capitolo 10, pt.2

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Mi sono fatta un'idea di te.
Ora voglio farmi il resto.

Ora voglio farmi il resto

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21 luglio 2019

Giro piano la testa sul cuscino, deglutendo a vuoto e stringendo nel pugno della mano un lembo del leggerissimo lenzuolino che copre il mio corpo dal fresco delle mattine maiorchesi. Sembra un sogno, così dannatamente reale a dire il vero, uno di quelli che non puoi raccontare a chiunque per scambiare due parole, uno di quelli erotici, ma quelle labbra calde e umide che baciano la mia pancia mi stanno mandando in su di giri, non mi sembrano poi così un sogno. Le conosco, le ho già sentite sul mio corpo, le riconoscerei fra mille labbra che baciano la mia pelle.

«Buenos días Tish.» sorrido come una bimba, sentendo la voce di Carlos vibrare sulla mio corpo.

«B-buongiorno» deglutisco di nuovo. Non è affatto un sogno e quelle labbra fantastiche sono appena scese sul mio ventre.

«Dormito bene?» annuisco piano, incapace di rispondere.

Ci sa fare così tanto...

«Ottimo, allora hai abbastanza energie» sussurra.

Socchiudo gli occhi e mi mordo il labbro, quando la sua mano comincia ad accarezzare piano il mio addome. Piano risale da sotto la maglietta, sfiorando ogni dettaglio del mio corpo, per poi soffermarsi alla base del mio seno, sorride contro il tessuto dei miei splip e circonda il mio seno destro con la sua mano calda, facendo diventare il capezzolo turgido e il mio respiro pensante direttamente un gemito strozzato.

«O-ottimo per c-cosa?» sussurro, solo nel momento in cui mi da tregua per sfilarmi le mutandine.

Mette una mano sul mio fianco, attirandomi più a lui, l'altra sulla mia coscia, «Ne parliamo dopo, mh?» e poi ricomincia a baciarmi.

«Si...hai ragione» sospiro, oramai troppo in balia del piacere.

Un gemito, più profondo degli altri, lascia le mie labbra quando Carlos ci mette anche la lingua e, istintivamente, porto una mano fra i suoi capelli, tirandoli leggermente e avvicinandolo di più a me. È una tortura, sento il mio corpo non risponde più ai miei comandi, eppure mi piace così tanto. Ogni cellula del mio corpo si è affidata a Carlos, lasciandogli le redini di un gioco così eccitante da farmi chiedere sempre di più

«Carlos...» stringo gli addominali, alzando leggermente il busto, «Carlos di più...»

Un calore piacevole confluisce tutto verso il mio ventre, portandomi ad aggrapparmi in parte alle lenzuola e in parte ai suoi capelli, nel momento in cui raggiungo l'apice del piacere, rilasciando un grugnito abbastanza forte, che porta Carlos a sorridere nuovamente contro la mia intimità.

«Buona» torna a guardarmi, incastrando prepotentemente i suoi occhi nei miei.

«Perchè?» chiedo, cercando di regolarizzare il mio respiro.

Quedate por amor. ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora