𓆩XXIX𓆪

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La persona che poteva godere della perfetta visione del suo pomposo didietro, si avvicinò verso di lui senza dichiarare la propria identità.

"Fa' che non sia il maggiordomo!" Pensò Giglio, e cominciò a pregare per le sue povere natiche, o per qualsiasi altro posto lo avrebbe percosso.
La persona gli colse la gonna e gliela sollevò, scoprendo così la sua biancheria.

«No! No! Che stai facendo aspetta! Non stavo fuggendo!»

Timoroso che il maggiordomo volesse punirlo, cominciò a divincolarsi, ma si fermò quando udì la giovane risata di un bambino.

«Ahaha! Mutande!»

Confuso, cercò nuovamente di liberarsi ma futilmente.

«Hey! Non mi toccare! Vattene!» ordinò, non aveva idea di cosa ci facesse un bambino nel giardino, e mentre cercava di uscire dal buco, una seconda persona sopraggiunse sul luogo.

«Amore, che stai facendo?» era Vittorio, la sua voce sollevò Giglio, finalmente la salvezza sembrava essere arrivata.

«Papà guarda!» disse il bambino indicando divertito il povero ragazzo incastrato nel muro.
«È come Winnie the Po, quando mangia il miele nella tana di Tappo!»

Giglio soffiò alterato, non solo era incastrato e a corto di fiato, ora era pure deriso.

«Chi c'è qui?» domandò Vittorio avvicinandosi.

«Vittorio? Vittorio vi prego aiutatemi, sono incastrato!» supplicò il giovane.

«Giglio? Ma come ci sei finito lì?» chiese.

«Non respiro, vi prego non sto bene, voglio uscire! Sto morendo di caldo!»
Era evidente che il ragazzo stesse patendo abbastanza, il caldo lo stava assalendo, poteva sentire e contare le gocce di sudore che gli scivolavano in mezzo le cosce e sulla fronte giù per il collo.

Vittorio invitò il figlio a entrare dentro la casa e cercare Stefan, il maggiordomo.
«Chiedigli se ti può preparare qualcosa da mangiare, io torno subito»

Il bambino rifiutò di lasciare il genitore, ma dopo un bacio e la promessa di giocare al suo gioco preferito una volta finito di mangiare, annuì ed entrò in casa.

Ora che poteva concentrarsi bene sulla bizzarra situazione, il vampiro avanzò verso il ragazzo e lo guardò.

«Dilettevole, hai visto un buco e ti ci sei infilato?» chiese.

«Mi aiutate a uscire, per favore?» singhiozzò con il naso tappato e gli occhi inceneriti dal pianto.

Vittorio pensò che fosse tutto quanto orchestrato, non considerava Giglio uno stupido, non poteva veramente essersi infilato in un buco così piccolo senza alcuna ragione. E il pensiero che stesse cercando di fuggire non lo sfiorò neanche, dal momento che sapeva che non avesse dove andare.

Giglio attese di sentire le mani del vampiro attorno i suoi fianchi per aiutarlo a uscire, ma Vittorio stava ancora contemplando.

«Sei veramente incastrato?» chiese il vampiro, quella domanda irritò Giglio assai, "ma certo che sono incastrato!" Pensò.
Fece per rimproverare, quando poi realizzò la fonte di quella domanda.
Vittorio non aveva una pessima vista, semplicemente la situazione era così irreale che lo aveva indotto a credere che fosse stato pianificato per attirarlo in un tranello.

"Devo difatti ammettere che... È a dir poco ameno. Poiché incastrato, sono impotente su ciò che avverrà dell'altra parte di me. Sono letteralmente così vulnerabile, impedito, non ho potere sulla situazione"

«Va bene, vuoi una mano a uscire?»
Chiese Vittorio.

"Non mi sono mai trovato in una situazione del genere, è così allettante che mi sentirei in colpa a non giovare del momento" pensava.

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