"SCRATCH, SCRATCH..."
Qualcosa grattava, morsicava e assaliva morbosamente contro la sua pancia. Arava con le unghie, graffiava e mugugnava.
Giglio aprì gli occhi, disturbato da quello strano rumore appiccicoso, morbido e petulante come acqua da un vaso rotto.
Confuso e sopraffatto da una scomoda sensazione, si guardò attorno per la stanza senza cogliere nulla di insolito.La camera era dondolante nel buio, il pallido bagliore della luna dipingeva solo la parete di destra, illuminando la porta e il guardaroba.
Volse lo sguardo verso sua madre, addormentata di spalle con il corpo inghiottito dalle soffici coperte porporate.
Sebbene non ci fosse nessuno oltre loro là dentro, egli poteva udire quello strano rumore, una presenza.
Calò dunque lo sguardo verso di lui, sul proprio corpo, da dove il rumore giungeva.
Incerto, strinse la coperta e lentamente la sollevò, scoprendo così la propria pancia.Fu allora che vide ciò che stava avvenendo, l'origine di quello strano rumore.
Angosciato e orrificato, il giovane strillò davanti la terribile scena e per lo stato in cui egli si trovava.
La creatura informe che giaceva nel suo grembo era emerso dalle sue viscere, unto, vivo e deforme.
Il suo acuto vagito terrorizzò Giglio, che impotente restò a guardare con orrore mentre l'essere cominciò a strisciare sui propri gomiti verso il volto del genitore.«No! Mamma! Mamma! Mamma toglimelo! Toglimelo di dosso!» supplicò dimenandosi, troppo spaventato per poter anche solo sollevare la creatura di dosso.
«No! No!»
Il bambino si avventò sul suo volto e cominciò a mangiarlo, affondò i propri canini sulla sua guancia e masticò.
Giglio urlò disperato e sofferente, poteva sentire i denti del piccolo dilaniare la sua pelle, penetrare nella carne e consumarla fino l'osso.Scalciò e batté sul materasso per attirare l'attenzione della madre, ancora profondamente appisolata.
«Aiuto! Mamma! Mamma svegliati! Svegliati!»
Ma ecco che la sua pelle si raffreddò, il vagito del piccolo cessò assieme il dolore.
Sentiva freddo ai piedi, alle mani e sul palato, accompagnato da un sapore deliziosamente amaro, insolito e curioso.
Si guardò, il bambino non c'era più, ma tra le mani reggeva un cumulo di carne macinata tersa in quello che sembrava del denso sugo di pomodoro.«Ma che cazzo?» singhiozzò.
Si accorse di trovarsi al cospetto della porta del frigorifero aperta, tra le mani reggeva del macinato raccolto dalla teglia di vetro.
La sua bocca gustava di morbida carne fresca, cruda a sanguinosa. Era appiccicata ai denti, posata sulla lingua e cullata nello stomaco.
Realizzò di assersene cibato, alterato da ciò fu colto da forti e violenti conati.«Giglio?» una voce gentile e familiare emerse dal buio corridoio, quando giunse in cucina accese la luce, sorprendendo il ragazzo in ginocchio a terra innanzi il frigorifero.
«Che cosa stai facendo?» era sua madre, e quando lo vide con il volto macchiato di sangue sussultò scioccata.
Giglio farfugliò confuso, nemmeno lui sapeva quella che stava succedendo, e colto dallo spavento scoppiò in un mare di lacrime.
Il mattino seguente, le due madri e i due compagni si trovavano riuniti a tavola della stessa cucina dove lo strano fatto si era svolto.
Margaret confessò di aver colto il figlio cibarsi di carne ancora fresca e macinata dentro la teglia, Giglio imbarazzato, mantenne il capo chinato e la mano strozzata in quella dell'amato, confermando silenziosamente l'accaduto.
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Aglio & Fiori
WampiryGiglio e Walter sono un umano e un vampiro, intrecciati da un segreto che se svelato metterebbe in pericolo le loro vite. Pur di tenere nascosto tale segreto, i due finiranno per seppellirsi con esso sotto un cumulo di terra di bugie. Terra che vien...