Capitolo 19

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Cheril

A ritorno nessuno di noi ha proferito parola, non ho avuto il coraggio di domandare niente. Mi ha scortata fin davanti la porta di casa, dato il mio abbigliamento e le uniche parole che ci siamo detti sono state 'Buonanotte'. Rachel è sul divano addormentata, ancora col vestito addosso ma senza trucco. Mi soffermo ad osservare i suoi lineamenti delicati e sorrido quando la vedo stiracchiarsi e strofinare gli occhi -"Eccoti! Ti sembra l'ora di tornare?"- Sbiascica assonnata, ripetendo le parole che ci rifilavano le nostre mamme ogni volta che tornavamo da una serata. -"Sono appena la quattro e diciotto!"- dico osservando il telefono -"Abbiamo fatto di peggio"- le sorrido, mi direziono verso il mobile sotto il televisore afferrando una scatolina in metallo rosa, certa che appena la vede una miriade di ricordi la assaliranno -"Mi spieghi perché ogni volta che ti vedo, sei un disastro e perlopiù costantemente mezza nuda"- ridacchia la mia amica alle spalle -"NON MI DIRE"- la reazione che ha, mi fa sorridere quando vede cosa ho in mano -"Un regalino di cui non ho ancora avuto occasione di usufruire..."- ridacchio colpevole mentre mi siedo accanto a lei -"La nostra scatolina delle 4:20..."- dice Rachel battendo le mani -"Direi che ne ho bisogno, se vuoi che ti racconti tutto... e poi voglio sapere di te ed Eric !"- sorrido curiosa mentre tiro fuori l'occorrente per rollare una canna d'erba -"Amo, ma che ti devo racconta... dopo il bacio sono venuta a casa e mi sono messa a dormire, tu più tosto. Inizia a parlare!"-

Aspiro l'ultimo tiro godendomi la sensazione di pace che alleggia nella casa, o forse è solo il fumo che mi sta dando alla testa. Continuo a ridere mentre racconto le vicende a Rachel, anche se mi rendo conto che non c'è niente di ironico nella cosa. Sputo il fumo fuori dalla bocca, strozzandomi -"E ti ha mollata così? Senza dire niente?"- dice la mia amica con le lacrime agli occhi, mentre tossisco cerco di riprendermi -"No No! Ha detto, 'buonanotte'. BUONANOTTE"- e riscoppio a ridere come un imbecille. -"Certo che tesoro mio, una situazione più complicata non potevi trovartela eh!"- Spengo il mozzicone riflettendo sulle sue parole -"Complicata... chissà chi ha deciso di dare questa parola a questo aggettivo"- rifletto concentrata, causando un ulteriore risata -"Io mi chiedo chi è il pazzo che ti ha regalato dell'erba. Amica stai fatta come una pigna!"- guardo Rachel notando i suoi enormi occhi lucidi e rossi all'unisono diciamo -"vampire"- indicandoci col dito l'una con l'altra. -" le vecchie abitudini non muoiono mai.."- sorrido, mentre mi allungo verso Rachel abbracciandola. Lei mi accarezza i capelli coccolandomi -" Mi sei mancata molto, a New York è sempre tutto così veloce e immediato. A volte mi sembra di non essere al passo. Ma poi ripenso a tutte le volte in cui mi hai spronata, i momenti in cui hai creduto in me e mi rendo conto che oltre alla mia famiglia, tu sei la mia casa. Il mio punto di appoggio. Non ti dico mai quanto ti voglio bene.."- ho la testa sulle sue gambe, così alzo lo sguardo per guardarla -"Io non ti faccio più fumare.. amica sei mia sorella, ma queste cose smielate, non sono da te!"- le dico sorridendo, poi addolcisco lo sguardo quando noto le lacrimucce -"Sei una persona forte e intelligente. Una volta finito di studiare, spaccherai il mondo! E sai che io a prescindere da dove sarò, starò comunque accanto a te"- finiamo per piagnucolare abbracciate. -"Guardiamoci un film, questi cambi d'umore mi fanno girare la testa!"- le dico sorridendo. Così mi allungo per prendere il telecomando e appena la accendo televisione, risuona il programma di real time "vite a limite" -" Lascia questo amo!"- dice Rachel mentre si accoccola comoda. Dopo neanche 5 minuti ci addormentammo.

Il sole filtra alto dalla finestra, il mal di testa fa capolino quando apro gli occhi. La televisione risuona nella stanza, allungo una mano verso il cellulare 13:46. Merda sobbalzo dal divano, farò tardi a lavoro se non mi muovo. 

Mentre corro a destra e sinistra per recuperare la mia divisa, vado verso la cucina per recuperare qualcosa dal frigo, mi soffermo sul calendario, sul giorno odierno noto cerchiato la scritta grande quanto il quadrato "FERIE". Ho il pantalone a mezzaria, lo spazzolino in bocca e non voglio sapere come stanno i miei capelli. Sono una deficiente. Mi sono presa questi giorni proprio per stare con Rachel, maledetta abitudine mi ha inculata. Ormai sveglia sfilo il pantalone e torno in bagno per farmi una doccia tranquilla. 

Quando finisco, mi dirigo in cucina per preparare una sorta di brunch dato l'orario. -"Cosa prepari di buono"- mi domanda Rachel alle spalle, facendomi sobbalzare. Le sorrido e le mostro la padella -"Toste e uova strapazzate!"- Mi avvicino al bancone apparecchiando velocemente -"Che ne pensi se oggi andiamo a fare un po' di shopping?"- le chiedo mentre mastico la mia colazione/pranzo. -"Perché no!"- terminato di mangiare, mi aiuta a risistemare il caos che ho accumulato nei giorni. -"Come va al negozio?"- domanda Rachel, -"Abbastanza bene, dopo aver terminato gli esami, mi sono dedicata al lavoro. Ho sempre qualcosa da fare in libreria, la cosa positiva è che nei momenti di pausa posso leggere quello che voglio. E' abbastanza comodo, ma molto dispendioso!"- Rachel ridacchia -"Dai che te la stai cavando benissimo!"- 

Dopo un paio d'ore usciamo. Passiamo il resto del pomeriggio a chiacchierare in giro, per le strade di Roma, nei vari negozi, fino a sera. Arrivate a casa ci ordiniamo una pizza e davanti a un bel film terminiamo la nostra giornata.

L'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora