Amicizie promettenti

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Io ed Emma siamo da sole in quella nicchia del corridoio in cui Marco ci ha lasciate, ci guardiamo un attimo e sospiriamo entrambe innamorate perse del nostro idolo.

Emma fa una risatina e aggiunge
"Certo che è proprio bello questo ragazzo"
e non possiamo fare a meno di scoppiare a ridere tra imbarazzo ed emozione per il nostro incontro.

Ma subito la mia mente inizia a pensare  che Emma è bella e che le piace chiaramente Marco.
Come dei flash immagino i due abbracciati insieme, che si tengono per mano, che si baciano e sento un forte dolore al petto. La mia testa è capace di molte cavolate purtroppo.
Marco l'avrà notata sicuramente, si metterà con lei e io resterò in disparte a guardare tristemente. Ora guardo quella che pensavo che avrebbe potuto essere un'amica con molto più sospetto, ma per fortuna lei rompe il silenzio, forse intuendo cosa stessi pensando o forse perché anche lei aveva pensato le stesse cose.
" Questa amicizia è promettente -facendo un cenno per indicare noi due- quindi direi di non rovinarla per colpa di un belloccio qualunque. In ogni caso facciamo un patto, se una di noi se lo piglia niente rancori verso l'altra e niente competizione!"
e così dicendo mi tende il mignolino
"Prometti?"
E io non posso che stipulare questo accordo di pace reciproca con un sorriso. Mi piacciono le persone oneste e dirette, sei sempre sicura che non ti stanno nascondendo niente.

Mentre ci scoutiamo i mignoli Emma continua
"e poi secondo me lui ha un debole per te, hai visto che sguardo?"

Io divento tutta rossa e rispondo appena con un "ma va la" poco credibile.

Per fortuna la mia interlocutrice è molto vivace e mi propone di smetterla di pensare ai ragazzi e di prendere qualcosa da mangiare insieme. Ottima idea!
Mentre io ed Emma ci smezziamo un kinder bueno nell'attesa dell'inizio della prossima ora scambiamo quattro chiacchiere sulle nostre vite, sulle nostre città d'origine, Brescia per me e Milano per lei.
Di sicuro questa conoscenza mi tornerà utile perché lei sembra conoscere ogni angolo e posticino della grande metropoli mentre io sono completamente nuova del posto e a stento saprei farle fare un tour delle piazze del centro storico di Brescia.
Con mia grande gioia siamo persone motlo simili per il resto e non solo la passione per Marco ci unisce, ma anche una mentalità molto aperta e gli stessi gusti in fatto di musica, ragazzi, tempo libero e tanto altro.

"Cara collega sembra che siamo la stessa persona" conclude ridendo Emma e aggiunge
"Solo che io abito in una topaia milanese come una poveraccia, ma quando hai voglia puoi passare da me per studiare o simili... aspetta"
e si appoggia ad una parete per scrivermi su un biglietto il suo numero di telefono e indirizzo

"Grazie Emma, non avrei mai pensato di trovare subito una persona così disponibile!"

L'orario ci interrompe, il quarto d'ora accademico è finito e dobbiamo tornare in aula per la prossima materia, psicobiologia.
Io spero di rivedere Marco con noi ma nulla, non arriva. Osservo con impazienza la stanza per cercarlo ma non ottengo risultati, è sparito.

A fine giornata saluto la mia nuova amica Emma e mi avvio verso un'uscita secondaria che avevo appreso essere la più comoda e meno frequentata dalla mandria di studenti in fuga verso la stazione.
Mentre varco la soglia guardando in basso mi arresto davanti a un paio di scarpe davanti a me, alzo lo sguardo, distratta, e vedo che è proprio Marco che entra in università.

"Ecco l'assenteista dunque!" gli dico io
"Ero impegnato in studio, purtroppo non potevo esserci se non la prima ora. Anzi ero proprio venuto a cercarti per chiederti gli appunti della giornata di oggi, non vorrei rimanere già indietro con tutto."
"Ma nessun problema, anzi la prossima volta non esitare tanto a chiedere"

così mi appoggio ad un tavolo del corridoio per fotografare con il telefono di Marco le pagine stropicciate e piene di scritte del mio quaderno.
Mentre sono china ed intenta nell'operazione lui appoggia una mano alla mia spalla destra e si sporge da dietro di me per guardare meglio il mio trafficare con le pagine.
Un brivido mi percorre tutta la schiena, amo il contatto fisico, è qualcosa che davvero mi trasmette molto e mi fa subito sentire in sintonia con le persone: quel tocco per me valeva moltissimo. Di nuovo però  mi costringo a non viaggiare con la fantasia e cerco di ignorare la cosa il più possibile.

"eccoti il tuo telefono con tutte le foto, ora devo proprio andare o perderò il treno per casa" gli dico
"ah quindi abbiamo una pendolare! Anche Emma è della tua città? " mi chiede
"No, lei è di Milano, io di Brescia. Purtroppo c'è chi è privilegiato" gli dico guardando verso l'alto e sbuffando per prenderlo in giro. Sorride.

Ma il fatto che mi abbia chiesto di Emma mi innervosisce, così lo saluto sbrigativamente e scappo verso Milano Centrale insistendo sul fatto che sarei arrivata troppo tardi.

ps
nuovo capitolo, un po' più corto. Fatemi sapere

Due vite|| Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora