Immobile in un limbo di emozioni devastanti che ti investono senza poterle fermare perché tenute dentro troppo a lungo, perché accumulate nel profondo chiuse a chiave nella tua anima, ora si ribellano facendoti perdere il controllo e colpendoti più forte di quanto mai ti saresti aspettata.
Cheril
Sono circa due ore che veniamo sballottati da una sala d'attesa ad un altra. Dopo avermi accompagnata Eric è voluto restare con me in ospedale. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Mentre aspettiamo arriva un messaggio da parte di mia sorella e per l'ennesima volta non so se esserne terrorizzata o contenta.
-"Kikka, noi dormiamo da mamma. Ci sentiamo domani. Un abbraccio, grazie per oggi."- sorrido amareggiata, ma felice che al momento stia bene -"A domani. Buonanotte♥️"-
Ho la testa pesante, sfioro la fronte con le dita e un medico sbuca all'improvviso facendomi trasalire. Ha una cartellina in mano, da cui continua a spostare fogli per poi chiamare il mio nome -"Cheril Ross"- Mi alzo portando con me solo il cellulare -"Prego mi segua. Dovremmo fare una lastra e successivamente in base ai risultati valutare, ma se è come penso e cioè nulla di grave, potrà andare tranquillamente a casa"- sorrido cordialmente al medico, stanca dalla giornata -"va bene, la ringrazio"-Dopo un altra ora abbondante tra visite e fogli da firmare, siamo fuori. Ho una lesione al polso, infatti mi è stata messa una maledetta fasciatura e per almeno due giorni devo mantenerlo immobile. E per due settimane non potrò tornare ad allenarmi.
-"Stavo pensando, per stasera vieni a stare da me. Almeno per qualsiasi cosa non sei da sola, anche perché dovrebbero venire un altro paio di amici "- mi volto stupita e grata di quella richiesta. Tornare a casa comporterebbe tornare ai miei pensieri e al momento, necessito di compagnia. Così gli sorrido e accetto il suo invito. E' la prima volta che vedo il suo appartamento e nel viaggio di ritorno ci fermiamo a prendere delle schifezze al Mc Drive.
L'appartamento è spazioso e ben arredato, ha uno stile moderno con colori tra beige e nero, le finestre sono alte e puntano sul parco, è meraviglioso.
-"Ti dispiace se mi vado a fare una doccia? Dopo palestra non sono riuscita a lavarmi... e puzzo"- appoggio la borsa sul tavolo, mentre Eric annuisce ridendo
-" Vai tranquilla. Intanto do una sistemata , tra poco dovrebbe arrivare anche Scott"- al sentire quel nome un brivido mi invade la schiena -"Mhh, okay"-
Chiusa in bagno do un occhiata allo specchio, notando i segni della giornata.
Il polso è leggermente dolorante, ma sono sicura che se non fosse per gli antidolorifici sarebbe ancora peggio. Faccio scorrere l'acqua della doccia per attendere che si faccia bollente, nel mentre sciolgo i capelli e mi spoglio come posso. Quando vedo il fumo fuoriuscire dalle ante mi ci fiondo sotto.
Il calore mi brucia la pelle mentre chiudo gli occhi e lascio che l'acqua porti via un po' dell'angoscia che ormai mi arpiona il cuore. Rimango immobile per un tempo che sembra infinito, così la mente inizia a vagare.
Dopo una mezz'ora abbondante Eric viene a bussare alla porta chiedendomi se è tutto apposto, così finisco di lavarmi e mi vesto con il cambio della palestra, una maglietta e un semplice pantaloncino.
Uscita dal bagno, sono iniziati ad arrivare gli amici di Eric e Scott. Conosco quasi tutti, sono un gruppo abbastanza ristretto, ma ognuno di loro è simpatico e alla mano.
Ci piazziamo in terrazzo con birre e panini, così la serata passata tranquilla tra risate e chiacchiere.
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L'ultima volta
ChickLitMi sono sempre chiesta come ci si sente ad avere il controllo della propria vita. Al liceo ho pensato di averlo, ma la verità è che non avevo la più pallida idea di quello che facevo per la maggior parte del tempo. Non che ora sia cambiato chissà qu...