Capitolo 10

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Consigli post sbronza: UNO_ Appena svegli non dite mai la frase "non berrò mai più" mentite a gli altri e soprattutto a voi stessi. DUE_ dopo aver cercato di capire dove siete, chi siete e... e poi basta già troppe domande per essere prima mattina cazzo, fate una bella colazione salata con un succo di frutta! Dopo sparatevi un aspirina e a pranzo un salutare e delizioso Mc Donald 's. Buona ripresa!

La cosa che odio più di qualunque altra, soprattutto dopo una sbronza, è essere svegliata dal sole che mi riflette in faccia. Cerco di girarmi di schiena per continuare il mio sonnellino quando mi rendo conto di essere completamente incatenata a quella posizione. Apro un occhio per sbirciare ma vengo accecata all'istante, in aggiunta un emicrania allucinante fa breccia alla mia testa, sposto una mano alla tempia con gli occhi semichiusi e sento mugolare dietro di me. Cerco di divincolarmi per poter dormire almeno altri 10 minuti ( che spero diventino 20 e poi 30... insomma voglio dormire), mi sposto leggermente indietro e percepisco una cosa dura sul sedere.

-"Ci mancava l'alzabandiera"- borbotto assonnata, provo nuovamente a divincolarmi ovviamente senza risultati.

-"Hai il sonno agitato, ti ho abbracciata solo perché volevo dormire e comunque non prendertela con lui se hai un gran bel culo"- la voce impastata di Scott mi fa scattare sull'attenti e le immagini della sera/mattina si fanno strada nella mia memoria. MERDA. Sento la tachicardia fare capolino e lo stomaco mi si contorce -"il mio culo vorrebbe continuare a dormire"- borbotto agitata con la faccia sul cuscino. Lo sento titubare per qualche istante e poi un vuoto dietro di me -" Il tuo culo si deve alzare è tardi. E anche il mio..."- brontola Scott mentre si alza.

Ho la testa che mi scoppia e dolori in tutto il maledetto corpo, dopo essermi lavata Scott mi ha prestato dei pantaloncini e una maglietta che sono stranamente piccoli per la sua stazza ma enormi per me.

-"Ehi splendore!"- Eric è in piedi mentre prepara un abbondante colazione con toast e succo all'ACE. Mi siedo sullo sgabello vicina a Scott mentre tiro su i capelli in uno chignon sfatto e successivamente poso le dita sulle tempie.

-"Abbassa quella voce, mi scoppia la testa"- fulmino Eric che ridacchia e mi posa davanti un piatto e due bicchieri -"Toast, succo e aspirina! Doppia"-

-"Grazie..."- brontolo, neanche mi fossi seduta sui carboni ardenti scatto in piedi come illuminata -"CAZZO! Che ore sono ?"- Mi guardo intorno e non c'è neanche un maledetto orologio -"Rilassati, sono le 11:00"- Mi risponde Eric divertito -"Ma siete matti! perché mi avete fatto alzare così presto? Tu mi hai detto che era tardi!"- Mi volto verso Scott che per la sorpresa si strozza con il succo e sgrana gli occhi come se lo avessi colpito. Alterno lo sguardo tra lui ed Eric che nel mentre scoppia a ridere -"Rilassatevi, ciò che succede al mare rimane al mare giusto?"- Improvvisamente realizzo, sento il mio viso andare a fuoco butto giù il bicchiere con l'aspirina, addento il toast e prendo il succo con l'altra mano, così facendo mi alzo -"Necessito di pace, vado in piscina"- dico più a me stessa che a loro, ho bisogno di silenzio.

-"Bestia, svegliati. Scott sta preparando la macchina. Ti aspetta"- apro gli occhi, ho briciole ovunque e il bicchiere del succo giace a terra finito. Ho il corpo intorpidito, la testa va leggermente meglio, ma ho la faccia che mi brucia. Mi sono addormentata al sole, pessima mossa Cherry! -"Va bene, tu sei pronto?"- Mi siedo sulla sdraio e guardo Eric -"Io resto qui, stasera lavoro!"-

-"Ah.. pensavo venissi con noi.. vabbè dai ci sentiamo dopo allora"-

Mi alzo, recupero le mie cose e raggiungo Scott alla macchina che mi guarda scocciato -"Ci muoviamo o cosa? Ho fretta."- Eccolo. Lo stronzo è tornato con i suoi modi sgarbati e arroganti. Penso sia bipolare, non è possibile che passa dall'essere simpatico e gentile allo stronzo che prenderesti a sberle.

Salgo sulla macchina e sbatto lo sportello innervosita dal suo atteggiamento: -"Sarà un lungo viaggio..."- bisbiglio tra me e me sbuffando, Scott accende la musica e parte.

La maggior parte del viaggio lo passiamo in silenzio, a volte quasi imbarazzante. Oserei dire che grazie alla musica questa tensione che si è creata rimane sospesa tra di noi, vorrei parlare di ieri sera, l'ansia mi sta dilaniando. E non capisco se è per il pentimento o perché non potrà mai più riaccadere. Prendo coraggio e cerco di affrontare il discorso -"Senti riguardo ieri sera..." inizio col dire ma non riesco a terminare la frase che vengo interrotta da lui -"Non c'è niente di cui discutere. È stato un errore, da parte di entrambi e non riaccadrà più, puoi stare tranquilla. Tutto ciò che è successo non deve uscire da noi tre. Hai capito?!"- Ho un subbuglio di emozioni contrastanti di rabbia, dispiacere e incertezza per come mi sta parlando. Pensavo di poter affrontare questa situazione ma mi sta sfuggendo di mano il mio stesso autocontrollo -"Sono d'accordo. D'ora in poi amici come prima"- Non riconosco la mia voce ed ho dovuto fare appello ad ogni muscolo del mio corpo per non far tremare la voce.

Scott

-"... amici come prima"- si come se fosse facile. Sbircio il suo viso, ha lo sguardo immobile sul finestrino duro come la pietra e da una parte è meglio così. Mi rode il culo più di quanto dovrebbe per questa situazione, sono in bilico tra il volerla far scendere per poi non vederla mai più e il fermare la macchina in piena corsa per scoparla nuovamente mandando a puttane ogni principio della promessa. Sono in parte pentito per ieri sera, non doveva andare a finire così e questo è un casino enorme.
Lei dice amici come prima, non so gli altri amici ma personalmente l'immagine di lei che gode sotto di me è impressa nella mia mente come un tormentone estivo. Merda.
La cosa peggiore è che, si mi sono tolto uno sfizio,  ma ora che ne voglio ancora, non potrò più averla.

Stringo il volante e continuo a guidare cercando di non pensare al fatto che oltre a sentirmi una merda, oggi dovrò vedere lei... e la cosa non mi piace per niente.


Cheril

Dopo 20 minuti arrivo a destinazione, scendo dalla macchina farfugliando un mezzo grazie più veloce che posso, aria.

L'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora