Scott
Siamo immobili l'una sopra l'altro. Rimango esterrefatto notando solo in questo momento, di quanto è minuta. Sono sdraiato sul sedile e lei mi sta in braccio accovacciata nuda sulle mie gambe. Le accarezzo i capelli e la schiena con movimenti lenti e delicati, il suo profumo di pesca e anice invade la macchina mischiati all'odore di sesso.
-"Checy, dimmi la verità... prima... ti ho fatto male"- le chiedo curioso. Sapevo che non era vergine. Ricordo la sua ex ragazza. Ma sinceramente dopo la serata con me ed Eric, ho dato per scontato che fosse stata con altri ragazzi. Rimane in silenzio per qualche secondo tanto da farmi pensare che si fosse addormentata. -"Più o meno..."- dice sospirando -"Sono stata una volta con un ragazzo, ma... sarò sincera, in tre minuti e mezzo è difficile provare varie... posizioni"- un misto di fastidio e sollievo mi invadono. L'idea di qualche coglione che la tocca mi fa impazzire, la cosa peggiore è che Eric l'ha fatto davanti a me. Però la consapevolezza di averla fatta godere mi da soddisfazione. Puro ego maschile, direbbero in molte donne.-"Capisco, comunque pesicchi per essere così piccola"- le dico prendendomi una gomitata sul fianco. -"E tu parli troppo, per uno che ha poco cervello!"- una risata di gola mi esce spontanea -"oh quindi è questo che credi, che ho poco cervello"- alza la testa pigramente puntando i suoi occhi nei miei, ha delle ciglia folte e lunghe, il poco trucco ormai sbavato la rende adorabile, mette su un sorrisino pertinente mentre annuisce -"si! Questo è quello che penso"- alzo un sopracciglio ed inizio a farle il solletico sui fianchi provocandole una risata incontrollata -"Scott"- urla il mio nome tra le risa, mentre io continuo a torturarla col solletico -"Come sono io ?"- le chiedo mentre si contorce- "Va bene, va bene! Sei... intelligentissimo"- dice annaspando tra le varie risate. -"Non ho sentito bene Checy"- rispondo ridendo, ormai con le lacrime a gli occhi la lascio riprendere fiato, ha un sorriso talmente sincero da farmi perdere un battito. Merda. Schiarisco la voce ricomponendomi, non so se lanciarla sul sedile o baciarla.
Così rimango fermo ad osservarla mentre si asciuga le lacrime dagli occhi, per poi puntarli verso di me -"TUU! Questa me la lego al dito!"- dice sorridendo. -"Bambolina"- sei adorabile, rimasi con le parole a mezza'aria mentre lei aggrotta la fronte scrutando il mio volto -"Perché mi chiami in questo modo? "- ci sono mille motivi per cui la chiamo in questo modo, ma nessuno di questi ha come sfondo amicizia. -"Perché no?"- un sorriso amaro punge le mie labbra. Un tremore la fa vibrare sopra di me -"Hai freddo?"- le chiedo mentre lei si guarda attorno -"Tu no?"- la faccio scostare leggermente, per cercare la mia maglietta. Mi allungo a recuperarla, impresa alquanto complicata dato il fagotto che ho imbraccio. -"Metti questa"- le lancio la maglia sulla testa prendendola di sorpresa. Sono abbastanza geloso delle mie cose e in meno di una settimana lei ha indossato due mie magliette. -"E' il minimo..."- dice infilandosela -"Mi hai strappato uno dei miei vestiti preferiti. Quindi, ora questa è mia"- arriccia leggermente il naso avvicinandosi a me, così la prendo di sorpresa scoccandole un bacio a stampo. Restiamo ad osservarci senza dire nulla, lasciando parlare i nostri occhi.
Cheril
Continuo a ripromettermi di smettere di fare stronzante, ma puntualmente faccio danni. Un messaggio ci fa sobbalzare seguito da una chiamata. Scott si allunga verso il cellulare lasciato sul cruscotto e dalla sua espressione, ormai seria, capisco che non è niente di buono. La suoneria rimbomba inesorabile, mentre continua a fissare lo schermo. Si volta verso di me e attacca. Vorrei chiedergli chi è, vorrei allungarmi verso lo schermo per sbirciare. Ma un nome rimbomba nella mia testa e non voglio credere sia quella persona. Scott mette il telefono a silenzioso e lo riposiziona da dove l'ha preso e le uniche parole che mi rivolge prima di farmi scostare sono -"Ti riporto a casa."-
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L'ultima volta
ChickLitMi sono sempre chiesta come ci si sente ad avere il controllo della propria vita. Al liceo ho pensato di averlo, ma la verità è che non avevo la più pallida idea di quello che facevo per la maggior parte del tempo. Non che ora sia cambiato chissà qu...