Capitolo 17

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Cheril

-"Siamo quasi arrivati"- mi informa Scott.

Apro leggermente gli occhi, mi guardo intorno disorientata -"mi sono addormentata"- sbiascico le parole mentre mi ricompongo da quel sonnellino. Arrossisco quando noto il suo sorriso -"Cosa c'è? Ma dove siamo?"- chiedo stiracchiandomi.
Mi guardo attorno notando la folta natura -"Siamo ai Castelli Romani"- mi lascia un piccolo indizio, che mi porta comunque a domandarmi -"Perché siamo qui?"-  cerco di scorgere qualcosa dal suo sguardo ma rimane in silenzio sogghignando. Non riesco seriamente a comprendere il motivo di questo suo gesto, è dannatamente incoerente tra ciò che dice e ciò che fa.  -"Scott se volevi farmi sparire bastava dirlo..."- mi volto verso di lui, ha un sorriso dolce che fa sbucare una delle sue fossette -"Quindi l'unico scenario che ti è potuto venire in mente è questo? Wow hai una grande considerazione di me"- ridacchio stando al gioco -"Spiegherebbe il tuo caratteraccio! E poi sei tu che mi stai portando in un posto sconosciuto, lontano ed isolato... Scott vedi di non fare scherzi guarda che so difendermi"- l'ultima parola esce un po' troppo stridula, così da farlo scoppiare in una fragorosa risata acquistandomi un' occhiata scioccata. -"Checy ma che diavolo di film ti guardi?! Mi andava di venire qua e basta, non ci deve sempre essere un motivo per fare qualcosa"- mi guardo le mani imbarazzata. Così senza rispondere mi volto verso il finestrino, ignorando il soprannome. Osservo curiosa il percorso della macchina, dopo aver svoltato e salito varie curve, arriviamo in un piccolo parcheggio fatto di strada sterrata a mezzaluna. L'unica illuminazione è data dai fari della macchina che una volta spenti, lascia spazio al cielo stellato.

Resto incantata dalla bellezza di quel panorama. La città ai piedi addormentata, circondata da una vallata verde scuro, che bacia il cielo cosparso di magia. Esterrefatta da ciò che ho davanti tutte le domande vanno a farsi fottere.

Mi volto verso di lui, che dopo aver spento la macchina, manda indietro il sedile. Attratto dal mio sguardo, punta gli occhi nei miei, scandagliando un temporale nel mio stomaco. Mi soffocai con il mio stesso respiro, avvampando completamente, così la sua piccola infossatura sbuca inesorabile sulla sua guancia.

-"Bambolina, non pensavo di farti questo effetto"- sogghigna mantenendo gli occhi nei miei. Non sono in soggezione, ma le emozioni che provo quando c'è lui, non dovrebbero esistere. -"Sei tu che ogni volta che mi guardi sorridi, tu e quelle tue stupide fossette"- aggrotta leggermente la fronte continuando a ridere -"tu le ami. Queste mie stupide fossette "- il rossore del mio volto si fa ancora più intenso di quanto già non fosse. Così provo a ricomporre un briciolo del mio amor proprio e mi avvicino a lui abbassando il tono della voce come per dirgli un segreto -"Potranno anche piacermi... ma il tuo modo di osservare i miei occhi, le mie labbra"- passo la lingua sul labbro inferiore attirando la sua attenzione, -"il mio corpo..."- sussurro ad un palmo dal suo viso, percepisco il suo respiro farsi corto e ancora una volta, il controllo ce l'ho io. Sorrido soddisfatta, provocandolo -"Perché mi hai portata qua?"- continuo con tono giocoso -"Perché qua nessuno ci può disturbare e posso farti godere come mai nessuno prima d'ora"- un fuoco divampa tra le mie gambe a causa di queste parole inattese. Scott azzera le distanze catturando le mie labbra in un bacio rude, necessario. Un bacio che urla inferno e peccato. Infila una mano tra i miei capelli avvicinandomi a sé, causandomi una voglia irrefrenabile di lui. Appoggio le mie mani sulla sua schiena, usandola come appiglio per spostarmi sulle sue gambe. -"Fanculo"- impreco staccandomi leggermente. Ho preso il cambio in pieno, domani sicuro mi ritroverò un livido enorme sulla coscia. -"Attenta bambolina. Ti voglio tutta intera"- soffia sulle mie labbra. Un brivido mi formicola lungo tutta la spina dorsale, finendo diretta al mio basso ventre. Con un gesto rapido mi straccia il vestito da dosso, aprendolo come un libro. Lanciando ciò che ne resta in un punto impreciso della macchina. -"Cazzo."- impreca squadrandomi dalla testa ai piedi -"Non hai rimesso le mutandine prima. Sei stata tutto il tempo senza. Qui. Accanto a me."- Dice portando per un breve secondo i suoi occhi nei miei. Affonda la testa tra i miei seni, procurandomi un gemito soffocato, per poi togliermi anche quel ferretto che imprigiona le mie rotondità. Resto completamente nuda sopra di lui. Ancora troppo vestito, decido di sfilargli la maglia e con varie contorsioni, mi aiuta a togliere anche pantaloni e boxer. Torna a torturami con la bocca succhiando e mordendo ogni centimetro della mia pelle. Ormai al limite, sfioro la sua eccitazione nel punto in cui lo desidero di più e un gemito sfugge dalle mie labbra. Scott sposta le mani dai miei glutei, per prendere le mie e portarle dietro le mie spalle. Racchiude i miei polsi in una mano tenendoli saldi dietro di me,  mentre con l'altra mi afferra fianchi -"Scott..."- sfuggi il suo nome in un gridolino stridulo, quando con una spinta entrò dentro di me. Spalancai gli occhi nel momento in cui una fitta mi mozzò il fiato in gola, tanto da immobilizzarlo. -"Bambolina, ti.. ti ho fatto male?"- disse Scott con un tono preoccupato. Scuoto leggermente la testa, mentre mi abituo a quella nuova sensazione. Lo sento fin dentro lo stomaco, con la sua grandezza è dannatamente intrusivo. Vidi la sua fronte aggrottarsi leggermente, ma prima che potesse parlare mi fiondai sulle sue labbra. D'istinto ancheggiai i fianchi ed un gemito esplose sulla sua bocca. -"Cazzo"- imprecò affondando ancora di più in me. Strinse la presa sui miei polsi mentre prese a scoparmi con un ritmo terribilmente selvaggio. La bocca sulla pelle, il corpo aderente al mio incastrato alla perfezione come i lego. L'odore della nostra eccitazione che si incontra insieme al battito cardiaco che suona all'unisono. Vengo gridando il suo nome in preda agli spasmi dell'orgasmo, seguita poi da lui che riversa su di me il suo seme. Tutto celato dalla luce della luna.
Restiamo fermi, fronte contro fronte a riprendere fiato. Mentre una nota di senso di colpa inizia ad impossessarsi di me. -"Riusciremo a smettere di fare queste cazzate"- sussurro sconsolata -"Dobbiamo bambolina. Dobbiamo..."-

L'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora