𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟏

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La mia testa ha così tante domande che non so da quale iniziare.

«Si sentivano i tuoi ansiti da qui fuori.» mormora inclinando il capo e il suo sguardo mi mette i brividi.

Chiudo gli occhi, sentendomi subito in colpa.
Vorrei sbattermi la testa a muro.

«E quindi? Vuoi picchiarmi di nuovo per averla scopata?» ride ironico James.

Apro subito gli occhi e trovo Blake su di lui.
«Non provare più a dire una cosa del genere che ti finisce peggio di oggi pomeriggio.» ringhia prendendolo per il coletto della camicia.

James è leggermente di alto di Blake, ma in confronto lui ha dei muscoli che sono il triplo di lui.

«Lei lo sa?» ridacchia, sempre James, indicandoni con la testa.

«Sei pure fatto, non ti fai schifo?» chiede schifato Blake.

«Basta che me la sono scopata non fa nulla.» sussurra ma ho sentito benissimo tutto quanto. «Anche se quel taglio nella pancia, mamma mia che schifo.» fa il conato di vomito.

Faccio un passo indietro colpita della sua parola.
Blake sposta lo sguardo su di me e devo che è dispiaciuto.

«Ma...Se...Hai...» la mia mente è scollegata dalla bocca.

«Ma lei la sa la tua storia?» domanda James. Dovrei scappare, andare via il più lontano possibile, ma voglio vedere cosa vuole dire. «Quando sei stato abbandonato? Quando hai fatto cose orribili? Da quanto sei un criminal-» non finisce la frase che Blake lo colpisce con un pugno.

Si accascia a terra e continua a ridere.
«Ahi ahi ahi, come dobbiamo fare eh? Tu con quella? Però -sputa un po' di sangue e gli punta un dito contro- sappi che si è fatta tutti. Io non ci andrei a letto.» ride ma poi riceve un calcio in pancia.

Accecata dalla rabbia mi butto su di lui e gli do un calcio nelle palle.
«Brutta merda che non sei altro, io non parlerei troppo.» ringhio nervosa e con le mani che mi tremano dalla rabbia. «Spero che tu marcisca all'inferno. Buona guarigione.» e inizio a riempirlo di pugni e calci, fino a quando non mi sento essere presa di peso.

«Basta. È tutto ok.» mi sussurra Blake bloccandomi le braccia.

«Lo disintegro, lasciami.» mi muovo nelle sue braccia, ma per sbaglio, mi tocco la ferita alla pancia.
«Cazzo.» ringhio chiudendo gli occhi.

Mi mette a terra ma mi blocca subito.
«Cosa cazzo sta succedendo qui?» tuona Rog.

Non sento nulla tranne che il mio battito cardiaco nelle mie orecchie.
«Prenditelo, oggi ha fatto abbastanza. Mettilo in macchina e non farmelo vedere. Potrei disintegralo.» ringhia Blake a due centimetri dal mio viso.

«È successo qualcosa?» sento in lontananza Rog.

«Si. Mettilo in macchina.» ripete Blake. «Vieni.» sussurra.

Mi sento streamata, così mi prende a mo' di sposa e apre una porta.
Apro gli occhi e vedo che ha messo nel lavello e apre con delicatezza le mie cosce per mettersi in mezzo.

Apre l'acqua e mi bagna i polsi e il retro del collo.
«Perché?» sussurro sentendomi uno schifo, con gli occhi lucidi.

«Non vale piangere per un così.» sussurra asciugandomi le lacrime.

«E tu?» chiedo.

«Io cosa?» si acciglia.

«Pure tu mi hai fatto piangere.» la butto sul ridere.

Abbassa la testa e appoggia i capelli nel mio petto.
«Dovresti stare solo lontano da me. Non faccio bene a nessuno.» sussurra.

«Perché dici questo?» chiedo mettendogli le mani nei capelli.

𝐀𝐟𝐭𝐞𝐫 𝐌𝐢𝐝𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora