Sorse lo stesso sole di un nuovo giorno, Giglio si svegliò all'ora più giovane del mattino, scoprendo di trovarsi da solo nel letto.
«Walter?»
Lo cercò tra le coperte e la stanza, ma non lo trovò.
Il lato destro del letto era vuoto e anche sistemato, non c'erano né dune né pieghe, Giglio sembrava aver trascorso l'intera notte in compagnia di sé stesso.«Uova?»
Giunse furtiva una scia di profumo sotto lo spiraglio della porta, era succulente e leggero, delizioso e nostalgico come un ricordo del passato.
Giglio scese dal letto e si recò in cucina come un bambino il mattino della vigilia di Natale, seguì il profumo e sorprese Walter saltare una frittata sulla padella.«Buongiorno, che cosa fai?» Chiese avvicinandosi, ancora leggermente imbarazzato per quello che era successo la notte precedente.
«Oggi è il mio compleanno, volevo sforzarmi di svegliarmi di buon umore. Sai, come se non stessi tenendo in ostaggio un ragazzo che avrei dovuto uccidere tempo fa» rispose Walter maneggiando la spatola.
Il piano di cottura era un disastro, era ovvio che Walter avesse fatto molti tentativi prima di riuscire ad ottenere la frittata perfetta.
Giglio si sedette a tavola, aspettando di essere servito.
«Andrai alla festa questa sera, vero?» chiese.
«Devo, però lo non so...» anche se oramai si fidava di Giglio, Walter non sentiva di poterlo lasciare solo a casa per l'intera serata, e portarlo alla festa sarebbe stato rischioso.«Io starò a casa, non fuggirò, davvero»
Ma Walter sapeva quanto a Giglio mancasse la sua famiglia, e con tutte quelle ore a disposizione avrebbe potuto convincerli di fuggire, diventando così un grosso autocarro carico di mine.
Non poteva lasciare che il suo unico problema si moltiplicasse, tenere Giglio a bada si era rivelato semplice e anche piacevole, ma vigilare la sua famiglia era equivalente a camminare sopra una sottile lama.«Sarete tutti vampiri?» chiese Giglio.
«Certo»
Walter allora considerò di chiudere Giglio in casa, gli avrebbe fornito tutto il necessario ma si sarebbe scrupolosamente accertato di chiudere ogni via di fuga.
Ma più ci pensava, e più il timore cresceva.Non voleva dubitare della lealtà di Giglio, sarebbe sicuramente rimasto a casa come promesso, dopotutto erano due le vite in pericolo.
"Se Giglio venisse scoperto da anche un solo vampiro fedele al codice, morirà. E con lui anche io, poiché colpevole di aver violato il codice, e di aver portato disonore sul nostro nome" pensava.
Calò negli abissi della sua mente. Pur di riuscire ad arrivare a un solido ragionamento, i suoi pensieri si fecero così intensi che non si accorse di aver bruciato la frittata.
Dopo aver inalato un po' del fumo che questa stava cominciando a sprigionare, si agitò, e depose l'intera padella dentro il lavandino.«Tutto bene?» chiese Giglio, che alle prime tracce di fumo, stava già evocando invano l'attenzione di Walter.
«Uhm sì, è solo che...» farneticò aprendo il rubinetto, gettando l'acqua fredda dritta su quella che era l'ultima frittata.
Aveva finito tutte le uova che gli erano rimaste in frigo, in breve, niente colazione.«Non ti fidi» completò Giglio.
Walter non lo contraddì, perché era la verità: non si fidava completamente.
«Tu lo sai che siamo entrambi esposti al pericolo, io ho violato il nostro codice e tu sei il frutto del mio peccato.
Se mai un vampiro dovesse scoprirlo tramite te, verrà anche a cercare colui o colei che ti ha morso. Alla fine verremmo condannati entrambi come colpevoli, è un motivo per te di restare presso di me. Se tu sei con me, e io sono con te, siamo al sicuro»Le parole di Walter avevano senso, ciononostante, Giglio ritenne fosse più giusto essere lasciato andare in pace.
Non avrebbe detto parola, dopotutto, era già passato un anno da quella notte, e nessuno in tutto quel tempo si era accorto del suo morso.Ma poteva comprendere il timore di Walter di essere scoperto, alla fine la condanna era la morte, e chi non ne aveva paura?
«Immagina, che cosa sarebbe successo se quel giorno ti avesse corteggiato il vampiro sbagliato?» Chiese Walter, aprendo a Giglio una finestra su quella spiacevole visione.
Sicuramente le cose sarebbero andate molto diversamente, avrebbe raggiunto Dalia.«Era destino che fossi tu dunque» disse Giglio.
Walter esitò, non credeva nel fato, non credeva in nulla. Le sue radici erano fondate sopra un terreno che era pronto ad accogliere tutto. Pioggia, vento, sale e grandine. Senza mai chiedersi il motivo delle cose, dell'avvenire delle stagioni e del cambiamento del clima.Ma si concesse un breve istante per pensare veramente a quanto fosse in effetti stato fortunato ad avere incontrato Giglio, e di averlo invitato a uscire.
"Un bel ragazzo come lui, chiunque avrebbe potuto farsi avanti per fargli la corte" pensò.
«Ora che siamo senza uova, che si mangia?» domandò Giglio, il cui stomaco era vuoto come il frigo.
Tempo dopo...
Si fece sera, Walter cominciò a prepararsi per attendere alla propria festa di compleanno.
Si vestì con abiti semplici ma ben raffinati, non possedeva cravatte nel suo cassetto, e nemmeno tight o tessuti griffati.Evitò accessori e profumi, si spruzzò addosso solamente un filo di deodorante per aggiungere maggiore freschezza alla sua pelle.
Giglio in tutto ciò restava a guardarlo, invidiando la sua corporatura mascolina e il suo aspetto incantevole.
Era davvero un uomo affascinante, alto e con due spalle dritte e larghe.Walter si avvicinò al ragazzo, si munì della fascetta e disse.
«Ti dovrò legare...» c'era molto dispiacere nel suo tono di voce, si vedeva nei suoi occhi che non lo voleva.
«Ti chiedo scusa, non è che non mi fido, è che...» gli occhi di Giglio si fecero tristi, riflettevano il suo sconforto e dispiacere.Il suo sguardo rammentava quello di un cerbiatto davanti la canna del fucile, triste e spaventato.
Walter, il cacciatore con l'arma in mano, teneva il dito sul grilletto ma si sentiva incapace di premerlo.Lasciando la preda, essa sarebbe fuggita, avrebbe avvertito il bosco della sua presenza, e un animale più grosso lo avrebbe divorato.
Lo stesso animale, avrebbe poi mangiato anche il cacciatore.In entrambi i casi, il pericolo restava, festa o meno, Giglio sarebbe comunque rimasto un problema irrisolto.
E poi quegli occhi, il riflesso dell'innocenza in carne ed ossa. Non era di certo colpa sua se era stato morso, non era colpa sua se il codice era stato violato. E non era colpa sua, se quella notte non era morto.Walter si lasciò indebolire dal ragazzo, da quegli occhi che tanto adorava.
«Vestiti» disse abbassando la fascetta.
«Mi porti con te?» chiese Giglio.
«Solo perché non so cosa farmene di te» giustificò Walter.
«Ma mi devi promettere di starmi sempre vicino, non dare nell'occhio e non parlare con nessuno senza che io non te lo permetta. Mi hai capito?»Giglio annuì e promise.
«Bene»
Walter prestò alcuni dei suoi indumenti al ragazzo, ciò fece a loro sprecare abbastanza tempo dal momento che la taglia del ragazzo non combaciava con quella del vampiro.
Ma alla fine, dopo tanti scarti e prove, trovarono l'abbigliamento perfetto.
«Credo possa andare, certo non slancia la tua figura, ma è okay» disse Walter guardando il ragazzo.
«Mi cadono i pantaloni» disse Giglio.
«Non ho cinture, i miei pantaloni mi calzano tutti bene. Tranquillo, troverai dove sederti»
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Aglio & Fiori
Про вампировGiglio e Walter sono un umano e un vampiro, intrecciati da un segreto che se svelato metterebbe in pericolo le loro vite. Pur di tenere nascosto tale segreto, i due finiranno per seppellirsi con esso sotto un cumulo di terra di bugie. Terra che vien...