Capitolo 4

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Dopo quattro Long Island e due shot di tequila, ci spostiamo sulla spiaggia diretti verso l'ammasso di gente sudata che balla e si scatena scalza sulla sabbia. Per fortuna Eric aveva la macchina vicino al locale e all'interno ho posato scarpe e zaino, sostituendolo con una pochettina nera.

Seguita dai miei bodyguard, uno a destra e uno a sinistra, mi dirigo verso la massa lasciandomi trasportare dal senso di sicurezza che mi trasmettono, mai avuta prima; inizio a scatenarmi sulle note di - felices los 4 di Maluma- ancheggio i fianchi a ritmo mentre canto la canzone, godendomi la brezza leggera della salsedine e dalla libertà donatami dall'alcool. Finché un corpo imponente si piazza alle mie spalle facendomi irrigidire, il suo profumo Bulgari mi invade le narici creandomi ancora più disagio, si accosta al mio orecchio sussurrando così che potessi percepire bene ogni parola:

"Bambolina smetti di muoverti in questo modo o giuro che questa sera dovrò spaccare la testa a qualche ragazzino verginello che ancora deve raggiungere la pubertà"

Mi giro lentamente verso di lui fermandomi ad un millimetro dalle sue labbra

"Mhh.. poverini. Con me avrebbero avuto sicuramente una nottata migliore, rispetto a quella che si potrebbe prospettare con te.." mi accosto al suo orecchio cercando di dare al mio tono un accenno di sensualità

"...e poi chi lo dice che sarebbero rimasti vergini"

Vedo la sua mascella scattare e percepisco i suoi muscoli irrigidirsi, mi volto soddisfatta, cercando con lo sguardo Eric, lo vedo poco distante ballare con una roscietta molto sensuale, bene è impegnato.

Per completare la mia opera, probabilmente spinta anche dall'alcool, accosto il bacino al mio amico muovendo i fianchi a ritmo di musica provocandogli un leggero ringhio, le sue mani scattano una sul mio ventre e l'altra sul collo attaccando il mio corpo al suo, evidenziando il rigonfiamento contro il mio sedere. Fa sporgere il mio volto sulla sua spalla in meno di un attimo le sue labbra sfiorano le mie, mandandomi scariche dirette nel basso ventre. Le parole gli escono roche e lente mentre scandisce ogni. Singola. Lettera. 

"Non giocare con il fuoco bambolina. Perché potrai uscirne in un solo modo da questo gioco. E ti brucerai"

Mi lascia andare ancora mezza stordita, allontanandosi da me e facendomi catapultare improvvisamente nella cruda realtà. Individuo Eric per informalo che vado a prendere una cosa da bere, approfittando dell'attimo per mettere in chiaro i miei pensieri. Accendo una sigaretta e cerco di placare i miei sensi ormai impazziti; ma che diavolo sto facendo?! Non posso. Non devo.

Mi sbraccio per arrivare alla cassa e ordinare un Capiroska. Dopo 5 minuti di cazzottate riesco a sedermi su uno sgabello un po' più appartato e controllo il cellulare che ho abbandonato da quando sono arrivata.

5 messaggi persi e 2 chiamate

Rispondo a mi madre dicendole che è tutto apposto e che sto bene, nonostante ho un lavoro e vivo da sola per lei resto sempre la sua piccola bimba. Ignoro le chiamate perse e i restanti messaggi di Daniel, non ho voglia ora di dare spiegazioni o di inventare altre balle.


Scott

Devo allontanarmi subito. Questa ragazza ha il potere di mandarmi fuori di testa. Niente di tutto quello che fa ha senso, non ne ha mai avuto.

Fin dal primo superiore con quella stupida camicetta a quadri e quella coda di cavallo da scolaretta ingenua mi ha sempre fatto imbestialire. Dopo un paio di mesi dall'inizio di scuola si è unita al nostro gruppetto, facendo amicizia con Rachel. Non ho mai compreso realmente la loro amicizia, due caratteri completamente differenti. Però nel complesso con il gruppo ne abbiamo passate tante e sicuramente ci siamo parecchio divertiti; avevamo tutti una grande complicità, ci sostenevamo sempre e anche nelle giornate più noiose riuscivamo a trovare un modo per passare il tempo.

Ricordo bene un pomeriggio durante l'ora di buco, mentre cercava di studiare le ho rubato il cellulare che aveva sul banco e me lo sono infilato nelle mutande, solo per farla infuriare; quando si è resa conto di quello che avevo fatto si è piazzata di fronte la mia sedia minacciandomi di riprenderselo da sola, lasciandomi leggermente spiazzato... piccola ribelle. Ho abbassato i pantaloni della tuta mostrandole il bozzo dei miei boxer neri della Calvin Klain incitandola a procedere, la sua espressione paonazza è stata impagabile e lì mi è venuto il genio. Ho infilato la mano per recuperare il suo prezioso telefono, ha sgranato gli occhi mettendo su un broncetto schifato, pensando di offendermi ha iniziato ad insultare la mia grandezza, così l'ho presa per i fianchi mettendola a sedere sulle mie gambe informandola sulla reale lunghezza del mio cazzo. 23 cm. Mi ha piantato un ceffone in piena faccia andandosene sconcertata. Non sono un pervertito, ma non ho resistito dal farla imbarazzare. 

Finché l'anno dopo la situazione è iniziata a complicarsi, facendo sfaldare il gruppo. 

Entro in bagno cercando di darmi un contegno, mi appoggio con i gomiti sul minuscolo lavandino e mi do una rinfrescata al viso con l'acqua fredda. Dopo qualche secondo, prendo il tabacco dalla tasca e mi giro un drum tornando all'aria fresca, sulla spiaggia. Il mio amico nei pantaloni si da una calmata e torna al suo posto. Accendo la sigaretta mentre mi volto verso il bar ed una scarica mi fa rizzare di nuovo il cazzo nelle mutande quando la vedo seduta sullo sgabello: ha i piedi scalzi con un ciondolino che le incornicia la caviglia, le gambe incrociate elegantemente con una postura che le dona una certa sicurezza, le onde dei suoi capelli biondi ribelli si scostano ad ogni ventata salina, il suo sguardo è perso in un punto impreciso e con le dita gira distrattamente il suo cocktail rosa. 

Senza staccarle gli occhi di dosso, mi dirigo verso Eric per dirgli di tornare a casa, non voglio che qualche coglione le dia fastidio. 


Cheril

Riposo il telefono concentrandomi sulle onde del mare... non avrei dovuto flirtare con Scott. Ormai ho riiniziato ad uscire con loro due e la nuova comitiva da un paio settimane, principalmente da quando si sono lasciati con le loro ex ragazze. Il nome di Becka mi provoca una terribile fitta al petto, lasciandomi un po' di amaro in bocca. Basta non ci devo pensare, ora devo focalizzarmi solo sulle mie emozioni, badare al mio divertimento, concentrandomi su quello che voglio davvero e non su quello che gli altri si aspettano da me. Per una volta sono estremamente fiera della fiducia che ripongo in me stessa.

Incastro ogni singolo pensiero ansioso e negativo in fondo al mio essere, prendo il mio cocktail e con la sicurezza che avevo quando ho accettato l'invito di venire qui, mi alzo dirigendomi verso la pista da Eric e Scott, che nel mentre l'ha raggiunto.

Mi accendo un altra sigaretta attirando l'attenzione dei miei due amici che seguono ogni mio movimento sulla sabbia, li abbraccio alzandomi sulle punte:

"Allora vogliamo andare ragazzuoli?"


spazio autrice:

Intanto ne approfitto per ringraziare tutti voi che state leggendo. La foto sopra è del personaggio che mi ha ispirato per Scott! Spero possa essere all'altezza delle vostre aspettative.

un enorme bacio dalla vostra Parole_della_notte .


L'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora