capitolo 19.

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Vorrei solamente poterti abbracciare.

Vorrei solamente poterti abbracciare

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22 marzo 2020

pov Carlos.

Entro nel paddock e subito vengo assalito da diversi tifosi, ma la mia testa non mi permette di essere completamente presente per loro, facendo foto e firme molto distrattamente, generando qualche preoccupazione dai ragazzi più giovani, che subito mi chiedono cosa succede. Ovviamente li tranquillizzo subito, usando la solita scusa della tensione pre-gara, ma la realtà è ben altra, una realtà che, forse, solo a Lando sarei in grado di dire.

Liberato da quell'effetto, che in questo periodo non riesco ad apprezzare, mi incammino velocemente verso il mio motorhome, estraendo il telefono dalla tasca e andando subito su whatsapp, dritto su l'unica chat che ho fissata. Come pensavo non c'è ancora nessun messaggio, l'ultimo accesso e messaggio risalgono a ieri sera, quando le ho dato la buonanotte, quindi, come quasi ogni mattina nell'ultimo periodo, le invio il suo amato "buongiorno empanatina" con allegato un mio selfie buffo, giusto per farla sorridere un pochino. Eppure quell'espressione stupida che le dedico non è assolutamente la verità, tutta la gioia che ho provato a metterci è frutto di una finzione, di una forza che sto cercando di darle, anche se sta venendo meno anche a me.

Sono passati all'incirca venti giorni da quando, in ospedale, ci hanno detto della problematica riscontrata da Morticia e, nonostante la terapia pensate e le medicine in quantità industriali, non riusciamo a vedere nessun miglioramento riguardo la sua miocardite. Ho tentato di guardare il lato positivo, ma ogni giorno che passa il sorriso di Morticia scompare sempre di più e io mi sento talmente impotente di fronte a quel viso sempre più spento e triste. Vorrei poter fare di più, poter restare con lei a Madrid ogni giorno e starle al fianco quando non si sente bene, o quando vuole un abbraccio e mi chiama piangendo, ma questo non è possibile con la Formula1 che è riniziata e io mi sento tremendamente in colpa. All'inizio ho sperato che il dottore dicesse che poteva seguirmi, almeno nei GP più vicini e tranquilli, ma è stato un no secco e questo sarà il risultato di molti periodi lontani, come già sta per succedere dato che sono qua in Bahrein da 4 giorni e non tornerò a Madrid perché subito attaccato c'è il GP del Vietnam e il mio entourage ha deciso che, nella settimana che divide i due weekend, faremo preparazione fisica e adattamento al clima vietnamito. Questo è sinonimo di una sola cosa; Venti giorni via da Madrid...venti giorni via da Mortica.

«Carlos» Lando mi riscuote dai miei pensieri, entrando nella mia stanzetta.

«Hey...» faccio un flebile sorriso, spostando col piede una sedia, così che possa accomodarsi. Io sono troppo depresso per sollevarmi dal divanetto e mettermi composto.

«Sei distrutto» mi fa notare, alludendo al mio viso pallido, alle mie occhiaie profonde e alla barba più lunga del solito.

Ma non è solo esteriormente, Lando lo sa che sono distrutto anche interiormente e, forse, quella sua allusio era più riservata al Carlos interiore che a quello esteriore. Se adesso qualcuno mi guardasse dentro l'unica cosa che vedrebbe sarebbero infiniti pezzettini di me, che si sgretolano giorno dopo giorno. Nemmeno correre con la macchina riesce a distrarmi, anche quello è diventato un peso, un qualcosa che mi tiene lontano dalla donna che amo e che vorrei solo stringere in un abbraccio, scomparendo l'uno nell'altra.

Quedate por amor. ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora