𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟎

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Cazzo. Cazzo. Cazzo.

È quello che mi ripeto da 10 minuti, mentre faccio avanti e indietro nel bagno.

Sono stata una codarda, potevo resistere di più. Così ho solo peggiorato le cose e gli ho solo dato una conferma. Sa che nascondo qualcosa.

Non credo che Colin mi abbia detto delle cose importanti, ma non credo. Però gli ho promesso che non lo dirò a nessuno, e ho intenzione di mantenere la parola data.

C'è una domanda che mi sta tartassando la testa.

Cioè stava venendo a letto con me, per la confessione?

Poi però penso che Colin non è così. Blake sta solo cercando di mettermi in difficoltà.

Ma se non conosci nessuno dei due, come puoi dire che conosci Colin e Blake, se non sai nemmeno che quest'ultimo ti stava dicendo la verità?

Giusto. Non ci sto capendo più niente.

Mi sciacquo la faccia per la terza volta, cercando di pensare.

Pensare. Pensare. Pensare.

Qualcosa deve uscirmi dal cervello.

Mi appoggio col culo nel lavello e inizio a pensare. Ragionare. Qualsiasi cosa.

Ma non riesco nemmeno a partire dai punti principali.

Mancano le basi.

Mi lavo la faccia per la quarta volta e dalla porta del bagno entra Clea.

Meraviglioso, mancava solo lei.

«Madonna, ma ti sei vista?» mi chiede scrutandomi dalla testa ai piedi. Si mette due dita in bocca e fa il conato del vomito, per mettere la borsa sul lavandino e prendere il rossetto rosso.

«Guarda Clea, non ho voglia di parlare con le cose futile e tu sei una cose dei queste, quindi ciao.» alzo gli occhi al cielo e prendo un pezzo di carta per asciugarmi le mani.

«Io guarda che sono più futile di te.» mi urla contro e ci vuole tutto il mio autocontrollo per non scoppiargli a ridere in faccia.

«Certo, -mi sbatto una mano in fronte- hai ragione.» mormoro ironica.

Continua a mettersi il rossetto e mentre me ne vado, le tiro una spallata e una striscia rossa le riga la faccia. Faccio finta di non aver visto niente e me ne vado.

Non ho completamente voglia di parlare con quella.

Quando torno in classe, e il prof ha chiamato altri ragazzi, mentre Blake è sempre al suo posto che smanetta col cellulare.

In due secondi succede il caos. Appena mi siedo, si gira nella mia direzione. Mi guarda prima in viso e poi i polsi. Stringe la mascella e lancia il telefono nel banco.

Cazzo, mi sono dimentica di abbassare le maniche.

Per quanto sia piacevole il contatto delle sue mani nella mia pelle, senza guardalo in faccia, levo immediatamente i polsi nelle sue mani e mi abbasso le maniche.

Metto il braccio sinistro sul banco e appoggio la testa, non dandogli una visione del mio viso.

Chiudo gli occhi e senza fare molto rumore, inizio a fare dei respiri profondi.

Prendo velocemente il telefono e scrivo a Klyn.

Che corso hai?

Mi risponde dopo qualche minuto.

𝐀𝐟𝐭𝐞𝐫 𝐌𝐢𝐝𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora