuffo nervosamente e chiudo il computer, non riuscendo più a continuare a scrivere il romanzo a cui sto lavorando, mi passo le mani sul viso in maniera frustrata e poi richiamo l'attenzione della cameriera per farmi portare un thè caldo che possa far rilassare un po' la mia mente.
Questo bar è un posto tranquillo, nonostante non sia nascosto o in una parte remota di Londra, e mi piace venire qua a scrivere... è come se fosse il mio rifugio, ci ho portato solo poche persone, perché portare qualcuno qua, per me, è come raccontargli un pezzo di me... so che può sembrare una cosa sciocca, ma è così.

Ringrazio la ragazza per avermi portato ciò che ho ordinato e la osservo tornare al bancone, ma ben presto la mia attenzione viene catturata da qualcos'altro. I miei occhi si spostano immediatamente sulla porta dell'entrata che è appena stata aperta e mi blocco quando realizzo che la persona che sta entrando è Christian... e non è solo.

Lo vedo ridere e tenere la porta aperta per far passare la sua accompagnatrice, poi le posa una mano dietro la schiena e la scorta fino a uno dei tavoli in fondo, alla mia destra. Non so perché, ma questa scena mi fa stringere lo stomaco, quasi come se qualcuno mi stesse stringendo le viscere con le mani, e ringrazio il cielo che non si sia accorto di me.

Li osservo, mentre giro a vuoto il cucchiaino dentro la tazza, e mi perdo a guardare lei. Ha i capelli biondi e un fisico perfetto, in più sembra avere una grazia unica, quella che mi sogno da tutta la vita visto il mio essere maldestra. Persino quando ride non perde classe e, non so perché, mi ritrovo a invidiarla. Per un secondo mi sembra di essere tornata ai tempi della scuola, quando mi sentivo sempre troppo poco rispetto alle mie compagne, tutte alte e perfette e speravo di svegliarmi ed essere come loro. Era da un po' che non sentivo quella sensazione, e in realtà pensavo che non l'avrei mai più sentita e che fosse una cosa superata, invece eccomi qua.

Inizio a sorseggiare velocemente il mio thè, nonostante sia molto caldo, volendomene andare il più veloce possibile da qua. Non pensavo che Christian frequentasse questo posto, sono io ad averglielo fatto conoscere... non pensavo ci venisse con altra gente, e devo ammettere che questo mi rende un po' gelosa, come una bambina che ha fastidio nel vedere qualcuno giocare nel suo posto preferito.

Mi alzo velocemente, facendo per poggiare la tazza nel tavolino, ma non so come, mi scivola dalle mani prima che tocchi la superficie e cade a terra prima che abbia la lucidità di fare qualsiasi cosa. La ceramica si infrange al suolo e tutti i pezzi si spargono, mentre il suono sordo fa girare verso di me tutte le persone all'interno del bar, Christian e bionda compresi. Maledizione... alla faccia di non volersi far notare e scappare velocemente.

Better Now||Christian PulisicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora