«Che cosa fai?»
Domandò Walter, infastidito dal comportamento, a lui bizzarro e insolito, del ragazzo.
Giglio era stressato, e quando si sentiva tale, si stimolava dondolando sul posto o gingillando con qualche oggetto. In quel caso, stava molleggiando le gambe e canticchiando a mente.«Smettila» chiese Walter.
«Scusa, lo faccio quando sono teso» rispose Giglio.
«Il dottore ha detto che posso farlo se...» proseguì, pensando che dando una ragione a Walter lo avesse aiutato a comprendere, ma non concluse la fare quando notò che quest'ultimo era poco interessato.«Nulla, non te ne frega» concluse, e senza rendersene conto, riprese a molleggiare le gambe in avanti e indietro.
«Mi sono portato una fetta di torta, ne vuoi un po'?» Chiese Walter, tirando fuori dal frigorifero il dolce della sera precedente.
Era composto di sangue, liquore e cioccolata fondente. Il suo aspetto poco invitante disgustò Giglio.«No» rispose con ribrezzo, ancora grato di essere uscito vivo da quella villa.
«Meglio, più per me» Walter si sedette e si gustò la fetta di torta.«È davvero molto grande la dimora dei tuoi genitori, complimenti» disse Giglio.
«Discreta, non è la migliore che possiedono, quella la usano solamente per le celebrazioni e gli eventi» rispose Walter mentre si leccava le dita, deliziato dalla dolcezza dello spuntino.
«È un uomo, cioè, un vampiro molto ricco tuo padre» disse Giglio, ancora sconvolto da quell'incontro ravvicinato. Riusciva ancora vividamente a respirare il suo alito pungente di cadavere e confetto.
«Tutta eredità e mestiere, pensa che al momento possiede molte dimore e locali. Battifredi, castelli, ville, bordelli e umili casette sparse per le periferie» elencò Walter, senza mostrare alcun particolare orgoglio riguardo le moltitudini di proprietà che possedeva il genitore.
«Hai detto bordelli? Cioè, case di tolleranza? Quelle con le prostitute?» Domandò Giglio, facendosi leggermente rosso di curiosità.
«Allora queste cose le sai, ti credevo più innocente»
«Non sono un bambino» ribatté Giglio, anzi, aveva conoscenze molto vaste in materia, grazie al mestiere che svolgeva tempo fa. Non era affatto estraneo a certi argomenti e termini, egli conosceva la natura umana molto più di Walter, che aveva visto più primavere di lui.
«Avanti, assaggia» invitò Walter avvicinando il piatto davanti a Giglio, il ragazzo guardò il dolce e quasi cadde dalla sedia.
Dal soffice pan di spagna chiaro come il grano, sgorgavano grumoli e colate di sangue rosso vomitevole. La torta più che a un dolce assomigliava alle viscere di una carcassa decomposta sotto il sole, lo stomaco di Giglio singhiozzò e quasi fece capolino.«No» rispose prontamente.
«Bambino» ridacchiò Walter, stuzzicando il ragazzo con un sorrisetto dilettato.
«Va bene, assaggio» soffiò Giglio, e accettò di dare un assaggio all'impasto mortale.
Colse la forchetta nella mano, e con i denti di questa stuzzicò la fetta di torta, pensando che in qualche maniera avrebbe reagito.
La esaminò in cerca di bulbi, dita o capelli.Aveva l'aspetto di una comune torta da compleanno, ma il suo profumo di terreno da cimitero, ossa e piume di corvo, stringevano lo stomaco e la gola.
Ma si fece forza, prese un pezzetto del dolce e lo condusse lentamente verso la propria bocca.Quando il dolce si posò sulla sua lingua, il suo palato venne invaso da un asprissimo sapore di uovo marcio e interiora di topo.
Non riuscì nemmeno a chiudere le labbra, che sputò subito il piccolo boccone.
Stillò una lacrima dal suo occhio, il viso si fece leggermente rosaceo e prese a tossire e sputare tra forzati conati.
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Aglio & Fiori
VampireGiglio e Walter sono un umano e un vampiro, intrecciati da un segreto che se svelato metterebbe in pericolo le loro vite. Pur di tenere nascosto tale segreto, i due finiranno per seppellirsi con esso sotto un cumulo di terra di bugie. Terra che vien...