capitolo 8, pt.2

723 22 13
                                    

spogliati, voglio vedere come mi stai addosso

spogliati, voglio vedere come mi stai addosso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

...

5 luglio 2019

pov Carlos.

Non so perché io l'abbia baciata e non ho la minima idea del perché sto continuando a farlo, ma sono certo che non sia più l'alcool a guidare le mie azioni. Sono quasi del tutto sobrio, lo sono più o meno da quando si è seduta al mio fianco, resta solo un po' di allegria che mi ha dato più coraggio per fare questo passo.

Anche Morticia sembra completamente disinibita da questa situazione, si sta lasciando andare forse anche più di me. Preme il suo seno contro il mio petto, girandosi meglio su un fianco e affondando maggiormente le dita fra i miei capelli; Li tira piano, con delicatezza, e questo mi manda in su di giri, rilasciando milioni di scariche elettriche lungo tutto il mio corpo.

«Carlos...» mormora, quando la mia erezione comincia a premere contro il suo fianco.

«È colpa tua» ridacchio, accarezzandole piano il viso.

«Sono pessima» dice al mio orecchio, mettendosi a cavalcioni su di me.

Nell'esatto istante in cui le nostre intimità si toccano da sotto i tessuti dei vestiti, il mio cervello non ci vede più, si disconnette e lascia tutto al caso. Mi tiro su con la schiena, finendo faccia a faccia con lei, e le cingo forte i fianchi, spingendola a muoversi sopra di me. È tutto lento, delicato e dolce, accompagnato solo dai nostri sguardi che si incastrano e si parlano, dicendosi tutto quello che non ci siamo detti a parole. Le sue mani si legano dietro al mio collo e la sua fronte ricade sulla mia, finendo per far sfiorare le nostre labbra e i nostri nasi.

«Hai ancora il sole negli occhi» le sussurro

Lei non risponde, probabilmente non ci riesce nemmeno, socchiude semplicemente gli occhi e si morde il labbro, reprimendo i sospiri che le provocano i nostri corpi che si scontrano. È bello vederla così impotente sotto il mio tocco, mi fa capire quanto, pur avendo affrontato un brutto periodo fra noi, la passione non è qualcosa che ci ha abbandonati. Forse noi dovremmo parlare davvero seriamente di quello che è successo, di come ci siamo lasciati e di quello che abbiamo passato, ma in questo momento sono i nostri corpi a decidere e non hanno intenzione di staccarsi.

«Ti voglio» sussurra, mordendomi il labbro inferiore.

«Anche io» la spingo maggiormente verso di me, facendole rilasciare un piccolo gemito quando scontra più forte contro la mia erezione, «Ma credi sia la cosa giusta?» domando, perdendomi nei suoi occhioni.

«Tu lo vuoi?»

Annuisco, «Ti desidero sempre come se fosse la prima volta ».

«Allora basta parlare. Prendimi» non me lo faccio ripetere due volte e inverto le nostre posizioni, facendola finire sotto di me.

In pochi secondi mi ritrovo tra le sue gambe snelle, strette ai miei fianchi, e le sue mani che corrono dalla mia schiena ai miei capelli, graffiando la mia pelle e tirando leggermente le ciocche. Io continuo a stuzzicarle i capezzoli e il collo, fino a quando non decido, dopo settimane di distanza e mancanze, di rifarla mia. Affondo dolcemente in lei, rilasciando un sospiro di sollievo, mentre Morticia porta la testa all'indietro per il piacere, inarcando la schiena sotto la quale si trova la mia mano, che la stringe, quasi con paura di perderla e di aver immaginato questa scena cosi bella. Le spinte ritmate, con cui ci culliamo e ci stringiamo in qualcosa che ora è più grande di noi, sembrano far scomparire il caos che regnava fino a poche ore fa. I nostri corpi son sempre stati bravi a parlare fra loro e, adesso, voglio solo che questo momento non finisca mai.

fine pov Carlos.

***

Faccio irruzione in casa Norris, non facendo minimamente caso se ci sia ancora qualche famigliare di Lando, e comincio a cercarlo d'appertutto.

Dopo tutto quello che è successo ieri sera, e dopo essermi svegliata fra le sicure braccia di Carlos, ho bisogno di parlare e arrabbiarmi con qualcuno. Sono stata una sconsiderata ad andare di nuovo con Carlos, è stata una scelta avventata dettata da un momento di debolezza di entrambi, e questo so che porterà delle conseguenze. Brutte conseguenze. L'unica cosa che sono riuscita a fare è stato salutarlo dopo colazione, fra l'altro in cui mi son rivista passare davanti tutte le colazione che mi ha preparato, inventando una scusa e correre qua per evadere da quell'incubo che io ho vissuto come il più bel sogno dell'ultimo periodo.

«Ho fatto sesso con Carlos!» esclamo, spalancando la porta di camera sua.

«TU COSA!?»

«IO HO FATTO SESSO CON CARLOS»

Urlarlo è come una liberazione, però rende tutto ancora più reale e non riesco a non scoppiare a piangere, realizzando che io ho fatto sesso con Carlos.

Mi avvicino piano a Lando e mi sciolgo nelle sue braccia, cercando un po' di conforto per placare il dolore che si sta espandendo nel mio cuore. Però invano. La consapevolezza di non esser riuscita a resistere anche alla più piccola attenzione che mi ha dato Carlos fa capire quanto non sia per nulla riuscita a superarla. Non mi aspettavo di vederlo e di non provare più nulla, ma nemmeno di cadere ai suoi piedi come se fossi sotto il filtro d'Amortentia.

«Shh...non serve piangere titti.» mi abbraccia forte, «Sono cose che succedono»

«Vuoi dire che anche tu sei finito di nuovo a letto con Isabell?»

«No»

«Allora vedi che non succede!» mi dispero ancora di più.

«Ma io non amo più Isabell. Tu e Carlos, invece, vi amate ancora.»

Tiro su col naso, «Carlos non mi ama più...»

«Sia guardami» mi prende per le spalle, portandomi a guardarlo negli occhi, «Potrai credere che lui sia andato avanti, che tutto quello che avete passato sia stato cancellato, ma la verità è che lui non riesce ad accettare che tu gli scombussoli il cuore come la prima volta che si è reso conto di amarti.»

«E allora perché ha deciso di andarsene? Di lasciarmi da sola a Madrid? Di cancellare 5 anni?» alzo la voce parola dopo parola, portandoni le mani nei capelli.

«Io questo non lo so titti»

Annuisco piano, «Adesso credo che andrò. È meglio se torno a Madrid» sussurro, passandomi i palmi sugli zigomi.

«Sei sicura? Sai che appena lo scoprirà dara di matto?»

«Lo so» afferro il mio borsone, «Ma è la cosa giusta per entrambi.» dico più a me stessa che a lui.

«D'accordo» mi da un bacino sulla fronte, «Ci vediamo a Silverstone» lo abbraccio forte, ringraziandolo silenziosamente per tutto ciò che ha fatto e poi raggiungo la porta d'uscita, pronta per raggiungere l'aeroporto e prendere il primo volo per la mia bellissima Madrid.

Abbiamo detto che è finita e la faremo finita, anche se servirà soffrire il doppio.

Quedate por amor. ~Carlos Sainz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora