Una vita come tante

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Oddio, sono di nuovo in ritardo!
La mia sveglia segna le 6.30 e io dovrei essere già sul treno per Milano.

In questo momento mi sto maledicendo per aver scelto di fare la vita da pendolare quando avrei potuto starmene tranquillamente a Brescia e frequentare comodamente l'università a 5 minuti a piedi da casa mia, ma il desiderio di cambiare aria e di conoscere persone che probabilmente vengono almeno da tutto il nord Italia era prevalso sul mio odio per la sveglia presto.
Quanto mai mi sono iscritta a psicologia poi! Tutti non fanno che ripetermi che sarò disoccupata a vita, ma io non amo pensare troppo al futuro lontano, già è un traguardo per me mettere insieme i pezzi di cosa devo fare in una settimana e cercare di organizzare il mio tempo senza buttarlo.
Comunque sia, anche se è il primo giorno di università non mi sento agitata, anzi sono stranamente energica; mi infilo gli auricolari e faccio partire "no stress" di Marco Mengoni, che per me è come un mantra di vita che spesso continuo a ripetere nella mia testa.

Come in una qualunque delle mie mattinate da liceale mi trovo a correre in cucina per addentare qualche biscotto e tracannare un caffè, correre poi a vestirmi e truccarmi in fretta e furia per non arrivare troppo tardi.
Finalmente posso uscire di casa, alla fine ci ho messo meno del previsto e sono anche riuscita a vestirmi decentemente.
Purtroppo il primo treno è già partito, ma Milano è ben collegata quindi il prossimo non sarà di sicuro troppo tardi.
Infatti riesco a prendere il treno alle 7.00 e a trovarmi a Milano alle 8.00.

Dopo aver vagato senza troppa convinzione alla ricerca dell'università e soprattutto della mia aula riesco a trovare la via e ad entrare nell'edificio del dipartimento di psicologia della Bicocca.
Alle 8.20 mi trovo fuori dalla mia aula, nei corridoi c'è molto silenzio e cerco di passare il più inosservata possibile per non disturbare le lezioni che sono già iniziate.
Leggo PSICOLOGIA GENERALE E FISIOLOGICA su un cartellino dell'aula B4 e penso che finalmente il mio errare è finito. Che emozione!

Con un movimento delicatissimo apro la maniglia della porta ed entro a lezione in corso, tutti i posti sembrano occupati e io mi maledico nuovamente per essermi alzata in ritardo, come al mio solito. Da un angolino in cima alla stanza riesco a vedere che proprio nelle ultime file dall'altra parte della stanza ci sono tre posti vuoti vicino al muro. Bingo!

Vado subito a prendere posto, sedendomi in quello centrale dei tre per non essere di disturbo alla mia "vicina"
Mi siedo ed estraggo il mio quaderno per prendere  i primi appunti della giornata quando la porta si apre nuovamente ed un'altra ragazza entra tutta trafelata e viene verso di me.

"ciao piacere, Emma. La ragazza lì dall'altra parte è una mia conoscente che mi stava aspettando, puoi farmi sedere lì?"

io prontamente mi alzo e la lascio avvicinarsi alla sua amica, per poi occupare di nuovo il mio posto. Ora ne resta solo uno vuoto vicino a me.
Mi sembra il caso di presentarmi anche se Emma non mi sembra molto attenta o in vena di convenevoli.
"Ciao, giusto per informazione io sono Chiara"

Emma mi guarda all'inizio distratta ma poi mi rivolge un sorriso, come un cenno e tutte e due torniamo a seguire la lezione.

Dalla mia posizione riesco a vedere l'intera stanza, ogni faccia, ogni testa. Mi soffermo ad osservare il pubblico composito di questa lezione: ragazzi e ragazze giovani e spaventati, probabilmente miei coetanei alle loro prime armi, adulti che hanno deciso di approcciare questa disciplina e alcuni ragazzi sui 25-30. Insomma non mi sarei aspettata una platea così variegata, ma la cosa mi piace.

Di nuovo, per la seconda volta dopo di me, la porta si apre, stavolta piano.
Entra un ragazzo moro, che porta una sciarpa che lo nasconde quasi completamente insieme con occhiali da sole e un cappello. Noto da subito la figura di questo strano soggetto, sembra più grande ed è parecchio alto e longilineo, non male!

Ovviamente viene a sedersi nell'unico posto rimasto disponibile, cioè vicino a me, mi guarda un attimo con fare sospettoso, ma io torno china sul mio quaderno a prendere appunti, visto che ho già perso praticamente metà della prima ora.

p.s.
ciao a tutti, dopo aver meditato molto sul da farsi ho deciso di scrivere questa storia, non so ogni quanto sarò in grado di aggiornarla, ma farò del mio meglio.
:)
Essendo che nessuno dei riferimenti fatti mi è particolarmanete noto sto cercando di documentarmi al riguardo (psicologia, Milano, Brescia...) quindi scusate eventuali imprecisioni nel corso della storia, ma insomma anche questo fa parte del divertimento!
Buona lettura<3

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora