𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟖

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Giro verso la strada che mi detto Blake e poi continuo da sola, perché ormai la so a memoria.

Ho voglia di ciambelle, così controllo che non ci sono macchina e faccio inversione, andando verso il solito bar.

«Che fai?» chiede confuso Blake. Sento il suo sguardo bruciare su di me.

«Ho fame.» alzo le spalle e fermo la macchina.

Per fortuna che dietro la cover del telefono ho sempre soldi, cosi mi metto le scarpe e poi scendo.

Entro velocemente e chiedo due ciambelle al cioccolato. Non c'è anima viva.
Pago e poi quando esco, torno in macchina e mi levo le scarpe per poi buttarle dietro. Guido meglio senza, scusate.

Lancio le ciambelle nella pancia di Blake e poi parto.

«Chi era quello?» chiede spezzando il silenzio, lanciando le ciambelle dietro.

«Quello chi?» domando facendo finta di non capire, iniziando a muovermi agitata nel sedile.

«Non ci prendiamo in giro.» ridacchia spostando il sedile verso l'indietro, così ha più spazio, e allungando le gambe come se fosse un re.

«È il mio ex.» sussurro intimorita, da una sua possibile risposta, levando la mano dalla coscia e mettendola sul cambio.

«Come mai era qui? Non l'avevo mai visto?» mormora e io scoppio in una risata tra ansia e felicità.

Beh mio caro Blake, meglio non saperle certo cose no? Ma il punto è che io da ubriaca non riesco a tenere dentro le cose...

«È uscita da una cazzo di clinica non so quanto tempo fa e ora è tornato.» ridacchio asciugandomi le lacrime.

Ma...starti zitta, no? Dove l'hai buttata la regola non diciamo niente a nessuno del nostro passato.
Ops.

«È un pezzo di merda e non potrò mai dimenticare ciò che mi fece.» continuo seria, concentrandomi sulla strada, ma non tenendo conto che sto toccando i 150 km/h. Per frustrazione stringo il volante fino a far diventare le nocche bianche e a sentire dell'e lacrime nelle mie guance.

«Vai piano.» si allarma Blake impaurito. Prova a mettere una mano nella mia coscia ma non glielo permetto.

«So cosa faccio, va tutto bene.» mi asciugo una lacrima e accelero. «Dai che ti stai divertendo.» cerco di spezzare il momento e lo spintono levando la mano destra dal volante per spingerlo verso lo sportello.

«Si tutto meraviglioso.» mormora stringendo gli occhi e toccandosi il punto dolorante.

Dopo 10 minuti arriviamo a casa e metto l'auto in garage.
Esco dalla macchina e appena Blake mette piedi fuori, cade a terra.

«Cazzo.» scendo scalza e faccio il giro.

«Dai Blake dobbiamo entrare.» prendo il braccio sinistro e lo metto intorno alla mia spalla.

«Forza ti prego.» mormoro e si alza.

Se mi avessero mai detto che mi sarei dovuta portare Blake ubriaco, a casa sua, molto probabilmente gli avrei riso in faccia.

Zoppicante e con i piedi doloranti chiudo velocemente il garage, lasciando tutto nella macchina di Blake, ed entriamo dentro casa.

Appena mettiamo piedi in salone, si stacca da me e si butta nel divano. Vado ad accendere la luce e barcollante mi avvicino alla sua figura.

Mi sembra che stia dormendo, ma non ne sono nemmeno sicura.

La testa mi gira e ho ancora le mani che mi tremano dalla paura. Ringrazio mentalmente Blake per essere stato al mio fianco. Solo mentalmente eh, non voglio alzare il suo ego del cazzo. Non so se ci sarei riuscita da sola ad affrontare un metro e novantatré di persona.

𝐀𝐟𝐭𝐞𝐫 𝐌𝐢𝐝𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora