𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟔𝟏

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I miei fratelli sono sempre stati le persone più importanti della mi vita.
Mi hanno sempre sostenuta e, credo o spero, che lo faranno per sempre.

Aedus è sempre stato il solito ruffiano e l'orsetto che tutti amano.
Con i capelli biondi sempre tutti scompigliati e quegli occhi cromatici che ti inchiodavano ma non ti facevano sentire in imbarazzo.

Di Ryan, invece, tutto il contrario.
Non sorrideva quasi mai, se ti fissava era perché o voleva scopare o perché avrebbe scatenato una rissa nel giro di pochi secondi, perché, molto probabilmente, gli stavi sul cazzo.

Ti guardava con quegli occhi diversi da mio fratello e restavi paralizzato. Io non mi sono mai sentita così, perché lo conosco fin troppo bene e so che non mi farebbe mai del male.

Ma le parole hanno un peso, molto di più degli atteggiamenti.

Però io in questo momento non riesco ad avercela con loro.

Con Aedus.
La mia spalla destra.

Cerco di calmarmi, di fare dei respiri profondi, ma quando sento urlare il nome di mio fratello che cerca aiuto non ragiono più.

«Che cazzo stai facendo James?» urlo contro il cellulare, tenendolo così forte che rischio di romperlo.

Sento che chiude una porta, ma mio fratello non smette di urlare.
Mi spezza il fiato a sentirlo urlare in questo modo.

È un urlo di aiuto e devo fare qualcosa.
«Ti do due secondi per dirmi perché cazzo hai mio fratello.» sbraito ancora di più, sentendo gli occhi di Klyn su di me.

«Light suvvia, ci stiamo solo divertendo.» sento che ridacchia e poi sento il rumore di una sedia fare leggermente uno scricchiolio.

«Trovati qualcuno altro a cui rompere le palle.» ringhio chiudendo gli occhi. «Cosa vuoi? Dove sei?» chiedo a macchinetta sentendo le tempie scoppiare.

«Io? A me non devi nulla, ma magari...» lascia la frase in sospeso e poi fa un sospiro.

«Ma magari cosa? Cristo santo parla!» urlo fino a sentire le corde vocali bruciare.

«Ma magari a tuo fratello potresti fare un piccolissimo favore.» sento dirgli e mille punti interrogativi si fanno spazio nella mia testa.

«Che vuoi dire?» domando accigliata. Klyn si avvicina a me ma non sono abbastanza lucida e non potrei prendermi la responsabilità delle mie azioni.

«Beh, facciamo che mi devi 900.000 mila dollari?» domanda è la mia pressione sanguigna di abbassa fino a svenire il freddo fin dentro le vene.

«Che cazzo vuoi dire?» non posso farcela. Mi sta facendo uscire fuori di testa.

«Tra due ore voglio 900.000 mila dollari. Se non me li porti...puoi aver fatto male ad aver urlato contro tuo fratello un'ora fa.» mi minaccia e mi chiude il telefono in faccia.

Con le mani che mi tremano, porto il cellulare davanti agli occhi ma mi cade dalle mani.

Le mie ginocchia sembrano che non rispondano più ai comandi e crollo a terra, entrando a contatto con la sabbia fredda.

Fisso un punto fisso e le sue parole mi riecheggiano nella mia testa.

Se non me li porti...puoi aver fatto male ad aver urlato contro tuo fratello un'ora fa.

Cerco di sbattere gli occhi, di riprendere fiato ma è come se non fossi più in grado di prendere il controllo del mio corpo.

Vedo la figura di Klyn davanti a me e vedo che sta parlando ma non riesco a capirla. Sembra che la sua voce sia solo un suono troppo lontano che non riesco a sentire.

𝐀𝐟𝐭𝐞𝐫 𝐌𝐢𝐝𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora